CAPITOLO SEI - La ragazza.

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LUGLIO

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Lunedì: Abbiamo fatto una passeggiata nel cortile insieme. Era una bellissima giornata e ci siamo divertiti.

Martedì: Ti ho dato la rivincita a poker nelle tua stanza, anche se non lo ammetterai mai ti ho decisamente lasciato vincere.

Mercoledì: Sono stato tutto il giorno in balìa dei medici e non ci siamo visti.

Giovedì: Questa volta non ci sei stato tu.

Venerdì: Ci siamo incrociati nei corridoi.

Sabato: Mi hai insegnato a giocare a "Burraco". Hai detto che tua madre ci giocava sempre e ti aveva insegnato.

Domenica: I miei familiari sono venuti a trovarmi, anche le mie sorelline.

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Lunedì: Io e Diana ci siamo rivolti la parola.

Martedì: Abbiamo tentato di giocare a basket nel cortile ma eravamo troppo stremati.

Mercoledì: Tu non c'eri.

Giovedì: Abbiamo giocato a Burraco.

Venerdì: Io non c'ero.

Sabato: Siamo stati insieme tutto il giorno.

Prima abbiamo passeggiato nel cortile, poi abbiamo pranzato insieme ed infine abbiamo giocato a poker in camera tua.

Quel sabato eri particolarmente curioso e mi hai fatto davvero molte domande sul mio passato e sul perché mi trovassi nella clinica. Mi sono aperto totalmente con te come mai avevo fatto prima ma non posso dire lo stesso di te.

Quando però é stato il mio turno tu ti sei irrigidito e mi hai detto poco e niente. Non ci sono rimasto male peró devo ammettere che avrei di lunga preferito non innalzassi un muro.

Domenica: É venuto il prete.

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Lunedì: Ti ho pensato a lungo, mi sono chiesto cosa ti potesse essere mai successo. 

Per me eri perfetto, non un malato. 

Martedì: Non ti sei fatto vivo.

Mercoledì: L'infermiera preferita mi ha detto che eri stato mandato a casa per la settimana.

Giovedì: Il tuo compagno di stanza ha detto che una ragazza era venuto a prenderti domenica.

L'ha descritta come una bella ragazza, alta e con i capelli tinti di celeste e viola. 

Era lei, quella ragazza. La stessa con cui ti avevo sempre visto.

Venerdì: Sono stato male, anzi, malissimo. Temevo non tornassi piuù, temevo quella potesse essere la tua fidanzata... dopotutto del tuo passato non sapevo proprio niente.

Sabato: É venuta mia madre a trovarmi, mi ha chiesto perché fossi giù di corda. 

Non le ho risposto.

Domenica: Sei tornato.

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Lunedì: Ti ho pensato.

Martedì: Ci siamo incontrati a mensa e mi hai detto di essere tornato a casa tua per il matrimonio di tua madre ed il tuo patrigno.

Ti confesso che, nell'istante stesso in cui l'hai detto, ho capito quanto simili fossimo in realtà. 

Mercoledì: Ho fatto dei prelievi di sangue.

Giovedì: Mi hai mostrato una foto di te e quella ragazza abbracciati al matrimonio.

Ti avrei voluto uccidere.

Poi mi hai invitato a giocare a poker il giorno dopo.

Venerdì: Ero giù, estremamente depresso a causa tua perciò ho preferito non venire da te. 

Sabato: Mi hai chiesto perché fossi sparito.

Mi sono sentito in colpa.

Domenica: Sono venuto a cercarti nella tua stanza per chiederti scusa e ti ho trovato con lei. Il tuo compagno di stanza sbavava alla vista di quella ragazza.

Stavo per uscire di corsa quando lei ti ha chiesto chi fossi io e perché non ci presentassi. 

« Questo é Louis » hai detto un po' imbrazzato, « e lei é mia sorella: Gemma »

Cazzo Harry, non sai quanto mi hai reso felice quel pomeriggio con quelle parole.

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L'ANGELO CADENTE // Larry Stylinson AU (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora