CAPITOLO NOVE - Diverso.

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OTTOBRE

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Lunedì: É venuta tua sorella a trovarti, Gemma. 

Non sai quanto mi renda felice scrivere il suo bellissimo nome senza provare un senso d' angoscia.

Non sono venuto da te, ho preferito lasciarvi stare soli.

Martedì: Ci siamo incontrati a mensa. Abbiamo parlato. Mi hai chiesto se avessi risentito l'album, non so perché ma alla fine non sono riuscito a dirti che Diana mi aveva rotto il lettore CD.

Mercoledì: Ti ho chiesto se ti andasse di trascorrere del tempo insieme nel cortile, hai accetato.

Abbiamo provato a fare due passi nonostante piovesse un po' e poi ci siamo fermati a chiacchierare in un angolo sotto il portico. Quel giorno mi sentivo particolarmente bene ed ero in vena di farti domande perciò ti ho chiesto di come avessi passato le vacanze. Mi hai detto di essere stato a casa ed in una piscina comunale, hai detto di aver trascorso del tempo con la tua famiglia e con i tuoi amici. 

Giovedì: Diana mi ha chiesto scusa per come si é comportata e mi ha fornito un lettore nuovo. Ha detto di averlo chiesto a sua madre. 

L'ho perdonata, saresti stato fiero di me se lo avessi saputo.

Venerdì: Abbiamo giocato io, te, Diana ed il tuo compagno di stanza a carte da voi. Io ero in coppia con  Diana. Abbiamo vinto noi.

Sabato: É venuta tutta la mia famiglia a trovarmi. Mia sorella ha detto di trovarti simpatico.

Domenica: Sei venuto nella mia stanza per chiedermi di pranzare insieme e siccome c'era pure Diana hai invitato pure lei; ed io non sono stato geloso neppure un po' e proprio per questo sono stato fiero di me.

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Lunedì: Non ti ho potuto vedere, eri indaffarato con i medici.

Martedì: Ho dovuto fare "quattro chicchiere" con il mio psicologo. Tu e Diana vi siete visti.

Mercoledì: Mi hai chiesto di giocare a calcio, é stato come un invito a nozze. 

Ti ho stracciato.

Giovedì: Abbiamo pranzato insieme, poi ci ha raggiunto il compagno di stanza e abbiamo trascorso con lui un pomeriggio alquanto gradevole. 

Tra tutti e tre io ero quello che era stato accolto nella clinica prima di tutti ma quel ragazzo era quello che ne sapeva di più al riguardo. « Non c'eé fatto, pettegolezzo o novità che io non sappia! » ha detto.

Venerdì: Sono stato tutto il giorno in balìa dei medici.

Sabato: Tu non c'eri, io e Diana abbiamo giocato a carte ad un nuovo gioco... a Canasta. 

Sai, é stata lei ad insegnarmelo.

L'ANGELO CADENTE // Larry Stylinson AU (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora