Cap.1

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Il vento entra dalla piccola apertura della finestra ma ciò non gli vieta di far congelare completamente la stanza, le tende bianche e strappate ed sporche sotto volano di poco e la luce della luna, piccola e fragile, entra idistubata nella stanza facendo un pochino di luce.
I respiri delle ragazze o bambine sono molto numerosi e creano uno strano ritmo insieme al vento, tutte loro stanno dormendo tranquillamente e indisturbate mentre il guardiano controlla che non ci sia nessuno sveglio, difficile da nascondere ma sei hai anni di pratica non c'è niente da temere.

Quella notte stavo leggendo un libro preso dalla biblioteca ed mi 'nascondo' sotto le coperte appeno sento dei passi, il libro era ancora chiuso e il segna libro usciva dalle pagine facendo vedere il volto dell'autore in una foto.
In realtà non avevo molta di leggere questa volta, avevo una strana voglia di uscire da questa sudicia stanza ed andare ad esplorare nella stanza dei giochi o dei ricordi, lì venivano messi tutti i giochi o cos'altro che ci avevano lasciato i nostri genitori prima di lasciarci, erano tutti messi in ordine affabetico ed sicuramente il mio, se ce ne fosse uno, sarebbe stato dei primi.
Poso io libro sotto il cuscino e mi scopro dalla coperte, con passo felpato esco dalla stanza per poi ritrovarmi nel corridoio principale, svolto a sinistra e, mentre mi nascondo per non farmi scoprire, guardo le targhette delle porte per cercare quella giusta, ho sempre visto al buio fin da quando ne ho memoria ed ne vado fiera perché così non ho problemi a leggere o fare qualsiasi altra cosa senza combinare guai, svolto a destra e, dopo due porte, trovo quella giusta.
Abbasso lentamente la maniglia arruginita, cercando di non fare rumore, e apro la porta con la targhetta con su scritto 'Stanza dei Ricordi-Vietato' ma ovviamente nessuno segue gli ordini ed alcuni entrano di nascosto lì, chiudo la porta dietro le mie spalle mentre guardo i numerosi scaffali con giocattoli di tutti i tipi o piccole lettere che ci avrebbero consegnato alla maggiore età, cioè 18 anni ed io ne ho 16.

Altri due anni.

Guardo gli scaffali, uno ad uno, ci sono bambole di pezza tutte impolverate, giocattoli di legno quasi tutti mangiati dagli insetti e lettere molto vecchie che al solo tocco diventano cenere.
Leggo i nomi dei bambini e ragazzi che sono posizionati sotto ad un giocattolo o bambola, mi fermo appena leggo il mio nome 'Alexandra Drew', cognome preso a caso secondo me, ed guardo ciò che c'è sopra, mi meraviglio nel vedere una scatolina come quelle di Jack in the box e una lettera, prendo la lettera e la guardo tutte le faccie macchiate un pò dall'umidità e sporche di polvere.
Esco dalla stanza con la lettera in mano e mi dirigo nella camera che mi hanno assegnato, mi risistemo sotto le coperte nascondendo la lettera nel libro che poi lo riposo sotto il cuscino, cado fra le braccia di Morfeo anche con il freddo che mi fà rabbrividire.

Il sole che attraversa la finestra mi finisce sugli occhi e le urla di quella vecchia isterica non aiutano il mio sonno, mi alzo di busto ed, stiracchiondomi, mi guardo intorno, sono già tutte sveglie e si stanno preparando per le lezioni mattutine che dei professori privati fanno, io ho smesso, dato che non ero brava in nulla ed ora mi ritrovo tutte le giornate libere.
Quando sono uscite tutto inizio a sistemarmi pure io, rifaccio il letto dopo essermi vestita e prendo il libro da sotto il letto, esco dalla stanza ed, dirigendomi in giardino, mi siedo sotto il melo in fiore iniziando a leggere.

Arrivata alla pag. 237 noto la lettera che ieri ho 'preso gentilmente' dalla stanza dei ricordi.

Se mi scoprono sono cazzi amari.

Mi guardo intorno soffermandomi sui ragazzi o bambini che oggi per prima ora hanno palestra e stanno giocando o facendo sport in giardino, apro lentamente la lettera e prendo il foglio piegato al suo interno, apro pure quello e noto che la scrittura è illeggibile ed disordinata ma cerco di sforzarmi.

'Cara Alexadra,

Piccola mia, credo che appena leggerai questa lettera mi odierai con tutto il cuore per averti fatto entrare in quell'inferno dove ho vissuto pure io per 9 anni. L'ho dovuto farlo, era per il tuo bene e, anche se non mi crederai, io ora mi stò già pentendo di ciò che ho fatto. Hai trovato la scatola di Jack?  Non ridargliela sarà molto pericoloso poi e non girare la manovella, lo richiamerai così, queste sono le mie raccomandazioni.
Voglio dirti anche che mi manchi da morire, non mento se dico che forse già sono sotto terra, e ti voglio un mondo di bene piccola mia.

                              Baci, mamma.'

Sbuffai scacciando via le lacrime che battevano insistentemente sulla parete degli occhi per poi scivolare sulle mie guance, posai il foglio nella busta ed la nascosi fra le pagine del libro che ho ormai letto più di trenta volte ma che ci posso fare?  Questa storia mi ha affascinata anche solo vedendo la copertina ed aver letto la sua descrizione, Dracula in Love si chiama ed è una bellisima storia.

Guardo il cielo azzurro ricoperto da piccole o grandi nuvole, ed ascolto il canto degli uccellini che si nascondono tra i rami dell'albero e le urlq gioiose dei bambini, mi ritrovo a guardare proprio questi mentre giocano a nascondino o uno-due-tre-stella!  Sorrido per l'ingenuità e la purezza che hanno, sono senza problemi che li tormentoni in testa e possono giocare senza interruzioni, una del loro gruppo si nasconde proprio dietro all'albero dove sono appoggiata e qualche volta guarda il compagno che stà facendo la conta, ma non sembra felice di ciò, anzi, sembra preoccupata.

"Che hai? Perché sei spaventata?"

Le chiesi. Tremava come una foglia al vento e il suo sguardo trasmetteva paura mentre guardava il bambino che stava cercando i suoi compagni, trovandolo tutti mancava solo lei ma non potevano allontanarsi troppo o sarebbero finiti nei guai, i prof sono molto 'precisini' su ciò.
Guardo il loro sguardo, arrabbiato, pazzo e desiderioso, stavano parlando fra loro finché non si divisero in gruppi e iniziarono le ricerche.

Ora capisco! 

Quei mocciosi sono tutti contro di lei senza un motivo preciso, che cocardi, un gruppo di più 10 bambini contro una sola, non è giusto.

"Che cocardi."
"Aiutami... Per favore... "

Mi alzai da sopra l'erba e, prendendo la piccola in braccio, la porto in camera mia senza farmi vedere, ormai l'orario scolastico è finito da un pezzo e quei dannati uomini o donne non potevano dire nulla. La feci sedere sul mio letto e le sorrisi dolcemente mentre lei si guardava intorno, alcuni bambini hanno stanze diverse da altri per via delle loro capacità in qualcosa, come:
•Suonare uno strumato a tenera età;
•avere una memoria molto lunga o fotografica; 
•o avere un intelligenza maggiore agli altri o quadi.

Io sono dell'ultima categoria e non ne vado fiera, non mi serve essere lodata da chi non merita neanche un mio sguardo.

"Come ti chiami?"

Angolo ⓜⓜⓔⓔⓔ

AIIIDIII AAIIIDDIIII!!!!  TENERA, PICCCOLA, CON UN CUORE COSIIIIIII!!!!!

Finalmente. Non riuscivo a farmi venire un idea di come iniziare ed infatti l'inizio non è un gran ché, devo proprio dirlo, con tutta sincerità, che fà proprio cagare.
Ma... Capitolo a parte...
Mi sono inventata che Jack non è dentro la scatola, come dice in un certo senso la lettera, e Alexandra non devo girare la manovella o richiamerà Jack facendogli riavere la scatola, ma obbedirà alle parole scritte della madre?  O farà l'esatto contrario? 

Lo scopriremo più avanti, (neanche io sò come continuarla), e....

Bay Bay! 

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