Cap.18

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'' Tu dici che ami la pioggia, ma quando piove apri l'ombrello... Tu dici che ami il sole, ma quando splende cerchi l'ombra... Tu dici che ami il vento,  ma quando tira chiudi la porta... Per questo ho paura quando dici che mi ami.'' 

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Jill quel giorno era, normalmente, se si può definire normale, felice, non sapevo di che cosa ma non m'importava, continuava ad fischiettare, cantare pezzi di 'Pop! Goes the Weasel' e parlare con i bambini di cose che non capivo, lo faceva a bassa voce in modo che io non potessi sentire, Jack, invece, era in camera sua a dormire, non si è ancora ripreso dalla febbre e le ferite non hanno voglia di rigenerarsi, quasi quasi penso che lo stia facendo a posta per essere al centro dell'attenzione, ma è ciò che fanno tutti i clown, almeno credo.                                                                     Io, come sempre, curavo sia i bambini che il clown, ma quando non ho niente da fare faccio un giro per il carnevale, in questo momento stavo guardando la ruota panoramica e mi sentivo osservata, non ci feci caso, saranno i bambini che controllano quella zona, quanto mi sbagliavo. 

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Era a letto, quel giorno non era proprio in forze, forse la febbre gli era salita di nuovo, ed non aveva niente da fare, aveva cercato di far rimanere l'umana in camera sua per avere un pò di compagnia dato che Jill, in certi momenti, poteva essere davvero fastidiosa, quel giorno lo era di più, era rimasta nella stanza per 2 ore intere a parlare di cose che non gli importavano, si era fermata solo quando era entrata l'umana nella sua stanza per portare la colazione e cambiare le bende, poi aveva iniziato di nuovo. Ora era seduto nel suo letto mentre guarda il muro davanti a se, sentì dei passi accompagnate da delle voci, voci che conosceva troppo bene, si rabbuiò chiedendosi come avessero fatto a trovarlo ed entrare nel suo circo, la maniglia delle porta si abbassò ma non si aprì, l'aveva chiusa per non essere disturbato, dimenticandosi però che Jill poteva teletrasportarsi ed i bambini potevano attraversare sia muri che porte, ma non lo avrebbero fatto se lui non voleva o finiva male, si risvegliò dai suoi pensieri quando la serratura venne aperta e dalla porta ne entrarono alcune creepypasta, l'unica opzione possibile era che Jill li avesse fatto entrare e ciò lo fece molto arrabbiare, per colpa sua la ragazza era in pericolo e lui non poteva fare nulla, che grande doppiogiochista. 

Venne preso anche se aveva cercato di liberarsi, maledisse mentalmente la febbre e quel bastardo di Jeff che lo aveva attaccato procurandogli ferite che non poteva curarsi da solo, lo trascinarono verso il centro del tendone, portandolo fuori dalle quinte, c'erano alcune creepypasta, compresa Jill che rideva sotto i baffi, l'avrebbe pagata cara per ciò, vide lo Slenderman davanti a se e fra i suoi tentacoli aveva l'umana, cercò di liberarsi dalla presa ma era troppo debole, continuava a guardarla, sembrava priva di sensi dato che non stava cercando di liberarsi, o forse non voleva farlo, lo avrebbe lasciato solo proprio come Isaac, si diede uno schiaffo mentale, gli aveva promesso che non l'avrebbe lasciato perchè, dopotutto, era di sua proprietà, si ricordò delle scatola e si chiese dove fosse, non ce l'aveva con se... 

''Laughing Jack, che bello rivederti.'' 

Disse l'Operatore, il clown cercò di svuotare la mente da ogni singolo pensiero ma la preoccupazione per la ragazza lo tradì, la gelosia stava prendendo il sopravvento, nessuno poteva toccarla, nessuno tranne lui, l'uomo guardò la ragazza, le alzò il viso facendolo vedere a Jack, stava perdendo sangue dalla testa ed un'espressione di dolore comparì sul suo volto, stava perdendo la ragione, chi aveva usato farle del male, lo avrebbe squartato senza esitazioni. 

'' Ti preoccupi più della ragazza che per te stesso, Laughing Jack? Dov'è finito il clown omicida che pensa solo a se stesso?'' 

La ragazza aprì lentamente gli occhi guardando il clown, stava soffrendo ed lui era impotente, quasi come se non avesse i 'poteri' che lo hanno accompagnato per tutta la sua lunga esistenza, guardò l'uomo-senza-volto con rabbia, se voleva giocare, giochiamo, lui era imbattibile in ogni gioco, sorrise divertito lasciando un''espressione' stranita sul volto dell'Operatore. 

''Oh, caro Slendy, quel clown non è mai scomparso ma, sai, odio quando le altre persone toccano le mie cose, in special modo le mie prede.'' 

E si mise a ridere malsanamente, non era in lui, questa era la seconda volta che lo vedeva così la ragazza, era spaventoso, si liberò dalla presa delle creepypasta senza sforzo, in un lampo le forze gli erano ritornate come la pazzia, voleva a tutti costi prendere la ragazza e portarla via da li, questa era una faccenda tra lui e quell'uomo, non POTEVA mettere in mezzo una cosa, anzi, una persona, di sua proprietà, gli davano sui nervi le persone che fanno così. 


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