CAPITOLO SEDICI - Porgimi La Mano.

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(GENNAIO)

Caro Louis,

sono passati all'incirca quindici minuti da Febbraio, tecnicamente solo dall'ultima lettera; sono dovuto correre in bagno a causa di tutto il cioccolato caldo che ho buttato giù prima ma suppongo tu non voglia sapere i dettagli... perciò te li risparmio volentieri. 

Mi sarebbe piaciuto esordire con una novità dato che non posso scrivere tutte quelle cazzate che si dicono solitamente all'inizio di una qualsiasi lettera - dove sei: lo so, cosa fai: niente, come stai: lo immagino - ma poiché non sarebbe intelligente farlo, mi limito a sorvolare questa parte seppur importante pregando tu non me ne vorrai a male.

Rispetto alla lettera precedente qui sicuramente ho più cose da dire, o almeno così dovrebbe essere... la realtà é che al momento ho la testa annebbiata dallo stormo di pensieri che l'assillano; spesso guardavi gli uccelli volare in cielo e li contavi, beh hai mai notato quanto difficile sia distinguere uno dall'altro quando volano tutti insieme? Lo stesso sta accadendo con questo stormo che ho in testa ora, i pensieri sono tutti ammucchiati, non seguono un ordine preciso e sono completamente anonimi. 

Nel tuo resoconto di Gennaio hai parlato di un "passo grandissimo", del fatto che ci fossimo avvicinati tanto e delle tue riflessioni interiori, cercherò quindi di procedere in linea retta con il tuo ragionamento. 

Innanzi tutto partirei con la prima settimana ( cioè l'ultima del mese dato che vado a ritroso ) e ti direi quanto mi sono divertito a giocare a carte insieme a te; sembra strano, lo so, ma non sono mai stato un amante delle carte - da piccolo infatti ero più il tipo da "Monopoli" o "Cluedo" - e nonostante ciò ho un bellissimo ricordo delle nostre partire a Poker e Burraco e mi chiedo come mai non abbiamo sperimentato anche altre giochi come Canasta o Machiavelli... Quelle più belle sono state quelle in cui a giocare c'eravamo solo tu ed io perché in quei momenti entrambi riuscivamo ad aprirci e parlarci. Non so perché tu non abbia mai accennato alle confessioni che ci siamo fatti durante le partite, proprio nell'ultima ti ho detto quanto ti volessi bene! 

A Gennaio abbiamo giocato a calcio, abbiamo fatto varie passeggiate sebbene si morisse di freddo e abbiamo fatto grasse risate. L'ultima settimana poi é stata un concentrato di bei momenti, più belli di come li hai descritti tu. A Gennaio inoltre é venuta a trovarti Eleonor ed ora capisco coma mai si comportasse così con me; avevo capito che dovesse sapere qualcosa  che io non sapevo dal modo in cui si comportava. Era buffa, mi guardava in modo strano e - anche se inopportuno - aggiungerei alla lista di cose pure un complimento... bella, é bella! Cazzo, forse questo non l'avrei dovuto dire... Scusa. 

Quando ti ho comunicato cosa il direttore mi avesse detto mi si é spezzato il cuore, avrei preferito rompermi la testa piuttosto che vedere l'espressione sul tuo volto. Dico sul serio! 

Non ci crederai ma nell'istante stesso in cui il direttore mi ha comunicato il giorno in cui mi avrebbero dimesso il mio cuore si é diviso in due parti: una, quella più piccola, era felice mentre l'altra già si disperava pensando a come te lo avrebbe potuto dire senza farti soffrire. 

Gennaio é stato il mese in cui le nostre mani si sono tenute, in cui le nostre spalle hanno camminato fianco a fianco e in cui i nostri occhi sono guardati a vicenda in modo intenso. Mentirei se scrivessi che queste cose hanno avuto per me lo stesso significato che hanno avuto per me; la verità é che sono stati per lo più riflessi incondizionati e che solo leggendoli nel tuo Malloppo ho capito quanto fossero importanti. Se avessi saputo prima quanto ti facessero felice quei piccoli gesti allora ti avrei guardato più spesso, ti avrei preso per mano tutti i pomeriggi!

E così siamo arrivati alla prima settimana, nonché ultima da commentare. Quella settimana siamo tornati - anche se in giorni diversi - dalle vacanze natalizie. Ti ho trovato abbastanza giù di corda ed ora ho scoperto il perché. Non ci crederesti mai se ti dicessi che pure io ho provato una sensazione simile alla tua nello stare a casa mia ma é vero, la differenza però é che la mia é stata unicamente una sensazione e che forse a casa ci sarei voluto rimanere. 

Se fossi rimasto tuttavia, mi saresti mancato e non poco.

Sai cosa sto ascoltando ora? Certo che no, perciò te lo dico io. 

Sto ascoltando un brano di una cantante molto carina di nome Jasmine. Jasmine ha diciassette anni, vive in Inghilterra come noi ma il mondo la conosce con il nome di Birdy. Ascolto spesso canzoni sue, questo non lo avresti detto mai... Comunque questo suo brano si intitola "People Help The People", te ne parlo solo perché c'é una frase che ci tengo a trascrivere; il testo dice « ...if you're homesick give me your hand and I'll hold it... » ovvero « se hai nostalgia, porgimi la tua mano ed io la terrò ». Senti quanto magnifica é questa frase, dice tutto e calza a pennello con quello che sento dentro e che non saprei come descrivere. 

Praticamente la frase dice ciò che ti avrei detto io ( o che avrei voluto dirti ) se solo avessi saputo cosa avevi in mente di fare: « se stai male, se hai bisogno di una spalla su cui piangere o di un bastone che ti sostenga io ci sono e sono qui per te ». Lo so, la frase suona meglio ed é più poetica ma questo é il significato. Vedi Lou', se tu mi avessi confessato cosa volevi fare io ti avrei guardato negli occhi, ti avrei sussurrato queste parole e poi ti avrei abbracciato, stringendoti a me quanto più forte potessi. E una volta uscito ti avrei scritto delle lettere, lettere vere con un vero destinatario, e ti sarei venuto a trovare in clinica e ti avrei aspettato fuori. E chissà cosa sarebbe stato di noi, magari un Noi sarebbe potuto esistere... Invece é andata così e mi sento uno schifo, un verme, un'inutile merda ma, soprattutto, mi sento un pessimo amico. 

Sto piangendo come un bambino che é appena nato, come uno di due anni che non riceve regali il giorno di Natale, come un povero vecchio al quale muore la donna che lo ha accompagnato per tutta la vita. In questo momento mi sento piccolo, nudo, ferito. Dentro di me c'é una bomba pronta ad esplodere, un mare in tempesta, l'epicentro di un terremoto. Mentre scrivo queste parole il foglio si riempie di macchie, le mie lacrime diluiscono l'inchiostro in alcuni punti e non posso fare a meno di singhiozzare. Più vado avanti, più mi rendo conto di averti perso e di quanto importante fossi. E questa canzone lenta che fa da sottofondo non mi aiuta, ma non ho il coraggio di spegnerla. 

Scusa Louis per non essere riuscito a leggerti negli occhi e a comprendere il tuo dolore, mi scuso per essere stato un pessimo amico ma soprattutto per non averti detto a sufficienza quanto bene ti volessi.

Ti voglio un casino di bene, non puoi nemmeno immaginare quanto.

Scusa

                                                             Il tuo amico Harry.

L'ANGELO CADENTE // Larry Stylinson AU (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora