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Le era mancata New Orleans, non avrebbe mai pensato di dirlo, non dopo tutte le cose spiacevoli che erano successe in quel posto, ma doveva ammettere che la città le era mancata. L'atmosfera gioiosa, i colori vibranti del quartiere francese. C'era vita a NOLA e per quanto lei amasse la sua città, non c'era paragone. Non aveva ancora incontrato nessun volto conosciuto, anche se aveva intravisto Josh davanti al St. James Infirmary mentre guidava per raggiungere la sua camera d'albergo.

I suoi contatti le avevano riferito che lavorava lì oramai da qualche anno, aveva preso la completa gestione di quel posto dove la magia era bandita. Era proprio da lui che era diretta in quel momento. Non voleva fargli del male, voleva solo sedersi lì dentro e aspettare... perchè era sicura che la prima cosa che il ragazzo avrebbe fatto, sarebbe stata avvertire Marcel o chi per lui.

"Non capisco Allison" le disse Lucas, braccio destro fidato e fedele, sempre pronto a guardarle le spalle. "Perchè non andiamo direttamente da Marcel?"

Allison mise il suo cellulare in borsa dopo aver letto il messaggio di Hayley che le comunicava che era quasi riuscita a prendere ciò che serviva. Sperò che anche lei sarebbe riuscita nella sua parte. "Perchè se ci presentassimo da lui, in casa sua, la prenderebbe come una specie attacco e noi non sono qui per attaccare."

"E per cosa siamo qui allora?"

"Per parlare e raggiungere un civile accordo. Voglio solo che lasci andare Klaus e gli darò quello che vuole perchè questo avvenga."

Lucas svoltò a sinistra e rallentò poco. "Lo capisco, davvero. C'è già stato sufficiente spargimento di sangue in questa città, ma hai pensato che forse il tuo piano potrebbe non funzionare?"

"Certo che ci ho pensato."

L'uomo fermò l'auto davanti al bar. "E hai pensato anche a cosa faremo in quel caso?"

Allison annuì aprendo lo sportello. "In quel caso distruggeremo ogni cosa che ci sarà di intralcio" disse decisa prima di scendere. Lucas la seguì ed entrò dopo di lei all'interno del locale. Lì dentro, notarono mentre prendevano posto ad un tavolo, niente era cambiato; c'era ancora anche quel piccolo palco di legno sul quale la sera suonavano musicisti appassionati. Con una fitta di nostalgia Allison si ricordò di Elijah seduto alla tastiera, un sorriso rilassato sul viso mentre la guardava con quella dolcezza che riservava solo ed esclusivamente a lei. Non ricordava esattamente quanti anni prima fosse successo, ma decisamente troppi.

"Stai bene?" le chiese il suo amico.

"Sì" lei si sforzò di apparire tranquilla, ma si disse che non aveva senso mentire. Non a Lucas che si era rivelato un alleato e amico leale. "No, a dire il vero non proprio. Sono vicinissima a riavere Elijah e dovrei essere felice, giusto? Eppure ho questa strana sensazione alla bocca dello stomaco."

"Anche io. Si chiama fame" scherzò lui cercando di farla sorridere. "Allison, tu sei la donna più caparbia che abbia mai incontrato. E sei anche la più forte, in tutti i sensi. Andrà bene, riavrai tuo marito e una volta che tutto sarà a posto, mi prenderò una meritatissima vacanza."

Allison lo guardò perplessa. "Sei un idiota." Gli disse accennando un sorriso. "Ma non avrei potuto fare niente di tutto quello che ho fatto senza il tuo aiuto. Sei prezioso per la Strige e sei un caro amico per me. Non sono sicura di avertelo detto, ma ti ringrazio Lucas, davvero."

"Io ringrazio te" replicò Lucas con un lieve sorriso. "La Strige si faceva vanto di essere un'organizzazione nobile ma Tristan aveva fatto di noi un gruppo di mostri rispettati solo perché temuti. Credevamo di non avere altra scelta, ma tu hai cambiato le cose e adesso siamo rispettati perché ci siamo guadagnati quel rispetto nel modo giusto; io ero un soldato, per me questo è fondamentale."

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