CAPITOLO QUATTORDICI - Ti Aspetto Al Varco.

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Sabato 6 Febbraio é arrivata posta per me, esatto: posta. Non avevo mai ricevuto delle epistole prima, di solito i miei amici mi scrivevano messaggi oppure su Facebook. Quando ho aperto il pacco ho visto un mucchio di fogli pieni di parole e cancellature. Non conosco nessuno con questa grafia. Ho iniziato a leggere comunque....

Non pensavo ci fossero così tante cose dentro Louis, all'apparenza era solo un semplice e timido ragazzo. Non credevo potesse avere tutto questo mondo dentro.

Allora ho deciso di fare lo stesso, non so però cosa ne verrà fuori e so che Lou non lo leggerà mai e questo forse mi incoraggia. L'infermiera dell'ospedale, quella che ci ha coperti l'altra mattina, mi ha mandato tutto questo materiale dicendomi cosa avesse fatto allora mi sono chiesto se lui mi stesse vedendo, se da lì potesse vedermi. La mia famiglia non é molto religiosa e nemmeno io lo sono così tanto quindi non crediamo a tutte quelle cose sull'aldilà o come lo chiamano. Ed é per questo che parlo di Louis in terza persona.

Quando ho saputo cosa avesse fatto non ho pianto, e colgo l'occasione per scusarmi con lui. Avrà capito nel corso dell'anno che dentro sono di pietra, pietra nera e dura, e non mi sciolgo. Neanche quando i miei hanno divorziato o quando mi é successa quella cosa, ho pianto. Ad essere sincero, ho provato pena per lui quando l'ho saputo. Ho pensato che la guerra che combatteva avesse avuto la meglio su di lui ma mai avrei pensato che dentro di Louis ci potessero essere tutte queste cose. E allora gli direi che di battaglie ne hai vinte, di grandi e valorose, ma che il sistema ha avuto la meglio su di lui.

Per come la vedo io posso dire che in Louis non c'era proprio niente che non andasse, e che se partecipassi al suo funerale mi limiterei a pronunciare proprio queste poche parole. É stato un grande amico, anche se avrei voluto conoscerlo meglio, e sono certo che sarebbe diventato il mio migliore amico se solo ne avesse avuto modo.

Mi sento di scrivere, per rispetto nei suoi confronti e per dare un certo senso a ciò che ha fatto, che concordo pienamente sul fatto che la nostra non sia stata un'amicizia come le altre. A differenza sua però, io non ho fatto tutti quei ragionamenti scervellanti e non sono giunto ad alcuna conclusione. Mi piaceva molto passare del tempo con lui, mi faceva sempre ridere e stare bene. E con lui sono riuscito ad aprirmi alla fine, cosa rarissima per me. E questo vorrà pur significare qualcosa. Ripensandoci ora, ci sono state tante cose che mi avrebbero potuto indurre a fare quei ragionamenti ma io sono superficiale e non le ho notate, e di questo me ne pento.

Ora che scrivo mi stanno venendo i sensi di colpa e so già che questo causerà notti insonni e giornate nere e dovrò anticipare la visita dallo psicologo che mi hanno affiancato. Per non parlare della mia famiglia che avendo saputo ciò che ha fatto, temerà che io possa fare schiocchezze.

Quando sono uscito dalla clinica, dopo quell'abbraccio, ho detto a Louis una frase fondamentale che però lui non ha riportato e vorrei tanto sapere perché non l'abbia fatto. Gli ho detto « ti aspetto al varco », una frase importante e sentita. Detta da me poi, é ancora più strabiliante. Mi sono persino dovuto sforzare per dirgliela e questo é deprimente visto che lui ha scritto tante belle cose su di me.

Ora credo sia giunto il momento di iniziare a scrivere qualcosa anziché stronzate ma non so proprio da dove inziare. Potrei fare come ha fatto lui ed utilizzare il suo stesso stile ma non a malapena ricordo cosa sia successo due giorni fa... e poi mi fanno già male le dita a causa della penna biro che sto usando per scrivere.

Se anche solo in minima parte Louis mi sta sentendo o mi può vedere, beh ci tengo a scusarmi nuovamente per ciò che appunterò. Non sarà mai comparabile a quello che lui ha scritto. Mi conosce ( o conosceva, perché ahimè é più corretto parlare al passato ) meglio di chiunque altro, me compreso.

É difficile pensare cosa abbia fatto, vorrei capire fino in fondo il perchè. Sto ufficialmente inziando a sentirmi in colpa, questa proprio non ci voleva!

Ho deciso: scriverò a ritroso, magari mi aiuta a ricordare.... e chissà se qualcuno mai leggerà queste righe. Se davvero succedesse, questa persone penserebbe che siamo due matti perché avremmo potuto farcela insieme.

Vabbè, senza dilungarmi ancora credo sia tempo di inziare. Ho tutti gli strumenti necessari con me: un iPod pieno di musica straziante, delle penne pronte a spappolarmi i polpastrelli delle dita, una tazza di latte caldo con Nesquik e tanto ma tanto tempo da dedicare a Louis.

Per parlare di febbraio credo sia più oppurtuno iniziare una nuova pagina. Questa é troppo piena di stupide riflessioni e considerazioni che distoglierebbero l'attenzione, per non parlare delle cancellature... ed io che mi lamentavo di quelle di Louis! In confronto il mio foglio pare un campo di battaglia!

É difficile trovare le parole adatte, ma ci provo lo stesso. Ora comincio.... ➜➜➜

L'ANGELO CADENTE // Larry Stylinson AU (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora