Cap.16

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Pov Laughing Jack...

'All'inizio non voleva crederci, si ritrovava nella vecchia stanza di quel bambino che lo fece diventare come è adesso, si controllò tutto il corpo e notò che era ancora in bianco e nero, per questo tirò un sospiro di sollievo ma poi si fece delle domande, come mai era lì? Si ricordava che la ragazza lo stava curando e poi si era addormentato con lei affianco, cosa è successo dopo?  Che sia solo un sogno? 
Frenò i pensieri quando sentì dei passi salire le scale, erano pesanti, quasi come quelli di un uomo, dalla porta ci entrò un giovane adulto con una meschera veneziana, quelle che si usavano nel periodo della peste, sul volto e stava trascinando un sacco, mise il sacco e il suo contenuto sopra al letto, ormai definito 'piano delle torture', ed svuotò il sacco facendo uscire un bambino...
Era molto simile ad Isaac quando aveva la sua età, Jack sgranò gli occhi mentre il giovane adulto legava il bambino alle catene e gli toglieva il fazzoletto dalla bocca.

Pian piano il bambino cominciò a riprendere conoscenza, si guardava intorno spaesato e impaurito non capendo come ci sia finito lì, Jack si mise nella parte più ombrata della stanza mentre il giovane adulto torturava il bambino, le suppliche, gli urli e il pesante respiro del bambino galleggiavano nell'aria facendo scomparire il silenzio.
Quando il bambino morì il giovane adulto, che nel mentre non si è ancora tolto la maschera, gli tolse le catene e lo rimise nel sacco che poi prese fuoco per mano sua, si girò nella direzione di Jack mentre il fuoco gli illuminava il viso ancora coperto dalla maschera.

Al clown sembrava familiare quest'ultima, ma non si ricordava dove l'avesse vista, oppure non vuole ricordare, uscì dall'ombra della stanza e si avvicinò piano al giovane adulto che aveva spostato lo sguardo su di lui portandolo sul sacco che pian piano stava diventando cenere.
Vide la maschera entrare nel fuoco e bruciare assiame al corpo, Jack guardò il giovane adulto ma il suo viso era ricoperto di ombre create dal fuoco perciò non capì di chi si trattasse, le uniche cose che poteva vedere erano i suoi capelli biondi come il grano e il fisico di un normale ragazzo della sua età. Egli si sedette sopra al letto ormai sporco dal sangue, seccato, del bambino, anche se Laughing Jack non poteva vederlo in volto sapeva che c'era qualcosa che lo tormentava e lo stà facendo pure in questo momento, delle lacrime cadono dal viso del ragazzo che non emette nessun lamento tipico del pianto, era silenzioso, si teneva tutto dentro di se come se già sapesse che nessuno lo avrebbe mai capito o chi lo ha fatto ora è sull'altra sponda o ha preso le distanze.

Jack cercava di avvicininarsi, non sapeva il motivo ma era triste per quel ragazzo, era una sensazione ormai persa da anni e non capiva come mai con lui la stesse provando, tutti i suoi sforzi erano vani, non c'era modo di muoversi, neanche le dita delle mani si muovevano, era diventato una stutia, incapace di consolare un ragazza che, forse, ha già sofferto troppo, d'improvviso gli venne la strana voglia di ucciderlo, di compiere una sua vendetta personale, voleva mettere fine a quella inutile feccia senza nessun rancore e fargli smettere quel strazziante pianto che, anche se era silenzioso, riusciva a sentire le sue urla che lo incitavano ad soccombere alla pazzia.
Strinse i denti e i pugni talmente forte da fargli uscire il sangue dalle mani e dalle gengive, però una parte di lui gli diceva di resistere di ascoltare fino alla fine quel pianto silenzioso, perché si sà, il silenzio è la peggior condanna che potesse mai avere l'uomo, le due parti stavano lottando nella sua mente facendolo inginocchiere mentre si manteneva la testa, gli ricordava troppo queste sensazioni, il rimpianto dopo aver ucciso il suo migliore amico ma l'ha dovuto farlo, non è così? 

"Alla fine... Sei venuto lo stesso, Laughing Jack. Eppure... Avevi detto che non avresti più fatto ritorno in questo mondo."

Una sola parola pensò in quel momento ed essa era un nome 'Isaac' , si ricordò del primo periodo in cui era rimasta nel suo circo per giorni a pensare ciò che aveva fatto e i sogni non l'aiutavano minimamente, anzi, da essi ci entrava lo 'spirito' di Isaac e aveva promesso non ci avrebbe più fatto ritorno, ogni volta... Ogni fottutissima volta! Entrava nei sogni del clown per trasformarli nella 'sala del giudizio' e rifare le stesse identiche cose, il bambino che era stato ucciso era lui, esso era la dimostrazione che la purità che gli è stata portata via come i colori allegri del pagliaccio ed la sua allegria, poi brucia il corpo e inizia a mettersi a piangere mentre lui soffre tra due sentimenti contrastanti.

"L'ho fatto!  E per 100 anni ci sono riuscito ma... "

Isaac alzò il capo di scatto con un sorriso che non prometteva nulla di buono, il clown si alzò da terra mentre guardava neutro e freddo il ragazzo, quest'ultimo si alza dal letto dirigendosi alla scrivania iniziando a cercare qualcosa fra la pila di fogli che erano stati posizionati lì sopra, buttò tutto a terra quasi con furia ma solo un foglio rimase sopra alla superfice liscia della scrivania, il ragazzo lo prese ed sembrava che il sorriso si stava allangando sempre di più ma poi ritornò serio quasi come un nobile che nota il suo irrispettoso comportamento, si avvicinò al clown tenendono quel foglio in mano.

"È quella ragazza vero?  He! Sicuramente farà la stessa cosa che ha fatto la madre, un'altra approfittatrice!"

Il clown lo press per il colleto alzandolo facciondoli rimanare faccia a faccia, strinse la presa quasi con l'intenzione di ucciderlo di nuovo mentre guardava il ragazzo com un'ora pura, egli si stupì di quanto affetto stia provando nei confronti di un'umano che non sia lui era quasi... Geloso.

"Isaac!... Tormentala con uno dei tuoi strani trucchetti e io ti faccio riprovare la sensazione di morire, ci stai?"

Il sorriso del clown era uguale a quel del ragazzo che subito dopo venne lanciato contro il muro, il clown si guardò intorno notando che ci sono più cose dall'ultima volta che ci aveva fatto visita, nel mentre il ragazzo si alza dolorante da terra guardando male il clown che al momento non lo stà cagando di striscio.

"Fammi uscire!"

Disse il clown ma venne accolto da un sorrisino del ragazzo che, secondo lui, non vedeva l'ora che questo momento arrivasse.
Il buio accolse la stanza così anche il freddo, facendo dubitare, in un certo senso, della sua scelta ma voleva ritornare nel mondo reale e per farlo doveva chiedere ad Isaac, lui non è nulla in questo mondo.

"Arrivederci, caro amico."

Sentì ciò prima di perdere i sensi e non capire più nulla.'

Mi sveglio in una stanza buia, al di fuori provenivano diversi rumori e voci, l'umana entra com una vacinella insieme a Jill, aspettate un attimo! Jill?  Che ci fà qui? 
Cerco di alzarmi mentre vedo Jill avventarsi su di me e abbracciandomi come se fossi un peluche, l'umana sospira esasperata dal comportamento di Jill mentre posa la vacinella sul comodino affianco al letto, appoggia una sua mano sulla mia fronte e toglie il panno che era su di essa, panno che io non avevo minimamente notato, mi gratto il capo ma noto delle fascie contornare la mia testa.

"Hai dormito per ben due settimane, Jackie, sai quanto mi sono preoccupata?"

È passato tutto questo tempo?

L'umana mi guarda fredda, sguardo che non avevo mai visto sul suo volto.

Cosa è sucesso mentre dormivo?

Angolo ⓜⓔⓔ

Ed ovviamente solo io posso sapere cosa sia sucesso in questi giorni ad Alexa im compagnia di Jill, le avrà detto qualcosa che Jack non le aveva detto?  Oppure qualcosa di più pesante? 

Lo scoprirete sul prossimo capitolo!! 

Bay bay!!!

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