CAPITOLO TREDICI - Il Malloppo.

11.8K 647 187
                                    

FEBBRAIO

-------------------------------------------------------------------------------------

Lunedì: É stato il giorno del tuo compleanno e senza neppure farlo di proposito, é stato pure il giorno dell'anniversario del nostro primo incontro. Ricordi?

Un anno fa non sapevo fosse il tuo compleanno, mi dispiace. Magari sarei potuto venire da te a farti gli auguri, o mgari no. Rettifico, un anno fa non sarei venuto certamente. Quel giorno sono morto dentro e rinato al contempo nel vederti. 

Sono venuti i tuoi, pure tua sorella, con una grande torta al cioccolato. Mi sono vergognato un po', mi sono sentito come se ci fosse stato un cartello attaccato sulla mia fronte con suscritto « IO PROVO DEI FOTTUTI SENTIMENTI PER QUESTO FOTTUTO ANGELO! » e temevo i tuoi potessero percepire, e giudicarmi. 

Quindi sono rimasto in disparte ma ti ho lo stesso fatto gli auguri e, quando siamo rimasti soli, ti ho persino abbracciato con la scusa che compivi gli anni. E nel farlo ho sentito le farfalle ovunque!

Martedì: - 1 alla tua partenza, non contando il giorno stesso. Che amarezza! 

Già immaginavo come sarebbero state le giornate senza di te: orribili. Sarei tornato il vecchio e caro Louis senza amici, asociale, timido e perennemente fuori-luogo. 

La sera é stata stupenda, una di quelle memorie che rimarranno per sempre nel profondo della mia mente e che diventeranno segreti che non dirò mai a nessuno ma ai quali mi basterà pensare per riportare un po' d'allegria nelle giornate tristi e buie. Ci siamo chiusi in stanza mia, la sera, di nascosto a tutti, e ci siamo rimpinzati di schifezze che abbiamo rubato nel corso della giornata e abbiamo scherzato e ci siamo scolati una bottiglia di Scotch che abbiamo sottratto ( per non ripetere il verbo "rubare" ) al direttore e abbiamo parlato per ore ed ore senza dirci niente, cosa che non credevo fosse possibile. E poi, cilegina sulla torta, ci siamo addormentati sul mio letto, fianco a fianco, spalla contro spalla, la mia testa sul tuo petto, la tua mano sulla mia pancia. 

Mercoledì: Ho etichettato questo giorno come " IL GIORNO PIÙ BRUTTO " e mai etichetta fu più adeguata. 

La mattina la nostra infermiera preferita ci ha scovati assieme e ci ha coperti, senza neppure rimproverarci. ( A mio avviso ha capito tutto ). Si é nascosta la bottiglia vuota sotto l'abito e ti ha portato via di nascosto alle altre infermiere, erano le sei circa. 

Alle nove e mezza sei partito ufficialmente. Siamo riusciti a malapena a scambiarci un saluto, tu mi hai dato un bacio sulla guancia ed io ti ho abbracciato forte. 

Mentre ti guardavo salire sull'auto dei tuoi dalla finestra della mia tana - perché dopo l'esperienza dell'ultima "vacanza" non potevo più definirla una cella - le lacrime continuavano a scendere, calde e silenziose. Quei due fiumi che sgorgavano dai miei occhi pareva non avessero fine, goccia dopo goccia dopo goccia. Tua madre e tua sorella avevano due grandi sorrisi sui loro volti che partivano da un orecchio e raggiungevano l'altro. Tu no, e questo da un lato mi ha consolato.

Mentre ti guardavo allontanarti, ti ho augurato il meglio. 

Giovedì: Tutto, e sottolineo il tutto, mi parlava di te. Dal mazzo di carte che mi avevi lasciato al mio letto dove avevamo dormito assieme. 

Ero triste ma felice per te, ero arrabbiato ma anche calmo, ero avvilito ma anche pieno di speranza... avevo voglia di urlare, mettere a soqquadro la stanza e piangere a dirotto ma volevo anche sorridere, ripensare a noi e immaginare ciò che di noi sarebbe potuto essere. Forse qualcuno direbbe « niente » ma io ti direi « tutto ».

L'ANGELO CADENTE // Larry Stylinson AU (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora