Cap.5

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Pov Jack.

Il tramonto arrivò subito oggi, guardarlo mi faceva ricevere molti ricordi e fra questi ce ne erano alcuni molto dolorosi.
Il cielo sembrava sereno ma delle nuvole nere si vedono da lontano ed sono cariche di pioggia, le strade sono tutte vuote nella via dove sono io ma i clacson delle macchine creano delle strane melodie insieme al canto degli uccellini e il buio della stanza viene sostituito, per un pò, dai raggi del sole calante.

La notte arriva come il tramonto, tremendamente veloce, le strade adesso sono completamente deserte, tranne per alcune dove ci sono uomini che tornano dal lavoro, ubriaconi etc.
Io sono su una di quelle deserte, ho lasciato la casa incostudita appena non ho sentito più la confusione di qualche ora prima, guardo le case, i palazzi e gli hotel che si susseguono, poi ci sono i negozi chiusi e i bar ancora aperti, ma la voglia di uccidere si fà viva e la passeggiata notturna finisce qui.
Entro nella prima casa che adocchio da lontano, le luci sono ancora accese, alcune, e delle sagome fanno avanti e indietro, ne sono 3 una è ferma in una stanza del primo piano e le altre due sono al piano terra, iniziamo dai primi due.

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Il sangue che cola dagli artigli crea una pozzanghera di sangue e quello che cola fuori dalla mia bocca crea una scia che inizia dalle labbra e finisce sul collo, molte macchie color cremisi creano un pò di colore al mio vestito nelle parti bianche ed alcune di esse sono pure sul mio viso.
Corro lontano da quella casa dopo essermi dato una bella ripulita e aver preso delle scorte di cibo, anche se non mi serve ma non si sà mai.

Il sole sorge nel momento in cui arrivo nella stanza in cui alloggio per la notte e scaccia via il buio che si è impadronito della stanza per delle ore, mi sdraio sul materasso vecchio di molti anni ed chiudo gli occhi per poi cadere fra le braccia di Morfeo.

' "perché lo fai?"
Me lo chiese con tanta innocenza da farmi pentire di essere uscito per poi essere ritornato ricoperto di un liquido color cremisi. Anche lì, il passato, mi perseguitava e non mi voleva lasciare da sotto la sua ala spennata.
"Il primo possessore della scatola mi fece diventare così. Prima ero allegro e colorato, come tutti i pagliacci del resto, ma poi mi abbandonò e quando ritornò avevo perso tutti i colori ed si era dimenticato di me. Lui mi ha 'insegnato' ad uccidere, ma io a quei tempi lo presi per un gioco, e quando mi ritrovò, ed mi fece uscire, iniziai questo 'gioco' con lui. D'allora uccidere è come una droga, è difficile farne a meno."
Mi guardò tristemente ma poi mi sorrise, uno di quei sorrisi che ti fanno perdere la testa ma che chi lo fà non lo sà. Mi limitai a sorridere pure io ma malinconicamente ed aspettai che mi ordina di rientrare nella scatola, non lo fece e per questo mi sorpresi.
"Posso abbracciarti, Jack?"
"Si... "
I suoi abbracci, anche quelli ti facevano perdere la testa ma allo stesso tempo ti trasmettevano calore e protezione.
"Mi dispiace, Jack..." '

Apro lentamente le palpebre ma per poi richiuderle per via del sole che stà già tramontando per lasciare via libera al buio, alla luna e alle stelle con le loro strane costellazioni.
Mi alzo di busto e mi stiracchio, il scricchiolio di alcune ossa si fanno spazio nel silenzio che regna sovrano nella stanza.

"Mi dispiace, Jack... "

Quel 'mi dispiace', all'inizio non l'avevo capito ma poi alla fine anche lei ha fatto come Isaac ma mi ha lasciato fuori dalla scatola, portandola con se, dato che sapeva che i miei attacchi di pazzia l'avrebbero distrutta se sarei rimasti lì dentro per altri anni.

16 lunghi anni.

Chissà che fine avrà fatto, sotto terra è il suo posto, è un ingannatrice!  Prendo delle lunghe boccate d'aria per calmarmi mentre guardo la luna prendere il posto del sole.
Anche lei, testimone di molti fatti accaduti, sà cosa successe quella sera, il 9 gennaio del 2001.

' Ero ritornato dalla mia 'passeggiata' serale ed, come ogni volta, era ricoperto, di poco, di sangue. Quando entrai nella casa e non vidi nessuno in giro non ci feci molto caso, Sarah a quei tempi dormiva poco e una bella dormita prima delle 5:00 non guasta mai, mi guardai intorno per cercare la mia scatola, essa era adagiata, come sempre, sul tavolino di vetro del soggiorno ed davanti ad esso c'era il comodo divano dove si riposava sempre.
Quella sera però ero ritornato prima, quando la luna era ancora la regina del cielo, perché gli sbirri per un pelo non mi acchiapparono e sbattuto in cella!
Mi distesi sul divano e chiusi gli occhi, dopo alcuni minuti sentì dei rumori, pensai fossi il gatto di Sarah che scendeva per andare nella sua cuccia ed allora tenni gli occhi chiusi senza preoccuparmi, dopo un pò mi addomentai.

Il giorno dopo mi svegliai grazie ai raggi del sole e, alzandomi col busto, mi guardai intorno, c'era troppo silenzio. Guardai verso la scatolina ma notai che essa non c'era ma al suo posto c'era un foglietto con sù scritto:
Mi dispiace, Jack.
Le stesse parole che mi disse quella volta.'

Dopo minuti che guardo la luna e le sue amiche stelle, una canzoncina che riconoscerei da mille km rimbomba nella stanza, o nella mia mente, ed un fumo nero mi avvolge, un ghigno malefico si fà spazio sulle mie labbra.

Si rinizia.


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