dead sunflowers

41 8 2
                                    

davanti i miei occhi si apre un campo di girasoli, ma non sono i girasoli dipinti da Van Gogh, vivi e splendidi, quasi allegri, speranzosi, eterni.
Sono girasoli morti, rinsecchiti, scuri, rivolti verso il basso, fragili e sconfitti. Dio, quanto sono belli questi fiori, quanto sono tristi. Sono il risvolto della bellezza di ciò che è spensierato, il ritratto della morte, l'amante della vita. Sono color grafite, statue di cenere, soldati stanchi di una guerra persa contro il tempo, un disegno in carboncino che sparisce sotto la superficie di un lago di illusioni svegliate dal loro lungo silenzioso sonno dal grido lacerante della realtà.
Sono occhi vuoti, lo sguardo perso di un'anima fragile che è stata tenuta in mano e fatta cadere da un giocoliere distratto.
Non sono più del Sole, lui li ha traditi, li ha lasciati morire, li ha illusi, ora volgono il loro pianto alla Luna, sempre lei, silenziosa, candida. Una fanciulla al capezzale di un artista morto.
Sono spiriti persi, all'angolo di una strada vuota, dimenticati, nessuno li guarda più, nessuno li fotografa, nessuno piange la loro morte.
Credo sia questo il loro massimo splendore, in un certo senso, la massima espressione della loro natura dove per massima s'intende la più onesta, cruda. Loro, proprio quei fiori che sembrano eterni, loro hanno accettato il loro essere e si sono abbandonati alla litania dolce della morte.
Un giorno cadranno, torneranno a stendersi sul petto della Madre aspettando di diventare nuovamente parte di essa, dopo aver gustato la luce del Sole per cui sono nati, provato il dolore di un amore dissoluto e illuso, accarezzato la Luna nella solitudine della consapevolezza e tornati al nido caldo e sicuro delle origini.
Sono solo fiori, sono solo fiori morti, eppure dicono così tanto, esprimono più concetti di quanto un discorso di ore possa fare.
Sono Arte nel modo più puro.

 πρόσωπονDove le storie prendono vita. Scoprilo ora