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Allison fu svegliata da un leggero movimento sul letto. Le servì un attimo per capire che si trattava di Hope. Aprire un occhio le fece scoprire che era giorno... di già. Si sentiva stanca ultimamente e lo trovava bizzarro considerato che, teoricamente, avrebbe dovuto essere quasi immune ad ogni tipo di fatica. Praticamente il discorso era molto diverso però; Castiel le aveva spiegato – prima che smettessero di parlare – che la sensazione di sfinimento era normale, non usi il tuo potere nel modo giusto e questo alla fine stanca. Aveva provato a spiegarle come fare, ma poco tempo dopo c'era stato quel litigio con Sam, delle parti erano state prese e nessuno si era schierato dalla sua.

Fece un grosso respiro e si girò poco fino ad essere faccia a faccia con sua nipote. La bambina la guardava con due occhi chiari pieni di gioia, di speranza. Sulle labbra un sorriso sincero che ad Allison dava serenità.

"Buongiorno, mia bellissima nipote" le disse sollevandosi fino ad essere seduta.

Hope mosse entrambe le mani lanciandole addosso una pioggia di coriandoli colorati. "Buon compleanno!" le urlò quasi. Con un movimento veloce ma delicato le gettò le braccia al collo e la strinse forte.

La donna ricambiò ridendo. "Grazie" le disse prendendo un pugno di coriandoli sul lenzuolo. "Adoro i coriandoli, sono... allegri."

Hope le baciò due volte la guancia, si allontanò poco e la guardò. "Lo so, ecco perché ho deciso di svegliarti così" le prese una mano. "Visto che oggi è il tuo compleanno abbiamo deciso che sarai tu a decidere cosa dobbiamo mangiare per colazione."

"Uh" Allison si strofinò un occhio con due dita. "Qualunque cosa?"

"Qualunque cosa."

"Che ne dici di pancake al cioccolato? E succo d'arancia, tanto succo d'arancia."

"Mi piacciono i pancake al cioccolato!" esclamò la bambina. "Vado a dirlo alla mamma così inizieremo a preparare tutto. Sbrigati a scendere, ci sono dei regali."

"Regali?" le fece eco l'altra guardandola correre verso la porta. "Farò in fretta allora."

Hope annuì, uscì dalla stanza e quasi si scontrò con Elijah, lo salutò con la mano prima di inforcare le scale. Lui sorrise, fece qualche passo in avanti e si fermò sulla porta. Perse lo sguardo su Allison, teneva gli occhi bassi sui coriandoli, con un sorriso gioioso che stonava un po' con l'aria stanca, ma che le faceva spuntare quelle belle fossette. "Non vedeva l'ora che ti svegliassi per poterti lanciare addosso i coriandoli. L'abbiamo trattenuta il più possibile" disse riferito ad Hope, mentre si avvicinava al letto e ci si sedeva sopra, faccia a faccia con sua moglie. "Ma quando l'orologio ha segnato le otto ha deciso che avevi dormito a sufficienza ed è venuta a svegliarti. Buon compleanno" si protese verso di lei e la baciò con dolcezza.

Allison sorrise contro quella bocca morbida. "Grazie. Ha detto che ci sono dei regali, credi che qualcuno mi abbia regalato una bicicletta? Sono anni che non vado in bici, mi piacerebbe averne una."

Elijah rise, raggiunse l'armadio e ne tirò fuori una scatola quadrata. Tornò a sedersi e gliela porse. "Temo che nessuno ti abbia regalato una bicicletta quest'anno. Ma se ne vuoi una credo che potremo provvedere." Sua moglie guardò la scatola per un istante, la prese e se la poggiò sulle gambe. Con delicatezza sciolse il fiocco rosso, lanciandogli un'occhiata di tanto in tanto. Infine tirò via la parte sopra e sgranò gli occhi dischiudendo poco le labbra.

"Oh El" sussurrò con gli occhi lucidi di emozione. Le sue belle iridi nocciola fisse sul carillon di legno e ceramica che replicava un carosello. "È meraviglioso."

Lui allungò la mano, diede la carica e la giostrina di legno iniziò a girare suonando a ritmo di un valzer.

"Questo è il valzer che abbiamo ballato la prima volta che ci siamo incontrati" realizzò Allison. "A Mystic Falls un secolo fa."

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