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La prima settimana è passata - per fortuna - e più o meno è filato tutto liscio.
Se ignoro tutti, tutti ignoreranno me, e potrò affrontare questo anno in pace.
È solo un anno. Passerà.
Si, passerà in fretta, ma non se i problemi si presentano uno dietro l'altro.
Questa mattina ho incontrato il mio ex fidanzato, Blake.
Rivederlo mi ha fatto uno strano effetto. Non so se ho provato rabbia nei suoi confronti o nei miei.
Lui mi ha lasciata perché è uno stronzo, ma adesso capisco che in effetti non ha tutti i torti, quindi... Forse ce l'ho con lui e con me stessa.
La prima ora l'ho passata tra le nuvole, ho pensato al mio incontro con Blake, è stato molto... Gentile?
Si. È stato gentile, molto gentile.
Manca poco alla fine dell'ora e all'inizio della pausa pranzo.
<< Alexa... Mangi ancora negli spogliatoi della piscina? >> Claire e le sue amiche si prendono gioco di me ridendomi alle spalle.
Le ignoro e continuo a fissare il professore di storia fingendo di seguire la lezione, anche se ho smesso da quando hanno iniziato a sussurrarmi all'orecchio.
<< Perché non rispondi? >>
Scuoto la testa e prima che la campanella suoni, mi alzo ed esco dalla classe.
<< Collins! La lezione non è
terminata! >> Il professore mi richiama e io mi blocco all'istante.
<< Ecco... Io... >> Balbetto.
<< Cosa Collins? >> Sposto lo sguardo dal professore si miei compagni che hanno cominciai a deridermi.
<< Ho... Mal di pancia. Ho bisogno di andare in bagno. >> Dico la prima cosa che mi viene in mente.
<< Allora vai... Potevi dirlo, non ti avrei fermata... >> Il suo tono adesso non è più duro come prima.
Annuisco ed esco.
A passo svelto entro in bagno e mi ci chiudo dentro. Faccio passare cinque minuti, poi la campanella suona, allora esco e mi fermo davanti il lavandino, poggio le mani su di esso e mi guardo allo specchio.
Ho gli occhi lucidi, sull'orlo delle lacrime.
<< Come posso superare l'anno
così... >> Dico singhiozzando mentre le lacrime cominciano a scendermi sulle guance.
Mi sciacquo il viso, poi esco e mi incammino verso gli spogliatoi della piscina. Questa volta però decido di entrare, sedermi su una panca: guardo l'acqua, celeste come il cielo in un giorno di sole, l'odore del cloro è così buono. Mi è sempre piaciuto, e poi è tutto così tranquillo qui, così tanto silenzio. Non si sente tutto quel vociare di ragazzi, insegnanti, e bidelli che si arrabbiano perché hai lasciato il banco sporco, e si lamentano perché non vogliono pulire. Mi chiedo in cosa consista il loro lavoro se non questo.
Chiudo gli occhi e respiro profondamente prima di cacciare il mio pranzo dalla borsa.
Mia nonna mi ha preparato due tramezzini con insalata, pomodori, olive e cheddar.
Per fortuna che li adoro!
Mia nonna non capisce che se continua a prepararmi tutto questo ben di dio, finirà col ritrovarsi una palla che cammina al posto di sua nipote!
Ma le nonne sono fatte così... Per loro sei sempre troppo magra, e non mangi mai abbastanza.

Finisco il mio pranzo e poi ritorno in classe.
L'ultima, è la lezione di educazione fisica. L'ho sempre fatta volentieri, forse perché mi piaceva l'idea di divertirmi insieme ai miei amici, poi però tutto è cambiato.
<< Prof! Andiamo in palestra, vero? >>
Un mio compagno di classe quasi non rompe i timpani a tutti per quanto ha urlato. Dovrebbe fare un corso per imparare a parlare più a bassa voce.
<< Parker! Ci sento! Non sono ancora sorda, e comunque, per rispondere alla tua domanda, si. Andremo in
palestra. >>
Lui soddisfatto incrocia le braccia, poi stende le gambe sotto il banco e infine allunga le braccia sopra la testa.
<< Ci ha promesso una partita di basket l'ultima volta, ricorda? >>
La professoressa sbuffa e poi annuisce.
<< E sia... >>
<< Si! >> Esclama.
<< Batti cinque, amico! >>
Colton si volta rivolgendosi al suo amico, di cui non ricordo il nome, dato che non faccio molta conversazione.
Quei pochi nomi che ricordo, li so soltanto perché quando il professore o la professoressa fa l'appello, sto attenta.
<< Bene ragazzi, adesso con calma vi alzate e andiamo in palestra. >>
Tutti scattano in piedi all'istante, tranne io.
<< Signorina Collins? Non partecipa? >> China la testa di lato per guardarmi meglio.
<< Si, subito. >> Mi alzo e a testa bassa raggiungo i miei compagni fuori la classe.
<< Bene. Collins si unirà a noi. >> Connor ridacchia con i suoi amici.
<< Williams smettila. >> La professoressa lo rimprovera.
Lui alza le mani in segno di resa e si scusa con la professoressa: << Non è con me che dovresti scusarti. >>
Connor si volta verso di me e scoppia a ridere, << Certo prof! >>
La professoressa si allontana, e io mi aspetto che si scusi con me, ma ingenuamente, perché mi si avvicina fino ad avere il viso vicino al mio, mi guarda con disprezzo e dice: << Scordatelo. Non mi scuserò mai con te, stronzetta. >>
Abbasso lo sguardo cammino avanti.
<< Bene ragazzi, sedetevi tutti su quella panca e datemi cinque minuti per sistemare alcune cose, poi iniziamo la partita.
Quando entriamo nella palestra, c'è già una classe, quella di Blake. Lui è un anno più grande di me, però è stato bocciato in tutte le materie - per via del suo vizio - e quest'anno ripeterà lo stesso anno.
<< Collins, puoi accendere le luci della sala? >> Chiede la professoressa.
Ma perché andare a chiuderci in una sala solo per fare cosa? Boh!
Annuisco: << Grazie, è quella leva, devi abbassarla. >> spiega, ed io ancora.
Prendo la leva tra le mani e faccio per abbassarla, ma non ci riesco perché è troppo forte.
<< Alexa... >> una voce familiare alle mie spalle mi fa sussultare e mi volto di scatto.
<< Blake... >> sussurro sorpresa, nessuno si avvicina a me, a meno che non voglia insultarmi...
<< Ti serve una mano? >> Chiede.
Inarco un sopracciglio. Okay, cosa succede? Perché Blake vuole aiutarmi?
<< Ce la faccio benissimo anche da sola... Grazie... Comunque... >> Abbasso lo sguardo e mi volto per tornare a posare la mia attenzione sulla leva che devo abbassare.
La prendo tra le mani e spingo verso il basso, ma non scende.
Lo sento avvicinarsi alle mie spalle, il suo fiato caldo sul mio collo, lo sento ispirare e poggia la mano sulla mia, poi mi aiuta a tirare giù questa stupida leva, e le luci si accendono.
<< Puoi anche odiarmi per come ci siamo lasciati... >>
<< Mi hai lasciata tu. >> Voglio precisare. Non abbiamo deciso insieme di terminare la nostra storia, è stato lui a deciderlo.
<< ... Ma non credere che non ti ami più. >> Mi sfiora la guancia, e al solo tocco mi vengono i brividi.
Provo ancora qualcosa per lui?
<< Non ti credo. >> dico e lo supero raggiungendo la mia classe che è appena entrata nella sala.
<< Collins, siediti accanto a Camille Wilson. >>
Sposto lo sguardo su Camille, e vedo che di fianco a lei c'è seduta Claire che mi guarda con aria minacciosa.
Come ha fatto a cambiare così?
Lei è sempre stata una brava ragazza, adesso... È semplicemente Claire l'insopportabile. A quanto pare però, questa è una cosa che penso solo io perché tutti i ragazzi le sbavano dietro, e le ragazze la seguono come delle oche. Ma dico... Non ce l'hanno una personalità?
Guardo di nuovo la professoressa e lei con un sorriso, ignara di tutte le brutte parole che potrei ricevere, aspetta che annuisca e faccia come dico: << C'è qualcosa che non va? >>
Scuoto la testa: << Devo solo andare in bagno. >> Sorrido per cercare di non dare a vedere che le sto mentendo.
<< Okay, allora vai. Iniziamo la partita, poi entri tu. >>
No, io non giocherò mai a basket; non ne sono capace!
<< Okay. >> Invece rispondo.

Quando ritorno in palestra, hanno già iniziato la partita, e guardando i punti fatti da entrambe le squadre, ho capito che la nostra sta perdendo.
Bene. Così impara a fare il figo Connor.
Lo so che è una cattiveria, ma per tutto quello che mi stanno facendo passare, posso anche pensarlo, no?
Quando la partita finisce, - 4 a 2 per la squadra dell'altra classe - , e la campanella segna la fine della lezione, tutti si affrettano ad uscire ed entrare negli spogliatoi per cambiarsi.
<< Bene. Torniamo in classe. >>

Per fortuna anche questa giornata è terminata: sto andando a prendere le mie cose nell'armadietto prima di andare nell'ufficio della preside.
Mi è stato detto che voleva parlarmi di una cosa importante. Che io ricordi, non ho fatto niente. Non so di cosa voglia parlarmi, comunque spero di non trovarmi nei guai, e che non voglia espellermi, per i nonni sarebbe un forte dolore, un'altra delusione.
Inserisco la combinazione del mio armadietto, e recupero la mia borsa e il cellulare; poi lo richiudo.
Controllo se ho ricevuto chiamate o messaggi. Si un messaggio. Da mia nonna. Faccio per cliccare sul messaggio per leggerlo, ma finisco addosso a qualcuno. Io sopra e il poveretto o la poveretta sotto.
<< Oddio! Scusami! >> Non guardo nemmeno contro chi ho urtato, e mi rialzo. Mi preoccupa di più il fatto che il  mio caro iPhone 5s, sia a terra rivolto con lo schermo verso il pavimento.
Lo prendo tra le mani, e lo giro tenendo gli occhi chiusi.
Fa' che non sia rotto!
Fa' che non sia rotto!
Tiro un forte sospiro di sollievo quando vedo lo schermo ancora intero.
<< Non c'è cosa più brutta che raccogliere il cellulare da terra e trovare lo schermo rotto. >> una voce alle mie spalle.
Non mi ero accorta che c'era qualcuno con me.
Alzo gli occhi su chi mi parla, e quando incontro i suoi... Oh, be'... Non ho mai visto occhi così belli - di un verde fantastico - Resto folgorata.
Sono verdi, come i miei, ma c'è anche una sfumatura di azzurro; ha uno sguardo aggressivo, ma al contempo dolce.
Un sorriso che è da favola, la carnagione un po' scusa e i denti bianchi lo mettono in risalto ancora di più.
I capelli neri corti ai lati, e il ciuffo lungo che gli ricade davanti agli occhi. Non ho mai visto niente di più bello.
<< Si. >> Rispondo brevemente.
<< Ti sei fatta male... >>
Era una domanda?
Io sto ancora guardando il suo sorriso; no, le sue labbra.
<< Cosa? >> Chiedo. Sembro una rimbambita, lo so.
<< Ho detto: ti sei fatta male. >>
Indica il mio braccio, allora guardo, e allora mi rendo conto che è vero. Mi sono fatta male.
<< No, è un graffietto. >> Dico con noncuranza.
<< Ma ti esce il sangue. >>
Faccio spallucce: << Cosa vuoi che
sia. >> lui mi sorride e io ricambio volentieri.
<< Va bene. Allora se stai bene io
vado. >> mi supera e va via.
<< Ciao... >> Sussurro con un filo di voce. Non credo mi abbia sentita.
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Buona lettura e buona notte!

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