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Ieri mi sono chiarita con le ragazze. Ho capito che si sono davvero pentite del loro comportamento.
Camille mi ha fatto fare una doccia e mi ha dato degli abiti asciutti.
Tornando in camera sua, sono passata davanti la camera di Ryan. La porta era chiusa, ma io mi sono fermata e sono entrata. So che non avrei dovuto farlo, ma mi mancava il suo odore, e sapevo che li dentro lo avrei trovato.
C'era la sua felpa nera sulla sedia della scrivania, l'ho presa e l'ho annusata. Per un attimo mi sono data del "cane segugio"; la cosa mi ha fatto ridere, ma avevo bisogno di sentirlo.
Cinque minuti e sono ritornata dalle ragazze.
Questa mattina arriverà e sono più che sicura che verrà da me. Oggi è il Giorno del ringraziamento e non potremo vederci, io starò con la mia famiglia e lui con la sua.
Mi alzo dal letto e trascinando i piedi entro in cucina.
<< Alexa, che hai questa mattina? >>
Si vede così tanto che non ho per niente voglia di cominciare questa giornata?
Scuoto la testa e faccio spallucce.
<< Torna Ryan oggi, dovresti essere emozionata, lo rivedrai. >>
Annuisco senza entusiasmo. Mia nonna mi guarda confusa.
<< Nonna... >>
<< Avete litigato? >> chiede interrompendomi.
Abbasso lo sguardo.
<< Ma come? Lui è lontano e tu sei
qui! >>
Scuoto la testa: << Nonna, non mi va di parlarne. In realtà io sono arrabbiata, lui non lo sa nemmeno. >>
Annuisce e cambia discorso.
<< Vuoi fare colazione? >>
Sospiro e annuisco.
<< Ho fatto i pancake, ne vuoi un
po'? >> dice e non appena li nomina scatto in piedi.
<< Si! >>
Mia nonna scoppia a ridere e mi chiede se voglio la spremuta d'arancia e io annuisco.
Dopo la colazione vado a fare una doccia rinfrescante, tra poco Ryan arriverà e sono sicura che verrà a cercarmi.
<< Alexa? >> sento mia nonna chiamarmi.
Chiudo l'acqua e le rispondo.
<< Sto facendo la doccia, dimmi. >>
Aspetto che parli e nel frattempo esco dalla doccia, avvolgo l'asciugamano attorno al mio corpo.
<< C'è qui Ryan. >>
Appena apro la porta, e i suoi occhi sono dentro i miei.
Avvampo, non so se per l'emozione per la rabbia, o ancora una volta per l'imbarazzo che sono nuda sotto l'asciugamano - e lui lo sa benissimo - ma spero sia per l'emozione, anche se credo per tutte e tre.
<< Ciao, Ryan. >> lo saluto freddamente.
<< C-Ciao. >> balbetta e inarca un sopracciglio. Sembra sorpreso dal mio comportamento.
Restiamo a fissarci negli occhi in silenzio.
<< O-Okay. Vi lascio soli. >> mia nonna fa un passo indietro e va via, la guardo camminare a passo svelto e poi scomparire in cucina. È sempre lì dentro. Se non è in camera sua, è in cucina. Mi sono sempre chiesta se non si annoiasse a stare sempre lì dentro; poi mi dico che a lei piace cucinare e che quindi non è possibile che si annoi.
<< Perché sei così fredda? >> la voce di  Ryan interrompe la mia riflessione sulla passione di mia nonna.
Sposto lo sguardo su di lui, dato che guardavo ancora il punto in cui mia nonna è sparita e sospiro rumorosamente.
Mi stringo nell'asciugamano e lui mi fissa, poi lo vedo agitarsi e allargare il colletto della maglia di lana rossa che ha indosso. La osservo per bene. Non ricordo di averla mai vista prima d'ora. Ha il bordo del colletto bianco, tutta rossa, e davanti ha una stampa: una chitarra elettronica e le note musicali tutte attorno ad essa.
<< Me l'ha regalata una fan. L'ha fatta fare apposta per me. >> spiega.
Annuisco senza emettere suoni. Non ho chiesto nulla sulla sua nuova maglia, però deve aver notato la mia curiosità e quindi ha deciso di informarmi.
<< Adesso puoi rispondere? Perché sei così fredda con me? >> chiede ancora.
Ma non vede in che condizioni sono! Ho ancora i capelli bagnati, e sono nuda.
<< Devo vestirmi. >> dico dirigendomi verso la mia camera. Lui mi segue, e non appena sono dentro, quando vedo che vuole entrare, faccio in tempo a chiudere la porta e lasciarlo fuori.
Giro la chiave nella serratura.
<< Alexa! >> strilla da dietro la porta.
<< Devo vestirmi. >> dico con tono calmo ma brusco.
<< Suvvia! Stiamo insieme, no? >> dice con tono divertito, ma io non lo sono per niente.
Lascio cadere l'asciugamano a terra e scoppio in una risata amara: << Dimmi che stai scherzando. >> non dirà sul serio? Crede di poter entrare solo perché stiamo insieme?
<< No. >>
<< Ryan... Sono nuda e non puoi entrare. >>
Batte leggermente la mano sulla porta, << Piccola, io voglio vederti nuda. Lo capisci? >>
Avvampo. Nel frattempo ho infilato l'intimo e sto indossando la tuta per la casa.
<< Ehm... Ryan. Non... Non puoi. >>
Batte di nuovo la mano sulla porta:
<< Piccola, io ti voglio. Due settimane senza te sono stage infernali. Voglio baciarti, sfiorare la tua pelle liscia, accarezzare i tuoi capelli che profumano di rose. Alexa, io ti voglio. Lo capisci questo? Ti prego fammi entrare. >> mi sta supplicando.
Lego i capelli in una coda e mi avvicino alla porta e apro la serratura. Lui non appena sente la chiave girare, abbassa la maniglia e spalanca la porta. Mi si avventa sulle labbra senza neanche permettermi di dire qualcosa.
Il suo bacio è bramoso. Sento quanto mi desidera. Lo bacio anche io con bramosia. Mi divora e non mi permette di respirare, mi manca l'aria.
Porto le mani sul suo petto e lo spingo indietro.
<< Ryan, così mi soffochi. >>
Mi abbraccia e mi chiede scusa.
<< Mi sei mancata così tanto. >>
Anche lui. Mi è mancato, per la miseria!
<< Devo asciugare i capelli. >> glieli faccio notare.
Scuote la testa e mi prende per mano. Mi fa entrare in camera e chiude la porta, poi mi accompagna sul mio letto, mi fa sedere e poi si siede accanto a me.
<< Adesso parli. >> dice serio.
<< Perché sei fredda con me? >>
Incrocio le braccia al petto: << Lo sei anche tu adesso. >> gli faccio notare.
<< Non... Alexa, non c'entra niente. Sono arrabbiato. Rispondi. >>
<< Perché sei fredda con me. >>
Scoppio in una risata isterica; lui mi guarda sbigottito.
<< Tu? Tu sei arrabbiato? Stai scherzando? Dimmi che non dici sul serio. >>
Non parla, ma continua a fissarmi.
<< Ryan, io sono quella arrabbiata, anzi no, che dico, sono furiosa! >> sbotto.
Scuote la testa e alza le braccia: << E perché? >>
<< Perché non mi hai detto di aver parlato con Camille? >>
Alza gli occhi al cielo e sbuffa:
<< Perché temevo questo. >>
Si riferisce alla mia sfuriata.
Incrocio le braccia al petto: << Forse se me lo avessi detto tu, non mi sarei arrabbiata così. >>
Abbassa lo sguardo e si scusa.
<< Ho chiarito con le ragazze. >> dico. Non ne avevo ancora parlato con lui, e dalla sua espressione sembra felice.
<< Dai raccontami. >>
Gli sorrido e comincio a raccontare come ci siamo chiarite.
È vero che il proprio compagno è anche il tuo migliore amico e confidente. Sento che a Ryan posso dire tutto. Qualunque cosa...

Sei l'errore che rifarei{COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora