Capitolo 10

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"Quant'è che aspettavi di darmelo?" gli chiedo portando le mani sui fianchi.
"Beh,poco prima dei diciotto anni,speravo che allora ti saresti decisa.L'ho visto in una vetrina e ho pensato a te,in più mi sono fatto incidere il nome!" si volta verso la macchinetta e continua ad armeggiare nervosamente pigiando tutti i bottoni
"Grazie ancora!Davvero." gli dico infine guardando il portachiavi.È così originale e bella come idea,sono un pò imbarazzata.
"Mi ringrazierai quando prenderai la patente!" sogghigna sotto il baffo brizzolato.
"Vuoi già salire in macchina con me?A tuo rischio e pericolo!" rido ad alta voce.Lui mi guarda semplicemente e mi fa un mezzo sorriso:"Vatti a cambiare,il caffè è pronto!" mi prepara il caffè tutte le mattine,è un uomo premuroso e amorevole.
"Te l'ho già detto che ti sposerei?" gli dico scherzosamente mentre mi riavvio verso gli spogliatoi.
"Tutti i giorni!Ma quando lo farai?" mi prende in giro.
Gusto lentamente ogni minimo sorso del caffè fumante preparato da Felix,le sensazioni che provo al momento sono indescrivibili.Come se qualcosa dentro di me si svegliasse e accendesse ogni interruttore del mio corpo.Il calore del liquido inonda tutta la mia bocca,scendendo giù per la gola come lubrificando qualcosa di fermo da molto.
Mi porta con sè in un mondo a me sconosciuto,un mondo privo di frette e di orari,un mondo tranquillo e libero da qualsiasi vincolo angosciante.Un mondo dove la gente sorride alla luce del sole nonostante il freddo e il vento gelato che ti entra nelle ossa.
Finito l'ultimo sorso di caffè ecco che finisce anche questo mondo meraviglioso.Un mondo inventato da me,perchè nella realtà è tutto ben diverso.
Tutti corrono e hanno fretta,tutti hanno un orario e qualcosa a cui pensare,troppe cose a cui pensare.
Nella realtà la cosa triste è che la gente qui a malapena dice grazie o ti fa un semplice sorriso cortese.Solo musi lunghi e lamentele di tutti i tipi,anche per stupidaggini.
Amo stare al pubblico e ammetto che le persone mi intrigano,ma avvolte mi chiedo dove la trovi tutta questa pazienza di sopportargli.
"Elizabeth,ci vogliamo dare una svegliata oggi?" Felix mi riporta a me e alla triste realtà.Si agita a destra e sinistra picchiettando sulla tastiera della cassa.Si sono formate due file.Una davanti a lui e l'altra impaziente e quasi stufa davanti a me.Mi stanno decisamente fulminando con gli occhi,qualcuno adirittura picchietta il piede per terra.Qualcuno sbuffa e ruota gli occhi al cielo.
"Dovremmo assumere qualcun altro qui!" gli sorrido mettendomi al lavoro preparando caffè,cappuccini,frappè e servendo briochès a destra e a manca come una forsennata.
"Forse,anche perchè la mia dipendente ultimamente dorme in piedi!" mi passa dietro con mossa agile cercando di darmi una mano a servire le briochès e sorride.È sul punto di dire qualcosa ma non sa se dirlo.Quando ecco che apre bocca,respira,ci pensa un attimo mordendosi il labbro:"Non sarai mica innamorata?" la bomba.
Scoppio in una fragorosa risata la quale non sono riuscita a trattenere.Per nulla.Le persone si fermano a guardarmi come se avessi due teste,ma non gli do molta importanza e continuo con quello che stavo facendo.
"E di chi?" gli chiedo continuando a sorridere.
"Dimmelo tu!" dice tornandosene nuovamente alla cassa.
Beh,il problema è che al momento non ho nessuno.
Poteva essere interessante un tête à tête con il ragazzo della metrò,ma anche lui senza conoscermi mi ha liquidato con un bel "potresti offrirmi un caffè" non sapendo nemmeno della sua esistenza prima d'ora.
Posso semplicemente dire che non sono proprio fortunata in quel ambito.
Ma nella mia solitudine e la mia indipendenza sto molto bene.

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