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Castiel sorrise compiaciuto e riprese il suo pugnale per terra guardando Allison con espressione quasi fiera. Dalla notte in cui sosteneva di aver sognato il futuro, la donna si era impegnata tantissimo ed era diventata capace di gestire ogni aspetto del suo potere in sole due settimane. Lui non sapeva cosa avesse visto di preciso – lei non aveva voluto dirlo, sostenendo che era tutto molto confuso – ma qualunque cosa fosse, era servita da stimolo e le aveva dato la giusta spinta. Aveva perfezionato il volo, aveva imparato ogni tipo di sigillo, aveva imparato a dosare la sua energia, a tenere sotto controllo la sua grazia. Le emozioni non erano più un ostacolo o un pericolo, ma un punto di forza che le permetteva di esprimersi al massimo.

Quando le aveva chiesto cosa le avesse fatto cambiare idea riguardo al suo essere un Arcangelo, aveva risposto che non l'aveva cambiata e che sperava ancora di poter tornare a essere semplicemente Allison la cacciatrice, ma visto che non poteva cambiare quello che era successo, allora tanto valeva accettarlo e usarlo per proteggere le persone che amava.

Ogni giorno parlava al telefono con la piccola Hope, con Elijah, con Matt e Hayley e con il resto della famiglia Mikaelson, ma non era mai tornata a New Orleans durante quel lungo periodo di allenamento. Castiel doveva ammettere che, per quanto molte cose degli Originali non gli piacessero, si erano rivelati tutti incredibilmente di supporto e avevano fatto il possibile per non distrarla.

E ora lei era pronta a tornare da loro, a tornare da quel marito che amava così tanto da non sembrare possibile, da quel fratello redento che sapeva scaldarla con i suoi abbracci, in quella città che non le piaceva ma che, volente o nolente, era la sua casa oramai. E da quella dolce bambina che la faceva sorridere, che credeva in lei e in cui lei credeva.

La sua partenza era prevista per il giorno seguente, ma in realtà sarebbe andata un po' diversamente. Fu Marcel a telefonarle, e le sue notizie gettarono un velo di terrore su tutti i progressi che avevano fatto. Le comunicò che Hope era posseduta da Inadu, da dodici ore circa e le comunicò che Klaus e Elijah si erano lanciati all'attacco radunando tutto l'esercito di quella maledetta decidendo che lo avrebbero fatto saltare in aria.

"Distruggere il suo esercito non risolverà nulla" disse lei afferrando la sua giacca.

"Ci farà guadagnare un po' di tempo. Allison, devi tornare, per Hope ma anche per Elijah e Klaus, si faranno ammazzare. Credimi, Inadu e il suo esercito non scherzano. Hai visto cosa è successo ad Elijah, è quasi morto."

Allison annuì guardando Castiel che le fece un cenno di assenso. Sembrava volerle dire che era pronta, lei ci si sentì. "Dove li hanno radunati?"

"Alla palestra. Se i miei calcoli sono giusti, stanno per fare la loro mossa proprio ora."

"Ci vado subito" riattaccò e fece un grosso respiro dando una rapida occhiata a Dean e agli altri appena tornati. "Cass."

"Li aggiorno io. Tu vai, noi ti raggiungeremo in auto."

Lei annuì, poi volò via.

***

"Nessuno minaccia la mia famiglia. Nessuno!" Klaus spezzò il collo di uno di quei perfetti soldatini e deglutì a vuoto digrignando i denti. "Ditemi come liberare mia figlia da quella possessione e forse vi lascerò vivere."

Qualcuno rise, dal fondo della sala e avanzò con passo sicuro fino a guadagnare quasi il centro. Guardò in alto, verso Klaus ed Elijah e battè le mani. "Sempre così teatrali voi Mikaelson."

Elijah scosse il capo. "Dominic" gli disse. "Proprio non ne vuoi sapere di rimanere morto, vero?"

"Sono il braccio destro del male che credete di poter combattere e a differenza vostra, lei è leale. Uccidi il mio corpo e lei lo riporterà in vita."

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