CAPITOLO 14 parte 1

280 7 0
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Da quasi tre settimane avevo perso il mio migliore amico.

Dal giorno in cui aveva detto di amarmi non si era più fatto vivo all'orfanotrofio, nemmeno per dormire. Mi avevano informata che sarebbe stato da Jake fin quando non avesse trovato un posto suo, quindi qui non ci avrebbe più messo piede.

Qualche giorno dopo avevo deciso di andare a parlargli per chiarire la situazione e cercare di far tornare le cose come prima, senza risultato: aveva accettato di vedermi, ma quando ci eravamo trovati faccia a faccia, a stento ci eravamo scambiati due frasi.

Non sapevo più come comportarmi, non facevo altro che pensare a lui, continuavo a sfogarmi con Alex e David, che poveretti, non ne potevano più.

Il mio dottore, ogni giorno, trovava sempre un modo per distrarmi e ci riusciva, quando ero con lui, dimenticavo qualsiasi cosa.

Avevo potuto cancellare altri punti della mia lista: shopping con la mia migliore amica, vedere il ponte di Brooklyn di sera, visitare la statua della libertà e fare un giro in moto (David ne guidava una).

Un pomeriggio mi aveva chiamata e fatta uscire, quando avevo visto la moto parcheggiata sul vialetto, non avevo capito cosa avesse in mente.

"È tua?" Gli avevo chiesto stupidamente.

"Certo che è mia. Ti piace? Salta su!"

E così mi ero ritrovata con un casco addosso, sulla sua moto, dietro di lui e imbarazzata avevo stretto le braccia attorno alla sua vita.

"Tieniti forte, si parte!" Aveva urlato lui prima di sgommare per le vie di Manhattan.

Era stata un'esperienza incredibile: la velocità, il vento tra i capelli, la vicinanza dei nostri corpi, un mix di sensazioni che non sarei riuscita ad esprimere a parole.

Era sempre così gentile e premuroso con me, per qualche ora riusciva a farmi sorridere di nuovo.

Quella mattina venni svegliata dalla mia migliore amica che saltellava e gridava un 'tanti auguri a te'.

Ed ecco il fatidico momento: il mio compleanno. La maggiore età.

"Buongiorno vecchietta! Come sta la mia diciottenne preferita?" Disse Alex, stritolandomi in un abbraccio.

"Sto... Sto bene, sempre che non mi soffochi prima!" Risi.

Dopo aver sciolto l'abbraccio la ringraziai e lei mi porse un piccolo pacchetto di colore rosso.

Lo presi tra le mani e lo rigirai per qualche secondo, cercando di capire cosa contenesse.

"Avanti, aprilo!"

Scartai il pacchettino e trovai un bellissimo braccialetto a ciondoli con le iniziali V, A, M e un piccolo cuore.

"Spero ti piaccia. Un giorno mi sono fatta accompagnare al negozio dove puoi personalizzare i gioielli, per stringere il mio anello di famiglia, e ho avuto quest'idea, per ricordarti che noi ci saremo sempre. Ovviamente l'ho fatto prima che... Di tutto questo casino."

"Alex, è tutto okay. È bellissimo e mi piace, è il regalo più bello che potessi farmi."

La abbracciai di nuovo e allacciai il braccialetto al polso, non lo avrei più tolto.

Quando scendemmo di sotto, fu un continuo 'tanti auguri' da parte di tutti.

Non avevo mai festeggiato veramente il mio compleanno: nelle case famiglia se lo dimenticavano, oppure non rimanevo mai troppo a lungo. Da quando ero arrivata all'istituto avevo sempre evitato di festeggiarlo, non sapevo nemmeno cosa significasse avere una vera e propria festa di compleanno, mi bastavano gli auguri da parte di quella grande famiglia.

"Oggi, mia cara amica, abbiamo dei programmi!" Urlò tutta contenta la mia migliore amica.

"Programmi? Che tipo di programmi?" Chiesi, sorpresa.

Furono le ultime parole famose.

Andammo al Macy's, dove ordinammo due muffin giganti e un pezzo di torta, poi

mi portò a fare shopping e dopo aver passato un paio d'ore a provarci vestiti su vestiti, acquistammo dei leggins, due t-shirt, un paio di scarpe eleganti, un vestito semplice bianco e nero per me e uno a fiori per lei.

"Ma possiamo permetterci tutto questo? Con che soldi paghiamo?" Domandai.

"Oh, non preoccuparti! Il tuo bel dottore mi ha dato il permesso di usare la sua carta di credito per prenderti tutto quello che vuoi, non è fantastico?"

"Cosa?! David ti ha prestato la sua carta di credito?!"

Ma era impazzito? Non potevo accettarlo!

"Si, mi ha detto di dirti che è il suo regalo per te. Non è dolce?"

"È pazzo!"

Ero totalmente spiazzata e anche in imbarazzo, mai avrei pensato che potesse fare una cosa simile.

Dopo lo sbigottimento iniziale, passammo per un altro paio di negozi e più tardi andammo a prenderci un gelato.

"Grazie per questa giornata. È stata magnifica. Quando torniamo, passo da David e ringrazio anche lui, ancora non riesco a crederci."

"Te lo meriti, V." Disse lei, mangiando il suo gelato alla fragola.

Poco dopo ci avviammo verso casa.

Avevo passato un pomeriggio bellissimo con la mia migliore amica, se qualche tempo fa mi avessero detto che avrei festeggiato un compleanno così, non ci avrei mai creduto.

Entrammo in orfanotrofio e la prima cosa che notai fu lo strano silenzio che c'era all'interno.

"Veronica, vieni. Devo farti vedere una cosa!" Disse Alex, tirandomi per un braccio e trascinandomi verso il salone.

Aprì la porta e...

"Tanti auguri Veronica!" Urlò un coro di voci.

Mi ritrovai tutti, dai bambini allo staff, nel grande salone addobbato con festoni e luci ed una tavola imbandita con i più vari dolci.

Non appena mi resi conto di quello che stava succedendo, non riuscii a trattenere le lacrime, la felicità si impossessò di me.

Nessuno aveva mai fatto una cosa tanto bella per me.

"Buon compleanno Veronica." Sentii la voce di David alle mie spalle.

Mi girai e mi buttai tra le sue braccia. 


♣♣♣♣♣♣♣♣♣♣♣♣

Buonsalve! Come state? Scusate se non sono riuscita ad aggiornare prima, ma sono sotto esami.

Che dite del capitolo? Vi è piaciuto? La nostra Veronica riceverà altre sorprese? Lo scoprirete presto! Intanto fatemi sapere con una stellina o un commento,

al prossimo capitolo ♥ 

    

BE BRAVE, LIVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora