26

2.7K 104 3
                                    

Sono passati quattro giorni dalla volta in cui ho passato l'intero pomeriggio a casa di Ryan con Camille e David, il loro cuginetto. Quel bambino è davvero adorabile. Non ha fatto altro che starmi attaccato, non riuscivo a staccarmelo più di dosso. Come lo ha definito Camille: è una zecca.
Rido al ricordo di quel momento.
David mi stava seduto sulle gambe e Camille mi faceva la treccia di lato - che semplicemente adoro - e Ryan...
Non ricordo cosa stesse facendo; in realtà ho cercato di evitare il suo sguardo o almeno di rimanere in sua compagnia da sola.
Mi sono sentita parecchio a disagio dopo quello che è successo.
Gli sono praticamente caduta addosso, e avevo il suo viso a un millimetro dal mio. Mi sono sentita strana... Tanto.
Da quella volta non l'ho visto molto, quasi mai. In realtà non ho visto nessuno, né Reby, Terry, Walter. Nessuno. Ho evitato anche Camille, ma so già che non sarà così per molto. Prima o poi riuscirà a parlarmi.
Passo più tempo da sola che in compagnia, più che altro lo passo nel mio posto preferito, l'unico in grado di calmarmi, di darmi un po' di pace: il Brooklyn Bridge.
Passo tutto il tempo qui, sdraiata sul prato a guardare il cielo.
Vengo qui tutti i giorni: quando esco da scuola, e anche quando resto per le prove di teatro. Venire qui mi permette di rilassarmi e pensare. Soprattutto pensare.
E purtroppo, più ci penso, più non riesco a spiegarmi quello che ho sentito quando mi sono ritrovata con il viso un millimetro da quello di Ryan.
Sospiro e chiudo gli occhi. L'aria fresca sul mio viso mi fa sentire meglio.
Oggi non c'è molta gente come al solito, meglio; posso starmene da sola senza avere gli sguardi puntati addosso.
Li riapro, e vedo una sagoma fermarsi proprio accanto a me, ma non riesco a vedere chi è perché ho il sole negli occhi che mi impedisce di vedere bene.
Mi metto a sedere, e solo quando porto una mano per coprirmi dal sole, vedo che si tratta di Ryan.
<< Ryan... >> lo guardo sorpresa.
<< Ciao. >> se ne sta in piedi con le mani dietro la schiena.
Restiamo qualche secondo in silenzio, poi si siede accanto a me.
Trattengo il respiro quando il suo braccio sfiora il mio.
<< Non ti fai più vedere... >> dice con un filo di voce.
Non riesco a guadarlo negli occhi, allora tengo lo sguardo fisso a terra.
<< Lo so. >>
Comincio a giocare nervosamente con le unghie, più che giocarci, le torturo.
<< È successo qualcosa? >> chiede.
Si. Quando ti ero vicina mi sono sentita così strana, e ho sentito qualcosa di strano, molto strano.
<< No. >> forzo un sorrido.
<< È tutto okay. Tranquillo. >>
Sospira di sollievo e mi rivolge un sorriso.
<< Ci manchi Alexa. Manchi a Roy, a Lucas, a Talia... >> inarca un sopracciglio e lo vedo pensare.
Lo guardo confusa: << Okay, forse a Talia no. >>
Annuisco e mi scappa una risata.
Ridacchia, poi torna serio.
<< Però manchi a Carl... >> Continua.
Si guarda le mani: << E a me. >> dice alla fine.
<< Mi dispiace... >> dico.
<< Abbiamo uno spettacolo tra una settimana. Vorrei tanto che tu venissi; mi farebbe davvero piacere... >>
Lo vedo irrigidirsi: << A me... E... E ai ragazzi, chiaro... Farebbe piacere a tutti. >>
Inarco un sopracciglio: << Tranne a Talia. >>
Fa un sorrisetto, ma poi torna serio, di nuovo. Per la seconda volta in poco tempo.
<< Allora? Ti andrebbe di venire? >> chiede ancora.
<< Certo. Quando? >> un mega sorriso mi si disegna sul volto.
<< Venerdì prossimo. >>
Ma subito si spegne.
Come si dice: mai una gioia.
Mi rabbuio e Ryan mi chiede cosa mi succede così all'improvviso.
<< Non posso venire. Mi dispiace. >>
Si rattrista: << Perché? >> frigna.
Avevo dimenticato che ho l'incontro con la mia psicologa e non posso proprio rimandare.
<< Ho... Già un impegno al quale non posso proprio mancare. Mi dispiace. >> abbasso lo sguardo sulle mie mani.
Ryan mi da una pacca affettuosa sulla spalla, mi rivolge un sorriso.
<< Non importa. Non preoccuparti. >> dice così, ma io so benissimo che ci è rimasto male.
<< Mi dispiace così tanto Ryan... >> dico sincera.
<< È tutto okay. >>
Annuisco e gli rivolgo un sorriso.
<< Sei sicura che vada tutto bene? >> domanda ancora.
Annuisco ancora e lui fissa i suoi occhi nei miei. Distolgo lo sguardo e lui dice esitante: << Alexa... >>
Sposto lo sguardo dalle mie mani ai suoi occhi, ma questa volta non provo imbarazzo, non mi sento a disagio. Provo di nuovo quel sollievo che provavo quando sto con lui.
<< Dimmi... >>
Questa volta però è lui a distogliere lo sguardo.
<< Sei mia amica... >> non so se è una domanda o un'affermazione.
Annuisco senza aprire bocca.
Cosa intende dire con questo? Non lo capisco.
<< Okay. >>
Ho paura a chiedergli perche me lo avesse chiesto, quindi decido di lasciar perdere.
<< Alexa... >>
<< Mmmh...? >>
Si avvicina un po' di più a me.
<< Posso abbracciarti? >>
Mi spiazza con questa domanda e non so cosa rispondere, ma la mia bocca si apre e le mie labbra si muovono da sole, e senza che io me ne rendi conto dico: << Si, ti prego. >>
Si avvicina ancora di più a me e porta un braccio sulle mie spalle, e io poggio la testa sul suo petto.
Lo sento sospirare e chiudo gli occhi; si sta così bene...
<< Alexa....? >>
Alzo la testa dalla sua spalla e lo guardo in volto: << Dimmi. >>
<< Non ti allontanare da me, okay? >> sussulto. Perché mi sta dicendo questo?
<< Non... Non farlo. Non voglio che ti allontani. >> mi sta supplicando di non mettere fine a tutto questo?
Ma io sinceramente non credo ci sia molto da mettere fine. Non capisco cosa intende...
<< Siamo amici Ryan. È tutto okay. Non ce l'ho con te. Non ce l'ho con nessuno. È solo un momento, mi passerà. Ho solo bisogno di starmene un po' da sola... >> spiego.
Porta di nuovo il braccio sulle mie spalle e mi attira a se'.
<< Okay. Ma non ora. Adesso ci sono io qui con te. >> sussurra, e io non ho la forza di respingerlo.
Ryan è sempre stato in grado di tranquillizzarmi; non so come faccia, ma quando sto con lui, io sono tranquilla.

Ieri abbiamo passato tutto il pomeriggio insieme. Quando siamo andati via da lì, siamo andati a comprare un gelato, e poi abbiamo passeggiato per ore.
Abbiamo chiacchierato, e mi ha raccontato come gli è venuta la passione per la musica.
<< Stavo ascoltando la musica, quando ho sentito il suono della chitarra. Non so, ma in quel momento c'era solo quel suono, tutto il resto del mondo sembrava svanito. C'eravamo solo io, un paio si cuffiette, e la musica. Il suono di quella chitarra mi ha incantato, e quando un giorno a casa dei miei nonni ho preso la chitarra in mano, e ho sfiorato con un dito le corde, un brivido mi ha percorso tutto il corpo. >> mi ha detto; e mentre me lo raccontava, i miei occhi erano a forma di cuoricini.
È incredibile di come qualcosa possa colpirti al punto che diventi tutta la tua vita.
<< E la band? Come l'avete creata? >>
<< I ragazzi sono miei amici da una vita, e loro hanno sempre suonato, ma non avevano mai pensato di creare un gruppo e cominciare a suonare per davvero. A suonare per loro... >>
Mi è sfuggito un sorriso e ho esclamato:
<< Servivi tu per far capire loro che era arrivato il momento di fare qualcosa! >> gli ho fatto l'occhiolino e lui è scoppiato a ridere.
<< Già... >>
<< Talia? >> lo so. Ma ero curiosa di sapere lei cosa centrasse con loro.
<< All'epoca era la ragazza di Lucas. All'inizio veniva alle prove, poi ha chiesto di aiutarci in qualche modo. E adesso è lei a trovarci le serate nei locali. >>
L'ho guardato allibita.
Talia stava insieme a Lucas?!
Oh, cavolo!
Più che altro mi verrebbe da dire: povero Lucas! Come ha fatto a sopportarla?
Gli ho chiesto come mai si sono lasciati e lui mi ha detto che è stato lui a lasciarla perché era diventata troppo possessiva nei suoi confronti; era ossessionata dalla loro relazione.
<< Guarda dove vai! Stupida ragazzina! >> una voce interrompe i miei pensieri.
Mi guardo intorno e mi ritrovo in mezzo alla strada, una macchina davanti a me e il conducente che mi insulta.
Devo aver attraversato senza guardare.
<< Mi scusi! >>
<< Scusi un cazzo! Guarda quando attraversi! Potevo investirti e io non voglio guai, cazzo! >> sbraita.
Mi tolgo immediatamente dalla strada mortificata.
Cavolo Alexa ma dove hai la testa?! Vuoi morire? No. Non ora che tutto sempre aver preso la piega giusta.
<< Buongiorno Alexa! >> mi volto e vedo Camille correre verso di me.
Guardo oltre lei e vedo Ryan in macchina, che mi saluta sorridendo.
Ricambio il saluto e ritorno a guardare la mia amica che sta correndo verso di me.
<< Alexa! È un po' che non ti fai vedere. Voglio spiegazioni. >> si posiziona davanti a me con le mani sui fianchi e picchietta un piede a terra.
<< Lo so, scusa. Vieni. Voglio spiegarti. >> la prendo per mano e andiamo in giardino. Mancano ancora dieci minuti prima che suoni la campanella, e ho il tempo di spiegarle tutto.
L'amicizia va curata, non trascurata. L'amicizia è il dono più prezioso...
Amicizia significa esserci sempre, nei momenti belli e in quelli brutti.
In quelli belli tutti sono in grado di starti accanto, ma è solo nei momenti brutti che capisci realmente chi è che vuole starti vicino...
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Nuovo capitolo tutto per voi! Spero vi piaccia!

Sei l'errore che rifarei{COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora