c'era questo campo di un verde sconfinato, non uniforme bensì passato da linee simili a venature dove giacevano papaveri di un rosso acceso, infiniti. Parevano vene aperte da cui sgorgava il sangue della primavera, di una Grande Madre che nutre i propri figli con il suo sangue; una Grande Madre sanguinante per figli ingrati che a piene mani si beano della sua linfa vitale, smembrandola e riducendola ad un sussurro agonizzante.
quei papaveri purpurei erano mossi dal sottile vento di primavera e gridavano in un muto pianto la disperazione per i loro ultimi giorni di vita, piangendo già il sole che li riscaldava, senza mutare la loro eleganza malinconica; con quei petali fragili tessevano i canti di nostalgia per quella fonte di luce che, a breve, avrebbe smesso di illuminarli e, nel caso del vento, che avrebbe smesso di danzare con loro un lento come un ultimo ballo al chiaro di luna abbandonandoli alla loro ultima scintilla di vita con un baciamano di altri tempi; tessevano i loro canti funebri come sudari presto dimenticati affrontando senza paura il momento della loro morte, aspettandolo anzi pronti a sospirare un addio al mondo con l'eleganza innata che solo un figlio della Madre Terra, un'eleganza antica e inafferrabile, possiede pronti a giacere per sempre sul ventre della loro generatrice.
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πρόσωπον
Poetrypensieri sconnessi, piccoli testi, frasi o solo uniche parole come scintille sul fondo buio dell'oceano. - dedicata alla Luna e all'Arte #113 in Poesia 682017 #109 in Poesia 682017 #84 in Poesia 882017 #66 in Poesia 982017 #51 in Poesia 2582017 ...