Capitolo 71 ❤️

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Mia

Stanotte ha nevicato un sacco e tutte le strade bloccate. Hanno chiuso le scuole per questo nonostante sia sabato non sono a scuola.
Mi sono svegliata circa da un oretta e ho fatto colazione con calma insieme ai miei genitori. Poi non avendo nulla da fare ho deciso di mettermi avanti con i compiti. 

Afferro il cellulare per capire con la calcolatrice, se il calcolo che ho fatto è giusto e noto che sono le undici.

Mentre sto cercando di risolvere per la trentesima volta un equazione mi squilla il cellulare.
Sul display compare scritto numero sconosciuto.
Deciso di rispondere. Di solito non lo faccio mai quando mi chiamano dei numeri sconosciuti, ma questa volta sento che sia giusto rispondere. 

<< Mia >> appena sento quella voce sbuffo e faccio per chiudere la chiamata, ma la voce spezzata di Luca mi blocca << Mia non riattaccare per favore >>

<< stai piangendo?>> mi addolcisco tutto d'un tratto.

<< sei l'unica di cui ho bisogno ora. Ti prego >> singhiozza disperato.

<< Luca che succede ?>> domando preoccupata.

<< puoi raggiungermi in ospedale, per favore >> dice tra le lacrime.
Sento il mio cuore precipitare a queste parole.

<< arrivo >> rispondo mettendo giù. Afferro la giacca ed esco di casa così come sono, non mi preoccupo del fatto che sono ancora in pigiama e neanche del fatto che sono struccata. Ora ho una priorità e quella è Luca.

Sento rimbombarmi nelle orecchie le urla dei miei genitori << Mia dove vai ?>>
Sono in panico. Non rispondo. Non ci riesco e non voglio farlo. Devo raggiungere al più presto Luca.

Farmi accompagnare in auto allungherebbe solo le cose, quindi mi metto a correre tra la neve candida.
Di solito amo la neve, ma in questo momento la sto odiando ! Mi rende solo più lenta.

Il pensiero di Luca in lacrime che mi dice di raggiungerlo in ospedale, non mi fa ragionare.

Arrivò all'ospedale dopo venti minuti.
Sono tutta bagnata sia per il sudore a causa della corsa, sia a per via della neve che mi è finita un po' dappertutto.

Lo trovo davanti all'entrata che si guarda intorno.
Il fatto che sia lì in piedi e che sta bene mi fa tranquillizzare.
Più mi avvicino più mi accorgo di quanto sia messo male. Ha gli occhi rossissimi e una espressione davvero distrutta.

Quando gli arrivò davanti sforza un mezzo sorriso.
<< tutto ok ?>> chiedo preoccupata buttandomi alle sue braccia. 

<< no >> risponde lui allontanandomi e io mi fermo ad osservarlo.

<< dai entriamo >> sospira e mi mette un braccio intorno alle spalle.

<< no prima mi spieghi che succede!>> mi blocco, credo mi verrà un crollo nervoso.

Sbuffa e poi spiega con voce tremante << i miei genitori stamattina sono partiti in auto per andare a trovare un collega di mio papà che ha una casa in montagna. Io li avevo avvertiti che sarebbe stato pericoloso pericoloso con tutta questa neve, ma sono partiti comunque.
L'ospedale mi ha chiamato mezz'ora fa dicendo di venire qui al più presto perché i miei genitori avevano fatto un incidente e si trovavano in gravi condizioni. Io non sapevo che fare, ho chiamato subito te. Mia non so cosa pensare, ho paura >>

<< Lu ascoltami >> gli afferro il viso tra le mani cercando di farlo tranquillizzare << andrà tutto bene, magari non è niente di che e ti hanno detto così per farti arrivare presto >> cerco di pensare positivo. Non so neanche io cosa dirgli, ma è cosi distrutto che non posso starmene zitta.

Continuiamo il nostro amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora