CAPITOLO DICIANNOVE - Il Rivolo Di Sangue.

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Caro Louis,

é da un'ifinità di tempo che non ti scrivo e, se se non fosse stato per il senso di colpa che ho,  probabilmente non mi sarei mai deciso a farlo. 

Non ci sono parole al mondo per descrivere quanto sottosopra sia al momento il mio mondo e ancora meno ce ne sono per definire come mi sento; inizierei con il dirti che sono a pezzi, che vomito un giorno sì e l'altro pure, che non ho più voglia di fare niente.

Non importa cosa io faccia, il mio pensiero finisci sempre con l'essere tu. L'altra notte ti ho pure sognato, o almeno credo di averlo fatto perché al mio risveglio ti ho visto ( non nel senso vero e proprio del termine, sai che non credo a fantasmi e stronzate simili! )

L'altro giorno i miei amici mi hanno invitato ad uscire, ho detto no. Poi mi hanno parlato della nostra band e ho detto di non volerne più sapere. Non so se dietro questi miei rifiuti ci sia tu o se invece sono semplicemente scosso... d'altro canto il mio amico speciale si é suicidato, credo che sentirsi scossi sia il minimo! 

Giorno dopo giorno, infatti, realizzo sempre di più la situazione e ti sento sempre meno vicino, nonostante il "malloppo". 

L'altra sera mi sono sentito in colpa perché in un attimo di follia ho pensato a bruciarlo, poi mi sono ripreso ed é stato orribile... se solo penso alla cazzata che stavo per commettere mi viene la pelle d'oca. É dura sai... É dura pensare che tu ti sia gettato dalla finestra, la stessa di cui tanto hai scritto e mi hai parlato, quel portale che ti proiettava al di fuori della tua cella... dicevi così... Ed é persino peggio pensare che il tuo cranio anziché spappolarsi abbia preferito rimanere integro. 

L'altra sera ho sentito mia madre parlare al riguardo con mia sorella, ha detto di aver incontrato tua madre, ha detto che lei le ha raccontato cosa hai fatto... e mia madre ha riportato parola per parola, senza tralasciare niente, a mia sorella... ed io ho sentito. Io stavo in piedi dietro l'uscio che le ascoltavo commentare la scena, sentivo ogni singolo dettaglio del suicidio e ho fatto l'impossibile per trattenere le lacrime... peccato che poi abbia ceduto... Mia madre ha espressamente detto che sul tuo volto, una volta averti sollevato, c'era un solo rivolo di sangue che ti colava dalla tempia. E sai cosa é successo dopo? Ti ho visto, ho immaginato la scena tanto dettagliata era stata la descrizione. Sinceramente non mi capacito del motivo per il quale tua madre abbia voluto essere così esplicita ma non sono nessuno per esprimere giudizi.

E sai cosa é addirittura meglio? Il fatto che ogni qual volta penso a te ti vedo morto, col volto pallido ed i rivolo di sangue rosso che ti cola. É come un film che si blocca, come un disco rotto; quella scena non si ferma. E io piango, e piango, e piango... Dato che non puoi vedere ti aggiungo pure che anche ora sto piangendo e le pozze d'acqua sul foglio e l'inchiostro sbiadito lo possono confermare. 

Scusa Lou', non me la sento di proseguire. 

Per questa volta ti devi accontentare, ancora. 

La prossima lettera sarà più bella, spero, o per lo meno sarà meno patetica.

Sul fatto dell'essere meno patetica ci puoi contare!

                                                                        Harry

L'ANGELO CADENTE // Larry Stylinson AU (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora