Cap.23

237 16 0
                                    

''Sono cambiato perché mi han cambiato, sappilo, sappiatelo. Anche il diavolo era un angelo.'' 

--- --- --- 

Mi guardo intorno, il luogo ormai lo conoscevo come se fossero le mie tasche, le sedie posizionate in modo che lo spettacolo sia visto da tutti, il grande palco rotondo posizionato in mezzo ed una porta coperta da due tende, in poche parole sono in un tendone da circo, precisamente in quello principale, ma non è caratterizzato da quei colori che facevano impazzire a tutti, era neutro, senza colori se non il bianco e il nero, forse anche dal grigio, poi, nel mentre dello 'spettacolo' s'aggiungeva anche il rosso scarlatto, rimasi tranquilla finché le luci non si spensero e la solita canzoncina suonava, prima docilmente, il ché significa che il bambino è appena arrivato, per poi diventare pian piano più inquietante ed molto disturbante, il bambino è molto vicino al tendone, appena vedi che le tende si aprono, quelle vicine ai posti, le luci si accendono facendo vedere la figura del pagliaccio al centro del palco, quando è arrivato?, penso prima di prestare attenzione alla scena, spero solo che il bambino se la cavi meglio degli altri, ma non ne sono tanto sicura, lo vedo avvicinarsi insicuro al pagliaccio che nel mentre gli sta sorridendo 'dolce', inizia la recita, chiudo gli occhi, l'unico arto che posso muovere, oltre alla bocca, ed senti il suono delle urla del bambino ed gli incitamenti da parte degli spiriti che sono comparsi insieme al pagliaccio. 

Appena sento che urla finiscono apro gli occhi, devo subito agire prima che mi faccia svegliare, guardo la scena, il bambino non lo si riconosce più, è tutto pieno di sangue e organi che preferisco non ricordare che funzione hanno, ed il pagliaccio, anch'esso ricoperto di sangue, si sta lamentando del fatto che la sua nuova vittima sia durata meno del solito, meglio così, penso per poi sospirare, sembra che non mi senta, oppure fa solo finta di non farlo, non capisco cosa voglia che io faccia, mi porta in questo mondo in cui il tempo passa in un lampo, nel mondo reale, ma qui invece non è neanche un'ora, lo vedo girarsi verso di me, ha una faccia dubbiosa, si, mi rispondo alla domanda di prima, mi sente e come, solo che, il bastardo, fa finta di nulla come se io non esistessi, sembra quasi che si stia domandando il perché io non abbia urlato come le altre volte ed ho deciso di stare in silenzio, non sapevo neanche io il perché semplicemente mi è venuto spontaneo, si avvicina alla mia posizione, si ferma ed si appoggia alla recensione che divide i posti dal palco, sul suo viso emerge un ghigno che non promette nulla di buono. 

''Allora sai stare in silenzio, ragazzina.'' 

Storsi il naso ed intrecciai le labbra, non poteva starsene lì, al suo posto, ad occuparsene del cadavere come faceva di solito? Ma no, rompiamo le scatole ad Alexa che è meglio. Lo vidi farsi serio di colpo per poi scomparire e comparire al posto davanti a me, se non fossi bloccata a questa sedia avrei fatto un salto che in canguri possono accompagnare, mi limitai a sgranare gli occhi per lo spavento ma assunsi un'espressione seria anche io, come molto spesso accade in questi giorni, anzi, mesi, rimase in silenzio, forse stava pensando ad un modo per farmi urlare o qualcosa di simile ma si limitò a darmi le spalle per poi scendere le scale, chiamò un bambino e gli disse qualcosa che non riuscì a capire data la distanza. Le luci si spensero di nuovo ed ricominciò la canzoncina, diavolo, pensai, sta facendo arrivare un'altro bambino, cercai di liberarmi per salvare, almeno, quello dato che, in tutti quei momenti dove sognava ciò, non facevo altro che urlare, pregando di smetterla, ma no ho mai provato a liberarmi. 

Sento le tende venir aperte, la figura del bambino cammina nel buio fino ad arrivare al 'parco', dove si accendono le luci, rinizia la recita, penso tra me e me, cerco di liberarmi il più velocemente possibile, voglio salvare almeno quel bambino, che ho scoperto essere di sesso femminile, perché fare una cosa del genere a dei bambini, non sono stati loro ad...Lasciarlo da solo, un peso all'altezza del petto si insinua come se non stesse succedendo nulla, riesco a riconoscerlo, sensi di colpa, ma per cosa, non ho mai visto quel clown in vita mia, almeno credo, ed non ho mai avuto contatti con lui, ...Almeno...Credo. Chiudo gli occhi appena sento le urla della bambina, non si può fare più nulla, ma non perdo la speranza, ci sarà un modo per liberarmi da questo peso che mi costringe a stare ferma e seduta sopra a quella dannatissima sedia, per lo più scomoda. 

''Jack...''

Sento dire dalle mie labbra senza accorgermene, come se fosse una cosa abituale, apri piano gli occhi, vedo il clown dare un colpo secco alla bambina prima di girarsi verso di me, con sguardo furioso, deglutisco, forse non è stata una bella idea interromperlo nel bel mezzo della sua opera, si ritrova di nuovo davanti a me e mi costringe a guardarlo negli occhi, solo ora noto che sono di un celeste ghiaccio, quel ghiaccio che ti fa venire i brividi, stringe la presa ed un lamento di dolore esce dalle labbra, soffocato da esse perché sono chiuse. 

''Sei veramente cocciuta ragazzina, ti avevo avvertito e tu non mi hai ascoltato.'' 

In the box [Laughing Jack] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora