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Mi sveglio e mi ritrovo tra le braccia di Ryan. Alzo la testa per guardarlo in volto, e quando vedo che sta ancora dormendo, mi prendo il tempo per osservarlo.
I miei occhi percorrono tutto il suo viso, partono dai capelli disordinati - che trovo buffi - proseguono lentamente sulla, fronte, gli occhi; quegli occhi verdi che con la loro intensità mi fanno tremare.
Ho detto tremare? Si. Non me ne sono mai resa conto, ma i suoi occhi hanno sempre avuto questo effetto su di me, e posso dire che da ieri sera l'ho capito.
Le sue labbra, sono socchiuse leggermente piegate verso il basso.
La barba corta lo rende più grande, più uomo. Un tempo trovavo che la barba fosse sporca e fastidiosa, la trovavo... ecco... non mi piaceva! Adesso invece, trovo che renda l'uomo sexy.
Lo guardo ancora per qualche minuto, poi mi alzo facendo attenzione a non svegliarlo.
Mi metto a sedere e mi guardo intorno. Mi chiedo come sia arrivata a questo punto. Dormire a casa del mio amico perché a casa mia non ci voglio tornare. Spero solo che se ne sia andato, altrimenti davvero non ci torno più.
Mi alzo lentamente, prendo i miei abiti che sono poggiati sulla sedia e vado in bagno per cambiarmi.
Spero di non incontrare Camille.
È domenica, e per quel poco che so, la domenica dorme fino a tardi; quindi non c'è pericolo.
Prima busso per vedere se è libero: via libera. Entro e chiudo la porta alle mie spalle.
Mi avvicino al lavandino e mi sciacquo il viso, mi guardo allo specchio. Il poco mascara che avevo è tutto colato.
Guardo la doccia alle mie spalle attraverso lo specchio: << Cosa darei per una doccia. >>
Ma non mi sembra il caso di dare fastidio, più di quanto ne abbia già dato.
Sciacquo ancora il viso, poi mi asciugo.
Sollevo la maglietta che Ryan mi ha prestato; ha il suo odore, e proprio quando l'ho sfilata del tutto, la porta del bagno si apre e io mi volto di scatto, per poi dare un urlo e voltarmi di spalle.
<< Ryan! >>
<< Oh, mio Dio! Non credevo fossi
qui! >>
<< E dove credevi che fossi? >> tengo la maglietta al petto per coprirmi.
<< Non ti ho trovata quando mi sono svegliato e non ho visto i tuoi vestiti, quindi ho pensato che fossi andata
via. >>
Sto per voltarmi verso di lui, ma ricordo di essere ancora mezza nuda, allora resto di spalle.
<< No, non me ne sarei mai andata senza salutarti. >> spiego.
<< Okay. >> lo sento tirare un sospiro di sollievo e sorrido.
<< Ryan, potresti uscire, così mi cambio? >> dico ridacchiando.
<< Oh! Ma certo! >>
Sta per andare via quando lo sento fermarsi e riprende a parlare: << Se vuoi fare una doccia, ci sono le asciugamani nel mobile sotto il lavandino. >>
Mi volto senza pensarci: << Oh, grazie! Ne ho proprio bisogno! >>
Avvampo. Vedo Ryan squadrarmi: i suoi occhi si fermano sulle bretelline del mio reggiseno che si vedono nonostante il ci tenga la maglia poggiata sopra.
<< O-Okay. Vado allora. Ti aspetto di la... Nella... Nella mia camera. >> balbetta. Arrossisce anche lui.
Annuisco e poi va via chiudendo la porta. Cammino verso essa e questa volta la chiudo a chiave. Come ho fatto a dimenticarmene prima?

Dopo una lunga doccia, mi vesto e raggiungo Ryan in camera sua.
Sono sempre in allerta, non vorrei incontrare Camille.
La porta è chiusa: spero di non trovarlo in boxer o a torso nudo, o in procinto di cambiarsi, così decido di bussare.
<< Alexa vieni... >> sento, così apro lentamente la porta e controllo che sia tutto okay. È vestito! Per fortuna...
<< Tesoro devo andare, ci sentiamo. Okay? >>
Oh... con chi starà parlando? Di sicuro con la fidanzata, dato il termine che ha usato.
Mi siedo e aspetto che termini la chiamata.
Posa il cellulare sul letto e viene verso di me, mi abbraccia e mi sussurra all'orecchio: << Buongiorno. >>
Il dolce suono di questa semplice parola mi fa venire i brividi.
<< Buongiorno. >> ricambio.
<< Mi dispiace per prima, non sapevo fossi ancora qui. >> si scusa, ma non ha nulla da scusarsi.
Scuoto la testa e sorrido: << È tutto okay. >>
I miei occhi si posano sul suo cellulare: << Fidanzata? >> chiedo curiosa.
Inarca un sopracciglio: << Cosa? No. Mia sorella. >>
Lo guardo confusa: << Tu e tua sorella abitate nella stessa casa e vi parlate al cellulare? >>
Ryan scoppia a ridere e sono sempre più confusa.
<< Oh, Alexa. Tu mi fai morire. >>
<< Non capisco. >> davvero non ci sto capendo niente. Di quale sorella sta parlando? Perché dalla sua risata deduco che non parli di Camille.
<< Ho un'altra sorella. Più piccola. Di dieci anni. Patty. Vive a Londra con i miei zii. >>
<< E perché? >>
Sospira e noto il suo sguardo cupo:
<< Quando dovevamo trasferirci qui, mia madre ha cercato le migliori scuole per ognuno di noi, per mia sorella non l'ha trovata. Aveva deciso che dovevamo andare nelle migliori scuole.
Per Patty non le piaceva nulla, così ha deciso di lasciarla nella sua vecchia scuola. >> spiega.
<< Quindi prima vivevate a
Londra? >>
Annuisce.
<< Come ha fatto tua madre a lasciare la figlia li? >>
<< Non me lo chiedere. Non lo so. Ha questa fissa per le scuole! O è buona o non ci vai. >>
Resto sempre più sconcertata da quello che mi dice.
<< Davvero? >>
Annuisce: << Davvero. >>
<< Scusa se te lo dico, ma tua madre è strana forte. >>
Ridacchia: << Non temere, non ti ammezzerò per ciò che hai appena detto. >>
Sorrido timida, << È la verità! Mia madre è strana forte. >>
Ridiamo insieme, poi non so come ci ritroviamo abbracciati, e non appena ce ne rendiamo conto, ci stacchiamo ed entrambi arrossiamo.
Tossisco per schiarirmi la gola e Ryan si passa una mano fra i capelli, decisamente imbarazzato anche lui.
<< Io... Vado. >> dico. Gli rivolgo un sorriso, poi mi stringo nelle spalle:
<< Grazie Ryan. Davvero. Sei un grande amico. Non so cosa farei senza di te. >>
Mi abbraccia di nuovo. Resto a braccia aperte per qualche secondo, mi ha del tutto sorpresa. Ancora; poi avvolgo le braccia attorno ai suoi fianchi e mi stringo a lui.
Serra la presa e stringe più forte. Mi manca il respiro per quanto mi tiene stretta a se, ma poco importa se si sta così bene nel suo abbraccio.
Restiamo abbracciati per un paio di minuti, poi mi lascia andare e io vorrei che non lo avesse fatto.
<< Andrà tutto bene. >> mi sfiora la guancia e un brivido mi percorre lungo la schiena.
Cos'era quello? Non ci sto capendo più nulla.
<< Adesso vado. >> dico.
<< Non vuoi fare colazione? >> chiede.
Scuoto la testa e lo ringrazio, ma devo tornare a casa.
Lui annuisce e mi accompagna alla porta. Proprio quando usciamo dalla sua camera, incrocio lo sguardo di Camille. Lo abbasso immediatamente. Non sono in vena di critiche, quindi decido di ignorarla.
<< Te la porti anche a letto adesso? >>
Alzo gli occhi su di lei e faccio per dire qualcosa, ma Ryan mi ferma.
<< Ignorala. È solo una stronza. >> ringhia Ryan trucidandola con lo sguardo.
Avevo detto di volerla ignorare, ma questo è troppo. Non sono una puttana! Non sono lei.
Con uno scatto mi avvicino a lei:
<< Sei una maledetta stronza. Falsa e bugiarda. Non meriti Ryan. Non meriti di avere un fratello come lui. >> sbotto.
Tiene gli occhi fissi nei miei e io sostengo senza timore il suo sguardo. Non mi intimidisce. Lei non vale più di me. Lei non è nessuno per credersi migliore di me o di chiunque altro.
Mi sento afferrare per le braccia e poi tirare indietro: è Ryan.
<< Non ne vale la pena. >> dice.
Camille fa slittare lo sguardo da me al fratello.
<< Credevo di conoscere bene mia sorella. Mi sbagliavo. >>
Mi trascina con se giù per le scale fino alla porta d'ingresso.
Lo vedo prendere le chiavi; così gli chiedo cosa deve fare.
<< Ti accompagno. >>
Sorrido e lo ringrazio ancora una volta.
<< Hai fatto già abbastanza per me permettendomi di rimanere a dormire qui. >>
Mi sfiora la guancia ancora una volta:
<< Non dirlo neanche per scherzo. Farei di tutto per te. >>
Ancora una volta sono spiazzata dalle sue parole.
Lui insiste nell'accompagnarmi, e alla fine accetto.
Mi riaccompagna a casa, e quando scendo dall'auto, aspetta che sia entrata per poi andare via.
"Tranquilla Alexa. Andrà tutto bene. Devi mantenere la calma."
Respiro profondamente e penso alle parole di Ryan. Me le ha ripetute per tutto il tragitto in macchina, e ora lo credo davvero.
<< Andrà tutto bene... >>
Inserisco la chiave nella serratura e apro la porta.

Sei l'errore che rifarei{COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora