CAPITOLO UNDICI - Natale.

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ATTENZIONE!!⚠ ~ Ai fini del racconto la data di nascita di Louis é stata spostata dal 24 al 31. Spero di non suscitare il malcontento di nessuno :) Buona lettura!

DICEMBRE

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Lunedì: Ho pianto.

Martedì: É tornata Diana, alla fine si é intrattenuta più del previsto fuori. 

Temevo si volesse confidare con me, temevo potesse voler esternare la sua gioia.

Mercoledì: Ha piovuto. Tu non ti sei fatto vivo, pure se lo avessi fatto ti avrei scacciato. 

Volevo scrivere la parola « STRONZO » sulla fronte.

Giovedì: Eleonor mi ha chiamato, diceva che gli mancavo tanto.

Il buffo é che mi ha chiesto se ci fossero stati degli « sviluppi » nella nostra "storia". L'ha chiamata così.

Venerdì: Ho spiato i piccioni dalla finestra della cella. Guarda caso, Diana non c'era.

Dimmi, era con te?

No, aspetta. Non me lo dire... ( tanto non potresti comunque )... non voglio soffrire inutilmente, scusa. 

Sabato: Ho capito che tu eri diventata un'ossessione per me. 

Non c'eé stato attimo in cui non ti ho pensato o desiderato fortemente. 

Siì, ho scritto "desiderato". É la prima volta che utilizzo questo vocabolo, « desiderio », sarei ipocrita a non citarlo dato che si tratta di questo in fin dei conti. 

Domenica: Ho pianto perché io ero "frocio" - perdonami il termine ma insultarmi mi aiuta in questo preciso istante, poi capirai il perché - e tu non lo eri. Quale condanna peggiore poteva esistere?? 

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Lunedì: Sei venuto a trovarmi in stanza, Diana non c'era in quel momento. Era l'8 Dicembre se ti interessa, non che tu sia particolarmente religioso...

Dal modo timido in cui sei entrato, dalla tua voce sottilissima e dal fatto che fissassi il pavimento ho capito che tu sapevi. Dovevi avere intuito qualcosa perché altrimenti non ti saresti comportato così.

Mi sono chiesto se mi avessi visto mentre vi beccavo oppure se semplicemente qualcuno ( forse la Troia ) ti avesse riferito che non stavo bene e allora tu avessi intuito. La risposta la sai solo tu ed io non la saprò mai ma pazienza. Ho ben altro a cui pensare ora.

Martedì: Sei tornato da me con un mazzo di carte. 

Quando sei entrato in stanza tu e Diana vi siete lanciati un'occhiata ricolma di odio più che di imbarazzo ( non vorrei sbagliarmi ) e poi vi siete ignorati. É stato allora che ho deciso di perdonarti.

Mercoledì: Mentre ti fissavo senza farmi notare mi sono chiesto se fossi "come me", ho cercato di guardarti le mani, il volto, i piedi... insomma tutto pur di scovare indizi.

L'ANGELO CADENTE // Larry Stylinson AU (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora