CAPITOLO UNO - L'incontro.

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FEBBRAIO

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Lunedì: Ti ho visto per la prima volta. Eri bellissimo. Ti ho visto mentre passavi, tu non mi hai neppure notato. La tua pelle brillava attraverso la vetrata che ci separava. E nonostante la tua imponente massa di capelli ricci e castani ti coprisse il viso, io ho sentito qualcosa.

Non avevo mai pensato di poter guardare in quel modo un altro maschio. É stato strano, credimi. 

Ti ho seguito con lo sguardo poi ho distolto gli occhi, sconvolto a causa di ciò che hai suscitato in me.

Martedì: Ero profondamente scosso, non ti avrei dovuto guardare.

Mercoledì: Sebbene non volessi, ti ho pensato.

Giovedì: Ho chiesto in giro di te, nessuno ti conosceva al mio piano. Meglio così, ho pensato.

Venerdì: Ti ho rivisto. Il mio cuore batteva a mille, i miei occhi non volevano staccarsi da te. 

Mi sei passato accanto e mi hai visto anche tu, io allora ho abbassato lo sguardo e mi sono sentito morire. Tu sei andato via.

Sabato: Mi sono chiesto perchê avessi reagito così, in fondo non saresti stato il primo ragazzo che vedevo. Avevo tanti amici, avevo dormito spesso con loro e dopo gli allenamenti di calcio ero stato sempre negli spogliatoi con loro ma mai li avevo visti come ho visto te.

Domenica: Avevo voglia di rivederti, anche solo da lontano. 

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Lunedì: Ho fantasticato su di te, su come avessi le labbra e gli occhi ma poi mi sono pentito. Perché facevo così?

Martedì: Mi sono fatto coraggio e ho chiesto il permesso al mio dottore di scendere in cortile, speravo di incontrarti ma tu non c'eri. Forse é stato meglio così.

Mercoledì: Ti ho pensato tutto il giorno e mentre lo facevo ho pianto, un maschio non avrebbe dovuto vedere un altro maschio così.

Giovedì: Mi sono fatto somministrare dei sonniferi, volevo mettere a tacere i miei pensieri.

Venerdì: Sono risceso in cortile, non c'eri. Mi sono fatto accompagnare al corridoio dove ti avevo visto per la prima volta però non c'eri nemmeno lì. Allora ho pensato te ne fossi andato e mi sono sentito meglio.

Sabato: Ho fantasticato riguardo dove potessi essere andato, su dove vivevi.

Domenica: Ho sentito la tua mancanza.

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Lunedì: Ero depresso perché non c'eri. Ho realizzato che se ti avessi mai rivisto non mi sarei vergognato di mostrarmi a te.

Martedì: Un'infermiera nuova al mio piano mi ha detto di averti visto. Mi é bastato sapere questo.

Mercoledì: Ti ho pensato tutto il giorno.

Giovedì: Mia madre é venuta a trovarmi.

Venerdì: Pioveva, il mondo era estremamente silenzioso.

Sabato:  É venuto il mio psicologo a visitarmi.

Domenica: Sono rimasto a dormire tutto il giorno e credo di averti addirittura sognato, "credo".

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Lunedì: Ho fatto dei prelievi di sangue.

Martedì: La mia migliore amica é venuta a trovarmi. Ha detto di avermi visto stare meglio, sono certo che sia stato merito tuo.

Mercoledì: Ti ho intravisto dalla finestra della mia cella, passeggiavi con una giovane ragazza per il cortile. La gelosia ha prevalso su di me, mi sarei voluto buttare di sotto e picchiarla ma poi mi sono fermato, impaurito per tutto ciò che avevo provato.

Non potevo essere geloso.

Giovedì: Ho chiesto ai medici di somministrarmi dei sonniferi per non pensare.

Venerdì: Stavo male al solo pensiero di cosa avevo provato. Ho avuto la netta sensazione di aver perso il controllo e di essermi trasformato in qualcosa di davvero molto brutto.

Chi ero io? Cosa ero diventato?

Sabato: Mia madre e il suo compagno sono venuti in clinica, ero talmente tanto scosso da cacciarli via.

Domenica: Ti ho pensato. E mi sono pentito per averlo fatto.

Chi era quella ragazza?

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L'ANGELO CADENTE // Larry Stylinson AU (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora