Cap.4

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Questa volta il cielo era sereno, ma qualche nuvola qua e là c'era. Le ragazze della stanza stavano parlando dei ragazzi o moda ed invece le bambine di quale gioco avrebbero fatto dopo le 16:30, cioè dopo il pisolino, io stò guardando il cielo immersa nei miei pensieri e stranamente si concentravano sempre a lui ed ai suoi occhi, quasi fossero una calamita per me.

Le nuvole formano diversi disegni, alcuni che sembrano dolci o quale altro cibo, ed altri hanno il viso di una persona che non ho ancora visto e per finire c'è la sagoma di qualcosa quadrangolare con qualcosa al suo fianco, aguzzo la vista ma non riesco proprio a riconoscere.

Sembra una scatola...

"Alexa! C'è Benny."

Mi giro verso la porta e sorrido alla bambina che mi ha regalato, a sua volta, un sorriso.
Le ho promesso di insegnarle a fare le divisioni e moltiplicazioni quel giorno al bar ed lei ne è stata molto contenta dato che qui vanno avanti con il programma senza aspettare nessuno, le faccio segno di sedersi sul letto mentre io cerco il libro di matematica e iniziare la 'lezione'.

Essa dura ben un ora, metà per uno e metà per l'altro, ed alla fine ha capito tutto alla perfezione, non proprio però... Una via di mezzo.
Il resto della giornata l'abbiamo passata a parlare fino all'ora del coprifuoco per la dormita delle 13:00, ma prima abbiamo pranzato ed in corridoio ci siamo salutate.
Le mie conquiline hanno tutte lezioni pomeridiane, come Benny, e quindi sono rimasta da sola con il silenzio a farmi compagnia, ma una strana presenza, chiamiamola così, mi ha spinta ad uscire dalla stanza ed andare in quella dei ricordi, come l'ultima volta ho dovuto stare molto attenta ad non essere scoperta per poi ritrovarmi davanti alla porta, la apro lentamente e mi ci fiondo dentro, letteralmente, per poi chiedere, la porta.

Mi guardo intorno vedendo molto più chiaramente gli scaffali dell'altra volta grazie la luce che entra dalla finestra, cerco il mio nome nella lettera A per poi guardare sopra di esso, la scatolina è dove l'hanno lasciata.
La prendo delicatamente, come se fosse di vetro, e la guardo attentamente.

"Non girare la manovella... "

Le parole che ha scritto mia 'madre' mi ritornano in mente dopo aver visto la manovella sulla faccia di destra, essa è arruginata e sembra che solo toccandola diventi cenere.
Un rumore di passi mi fà saltare sul mio posto, mi nascondo dietro all'ultimo scaffale e mi siedo per terra in modo da non essere, in qualche modo, scoperta, dopo di quello si susseguono molti altri più le urla dei bambini che mi fanno venere i brividi dietro la schiena, quando sento il silenzio mi alzo da tera ed, con passo felpato, mi dirigo verso la porta con la scatola stretta alle mie braccia.
Apro la porta e mi guardo intorno, cerco di non urlare per poi vomitare davanti a corpi morti dei bambini, mi dirigo verso l'uscita senza toccare i corpi, molti di loro li conoscevo ed avevano ancora una vita lunga davanti, un urlo si fà spazio nell'edificio.

Benny! 

Corro verso la sua direzione fino ad arrivare nella sala da pranzo, spalanco le ante e cerco Benny, il suo corpo è sopra una poltrona con vestiti strappati e la gola sgozzata, mi porto una mano alla bocca mentre le lacrime si fanno largo sulle mie guance.
Indietreggio fino a sentire qualcosa o qualcuno e un coltello è vicino alla gola, deglutisco il conato di vomito difficilmente mentre le lacrime diventino più frequenti ed i sighiozzi escono dalla mia bocca, sento un respiro vicino al mio orecchio e una voce dire...

"Corri."

Fà come dice e corro via da lí, entro nel corridoio dei 'speciali' ed corro velocemente verso la mia stanza mentre una risata malata occupa il silenzio di qualche minuto fà, cerco di aprire la porta ma è chiusa a chiave.

Quel bastardo...

"Hahahahaha!  Dove sei?"

Corro via da lì, svolto molti corridoi e salgo scale, le lacrime mi offuscono la vista facendomi cadere sui cadaveri e sporcarmi di sangue i vestiti, non sento più la risata di prima forte come prima ma più debole.

Arrivata all'ultimo piano mi nascondo nella soffitta dove si entra grazie una botola nascosta molto bene sul soffitto, mi avvicino ad un altra dove c'è uno scivolo che finisce al piano terra, cioè nelle cucine, dove c'è l'uscita secondaria. Ci entro e scivolo velocemente verso il piano, in tutto questo la scatola è ancora nelle mie mani ed anche essa è sporca di sangue, ma ci sono solo piccole macchie, arrivata al piano mi affretto ad uscire dalla porta ed entrare nelle cucine, silenzio, solo silenzio.
Corro verso la porta ma da essa ne entra un ragazzo con il coltello di prima puntato contro di me, sgrano gli occhi mentre piango silenziosamente, tiene il viso coperto un pò dai capelli e dal cappuccio della felpa bianca.
Paura, è ciò che ho provato appena ho visto il suo viso, le sue guance sono tagliate in un grande sorriso, le sue palpebre sono quasi inesistenti e gli occhi tanto colmi di pazzia quando di tristezza non capita, indietreggio fino a sentire qualcosa sotto i piedi, abbasso lo sguardo e vedo delle budella cacciate fuori.
Corro fuori e di nuovo sento quella risata che mi icita a correre più velocemente rispetto a prima, mi rifugio dentro a uno stanzino delle scope per riprendere aria.

Sono in trappola...

Angolo ⓜⓔⓔⓔ

???: Come in trappola?  E Jack? 

Ecco...

???: perché non gira la manovella? 

Io...

???: In uno stanzino? Ma siamo seri? 

Ma se...

???: deve giarare la manovella, perché non lo fà? 
???: Perché Jeff?  Non sarebbe stato meglio Eyeless Jack? 
???: non poteva nascondersi in un altro posto?  E poi Jeff... Perché?! 

*sospira frustrata*. Esaudirò i vostri desideri come il genio della lampada ma mi dovete dare tempo, ho solo DUE mani io, eh! 

COMUNQUE... Oggi suspance, già vi vedo fare molti film mentali, hihihi.  Yuppi!  Viva la suspance! 

Bay bay, piccioni!  Cruu cruu.

In the box [Laughing Jack] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora