La guardava, da lontano ma la guardava, era bellissima, si ripeteva nella mente, era bellissima anche quando è ricoperta di sangue o con gli abiti normali, rimase in quel punto per un bel pò, dire che aveva una voglia matta di andare da lei ed abbracciarla come se la fine del mondo fosse vicina era poco, era veramente poco, ma non poteva, voleva ma non poteva, quanto odiava le regole o quando gli davano degli ordini, lui era libero di fare ciò che vuole e se sbagliava, sbagliava, non poteva farci niente.
Ogni volta si chiedeva il perché di questo spionaggio, il perché gli avevano vietato di presentarsi a lei, vivo e vegeto, ma loro dicevano che le avrebbe fatto più male, il perché non poteva più uccidere, o santa Vergine, quanta era la voglia di avere quel fottuto liquido scarlatto sulle sue mani, non lo sapeva, ma poteva essere tantissima quanta poca, solo in quel momento, ed il perché proprio lei.Molte notti la pensava, ricordava la sua voce, ogni singolo momento passato con lei, sia bello che brutto, poi arrivava quel momento, quando vide lei correre verso di lui ma non ancora cosciente di chi fosse, aveva sbagliato a farle dimenticare tutto, ma ne era valsa la pena, almeno non era in pericolo, così credeva, appena l'aveva vista arrivare una strana sensazione di gioia gli era invasa nel corpo ma anche paura, paura che le facessero di nuovo del male, guardava sia lui che l'uomo davanti a lui.
' Rimase ferma mentre i suoi occhi si spostavano tra lui e l'uomo vestito con smoking, dopo un po iniziò ad indietreggiare per poi fermarsi, non se n'era accorto, era inseguita da qualcuno, guardò di nuovo l'uomo, gli sembrava di averla già vista quella scena, corse verso di lei quando vide il ragazzo tenerla ferma e non sembrava avere buone intenzioni, ma qualcosa lo fermò, si ritrovò scaraventato contro un'albero per poi esser preso e portato in aria, a stento tratteneva la risata, si, è proprio come l'altra volta, pensò prima di guardarla, lei stava ricambiando quell'azione, era sconvolta e confusa. Non ricordava molto ma sembrava che quel clown lo aveva già visto, forse aveva fatto parte dei giorni o mesi che non si ricordava, più lo guardava più si convinceva di quell'ipotesi, iniziò a ribellarsi da quella forza che la teneva ferma ma presa aumentava ad ogni suo tentavo, le sembrava di averla già vissuta quella scena, si ritrovò a guardare il ragazzo-clown proprio quando lo stava facendo pure lui.
Stavano rivivendo il giorno della loro separazione, ricordarono i due, come aveva fatto a dimenticare, si chiese, i ricordi dopo quella affermazione ritornavano pian piano, gli veniva da piangere, dal canto suo, il clown, guardava la ragazza che cercava di liberarsi mentre lo guardava, lo stava facendo pure lui, non voleva ricordare ma lo fece, ricordò quando le fece dimenticare tutto ciò che avevano passato insieme, poi, stranamente, la rivide, proprio quel giorno, il giorno della sua scomparsa, perchè si, se quella volta l'aveva scampata questa volta non ce l'avrebbe fatta. Lo vide spostare lo sguardo su l'uomo che lo teneva fermo, non riusciva a sentire, anzi, non voleva sentire, aveva appena prenotato la sua morte, lo fece arrabbiare, o almeno pensava, quella creatura non aveva volto ed era difficile capire cosa esprimesse, anzi, era impossibile, lo vide cadere per terra per poi combattere contro di lui, se quella volta l'aveva scampata questa volta sicuramente no, iniziò a divincolarsi più fortemente, voleva correre da lui per fermare questa sua pazzia.
Dopo quelle che sembravano ore arrivò il fatidico momento, un tentacolo oltrepassò il torace del clown facendolo cadere per terra, la presa diminuì e lei corse verso di lui con fare preoccupato mentre urlava il suo nome, s'inginocchiò affianco a lei, implorandogli di non lasciarla da sola, sentì delle gocce sul suo viso, aprì lentamente gli occhi, era molto stanco e sembrava che dormire fosse l'unica opzione, la guardava piangere, sorrise piano, stava per farlo pure lui, gli venne in mente il periodo di solitudine passato nella scatola, la fece comparire, la ragazza la guardò per poi passare lo sguardo su di lui, non sapeva cosa voleva fare, o forse lo sapeva ma non voleva che lo facesse, non voleva che morisse, cercava di fermare l'emorragia, era tutto inutile, il clown la fermò e avvicinò il suo viso al suo.
''Non piangere...''
Iniziò a dire mentre le forze lo stavano abbandonando lentamente, era una cosa bruttissima, se doveva morire voleva farlo subito, rimarginare la ferita era impossibile avrebbe voluto dirle quando vide che non lo faceva ma continuò la frase lasciata in sospeso.
''...Sei più bella ... Quando sorridi.''
Disse prima di scomparire in una nuvola di polvere e con se scomparve pure la scatola.'
Si girò per andarsene, non aveva nulla da vedere ora, i ricordi facevano un male cane, si disse mentalmente, iniziò a correre, non aveva nessuna motivazione valida ma voleva correre, forse una motivazione c'era, aiutava a non pensare ma prima o pio si sarebbe fermato ed allora i pensieri non si sarebbero fermati, neanche sotto sotto il suo volere.
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Lo vedeva ogni giorno, nascosto dietro un albero ad osservarla, era sempre nascosto da un mantello nero in modo da non essere riconosciuto, appena si faceva buio scompariva, come se si fosse teletrasportato, impossibile, si ripeteva, nessuno poteva farlo se non l'uomo alto, i suoi fratelli e, non molto spesso, L.Jill, decise di scoprire chi fosse, chi era lo sconosciuto che la osservava ogni giorno e poi scompariva nel buio della notte. Appena vide che se ne stava per andare scese dalla finestra ed iniziò a inseguirlo senza farsi sentire, quei anni di uccisioni per una volta servivano, si disse mentalmente, lo vide correre, lo fece pure lei, non voleva perderlo di vista per nessuno motivo al mondo, uscirono dal bosco, ma rimasero al suo margine, si avvicinarono ad un luogo abbandonato, vide la figura fermarsi davanti ad esso, si nascose dietro un albero quando vide che si guardava intorno, per poi togliersi il mantello...
Non ci poteva credere!
Si mise una mano davanti alle labbra per poi distogliere lo sguardo, era morto, non poteva essere lui, è impossibile, fottutamente impossibile, iniziò a correre verso la casa non preoccupandosi di non fare rumore, le lacrime le rigavano il volto, il sentiero si fece pieno di spine e non si preoccupò manco di quello, voleva solo andare a casa e chiudersi in camera. Arrivata aprì la porta di scatto per poi salire velocemente le scale, si chiuse in camera a chiave, si butto sul letto a pancia sotto e scoppiò, letteralmente, la delusione e la rabbia stavano prendendo il possesso del suo corpo accompagnati dalla tristezza e dalla nostalgia, il tutto si stava trasformando in pazzia ma non voleva cedere ad essa.
Sentì una mano accarezzargli la schiena, non le importava chi fosse voleva solo sfogarsi e piangere sembrava l'unico modo in quel momento, era riconoscente a chi fosse per essere rimasto in silenzio perchè non avrebbe sopportato una voce che la consolava, la faceva sembrare una bambina cosa che non era poi, aprì di poco gli occhi per poi iniziare a girarsi lentamente, Jill era seduta affianco a lei e le stava sorridendo in modo dolce.
''Prima o poi dovrai affrontarlo, Alex.''
Disse prima dia abbracciarla piano, quasi fosse un'oggetto di vetro, non voleva sapere come faceva a saperlo, forse conosceva il motivo delle sue lacrime, nostalgia, o forse la conosceva troppo bene da aver capito da sola, un'opzione vale l'altre, l'unica cosa che le importava ora er il perchè non si era fatto vedere.
''Perchè?''
Chiese tra le lacrime mentre stringeva la ragazza più saldamente, scuote la testa in segno di negazione, non lo sapeva e se lo avrebbe saputo sarebbe stata la prima a saperlo. In tutto questo tempo non sapevano che erano osservate dal motivo del pianto di lei, lo aveva scoperto, si maledisse mentalmente, non era quello in momento, non era ancora giunto il momento di farsi vedere.
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In the box [Laughing Jack]
Фанфик"Non ridargli la scatola o te ne farai padrone, non girare la manovella o lo chiamerai e te ne pentirai. Laughing Jack non scherza mai" Alexandra, orfana da quando ne ha memoria, si ritrova, nel bel mezzo della notte, a girovagare per l'orfanotrofi...