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<< È una stupida. Crede davvero di esserti amica? >>
Mi blocco all'istante. Riconosco questa voce; è la voce di Claire. Con chi sta parlando?
Decido di entrare ed ignorarle, ma non appena mi le ritrovo davanti, mi sento male.
Camille si volta con un sorrisetto malizioso in volto.
<< Camille. >> dico esterrefatta.
Oh, no! Mi ha presa in giro per tutto il tempo! Non è vero che ha litigato con le sue amiche, non è vero niente!
<< Alexa... >>
Mi guarda e senza aggiungere altro si volta verso le sue amiche.
Mi chiudo in bagno e mi siedo sul water scoppiando in lacrime in silenzio per non farmi sentire. Non voglio farmi vedere in queste condizioni.
Debole e delusa da chi credevo mia amica.
Esco di lì solo quando le sento andare via.
Per il resto delle tre ore di lezione, non sono riuscita a seguire nemmeno cinque minuti.
Oggi ho le prove di teatro, ma le salto. Non sono proprio dell'umore, e poi non riuscirei nemmeno a concentrarmi.
<< Alexa, cosa fai qui tutta sola? >> Terry mi si avvicina e si siede accanto a me.
Faccio spallucce continuando a tenere lo sguardo fisso a terra. Appena la campanella dell'ultima ora ha suonato, tutti sono usciti e sono andati via; io invece mi sono seduta sulla panchina del giardino e sono rimasta a fissare il vuoto, fino ad ora.
Scuoto la testa e mi volto verso la mia amica. Spero almeno che lei non mi stia mentendo come Camille...
<< Sei davvero mia amica? >> chiedo, le lacrime agli occhi.
Terry mi guarda sconvolta, << Alexa! Cosa dici? Ovvio che sono tua amica! Ma cosa ti succede? >> mi prende tra le sue braccia e io mi abbandono a quell'abbraccio.
Scoppio in lacrime, << Alexa... Vuoi dirmi cosa ti succede? Parla con me, non tenerti tutto dentro. >> mi sfiora i capelli, allora sciolgo l'abbraccio per guardarla negli occhi.
<< Camille... >> comincio singhiozzando. Prendo un fazzoletto dalla borsa e soffio il naso.
Terry mi osserva aspettando che continui a parlare.
<< L'ho vista oggi nel bagno, parlava con Claire e Vera. >> continuo singhiozzando.
Terry spalanca gli occhi e si porta una mano alla bocca incredula del mio racconto.
<< Non mi è mai stata amica. Ha finto per tutto questo tempo per un motivo che non so. >>
Terry sospira e mi prende la mano,
<< Io credo di sapere perché. >> dice convinta.
Le chiedo allora di dirmelo perché io non sopporto più questo silenzio, questa confusione che si è creata in me.
<< Dimmi perché... Dimmi perché si è allontanata. >>
Sospira: << Sono più che sicura che è stata un'idea di Claire. Hanno voluto giocare con te. Tu avevi bisogno di un'amica e loro hanno approfittato di questo. Credo abbiano convinto Camille a starti vicina, a diventare tua amica per burlarsi di te. Per puro divertimento. E credo che non esista cosa più perfida di questa. >>
Scoppio in lacrime, e lei avvolge le braccia attorno alle mie spalle.
Sono così stanca. Non voglio elemosinare affetto. Voglio che mi venga dato senza chiedere. Non desidero altro...
<< Non vieni alle prove? >>
Scuoto la testa: << Me ne torno a casa. Puoi scusarti con il professor Benson da parte mia? Mi dispiace così
tanto... >>
Terry scuote la testa: << Tranquilla, gli dirò che ti sei sentita male. >>
Le sorrido e la ringrazio; le dico che è una buona amica e che le voglio bene.
Lei si raccomanda di fare attenzione lungo la strada di casa e io le dico di non preoccuparsi e che so badare a me stessa.
<< Non ne dubito. >>
La saluto con un cenno della mano e vado via.
"So badare a me stessa".
È davvero così? So affrontare il dolore da sola? Ma soprattutto sono capace di dire che ci sto male? Che mi ha ferita?
Non lo so.
Sono ormai quasi a casa, quando scoppio in lacrime, e per la disperazione mi lascio andare a terra. Tiro le ginocchia al petto e poggio entrambi i gomiti su di essi coprendomi il viso con le mani.
Nessuno si ferma a chiedermi se sto bene - non che lo voglia. Affatto. -
Oggigiorno le persone pensano agli affari loro, come giusto che sia, ma se vedessi qualcuno a terra, piangere, mi avvicinerei per chiedergli se sta bene o se ha bisogno di aiuto.
Ma chi vogliamo prendere in giro?
Anche se a qualcuno venisse la voglia di farlo; chi mai penserebbe di chiedere come sto? A me! Alexa Collins! Alexa, la ragazza che è stata rinchiusa dai suoi nonni in una clinica per disintossicarsi!
Non mi meraviglio se le cose mi vanno così...
D'un tratto mi sento tirare su, e qualcuno mi abbraccia. Io resto con gli occhi chiusi, poi quando li apro, mi accorgo che si tratta di Ryan.
Lui mi sta sempre accanto. È il migliore amico che io possa avere, e non lo merito. Lo so benissimo, ma con lui mi sento al sicuro. Come non lo sono mai stata.
<< Ryan come hai fatto a sapere... >>
<< Mi ha chiamato la tua amica... >>
<< Terry, credo si chiami. >> continua.
Annuisco e sorrido. << È un tesoro. >>
<< Mi ha detto che non stai bene e mi ha chiesto di venirti a prendere, che ti avrei trovata sulla strada di casa. >> dice tutto velocemente.
Annuisco ancora incapace di aprire bocca. Ho solo tanta voglia di stringermi a lui e farmi consolare. Ne ho tanto bisogno...
<< Puoi stringermi? >> chiedo e lui non se lo fa dire due volte.
Poggio la guancia sul suo petto e lui mi accarezza i capelli.
<< Vieni a dormire da me. >>
Questa sua richiesta mi spiazza.
Alzo di scatto la testa incrociando i suoi occhi. << Cosa? Perché? >>
Ridacchia e poi fa spallucce: << Perché così avrai tutto il pomeriggio e tutta la notte per raccontarmi cosa ti è successo e poi potremmo parlare, e magari ridere insieme, e magari riesco a tirarti su di morale. >> fa un sorriso a trentadue denti e io non posso dirgli di no quando fa così.
Annuisco e lui mi abbraccia sollevandomi da terra e facendo il giro su se stesso.
Strillo per la sorpresa di quel gesto e poi mi mette giù.
Mi prende per mano e mi conduce all'auto. Mi fermo di colpo e lui si volta.
<< Tua sorella è in casa? >> chiedo.
Annuisce: << Tranquilla te la lascerò vedere. Potrai parlare anche con lei. >>
Scuoto la testa e mi stingo nelle spalle:
<< È lei la causa del mio stato d'animo Ryan... >> confesso.
Mi guarda spiazzato. << Cosa? >>
<< Ti prego, possiamo parlarne dopo? Solo... Non voglio vederla. >>
Annuisce e mi promette che non me la farà incontrare.
Entro in auto e lui al lato guida. Mette in moto e parte.
<< Ti avevo promesso che avremmo parlato della serata di ieri. >> dico.
Questa notte siamo rientrati a casa.
Lo spettacolo che hanno fatto ieri i ragazzi a Staten Island è stato fantastico, sono così bravi, e Ryan...
È sublime.
<< Avremo tempo per parlare di quello. Adesso mi importa solo di quello che è capitato a te. >> mi sorride.
Accenno a un sorriso, mi sento stranamente in imbarazzo.
L'idea di dormire da lui mi allarma un po', anche se non dovrebbe perché in quell'Hotel abbiamo diviso lo stesso letto, eppure sono agitata.
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Sono tornata! 😊 Buona lettura!

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