DAVID
Volevo baciarla.
Avevo una voglia matta di baciarla.
Non riuscivo a capacitarmi delle parole appena sentite. Aveva fatto un discorso su di sé e su di me, esprimendo ogni sua paura e indecisione, ogni suo sentimento e mai l'avevo sentita più vera, pura e bellissima come in quel momento.
Vederla piangere mi distruggeva.
Le raccolsi una lacrima che scendeva lungo la guancia, mentre i suoi penetranti occhi azzurri mi scrutavano l'anima e mi guardavano come se fosse la prima volta, cosa che evidentemente stava succedendo anche a me.
Avevo ammesso a me stesso di provare qualcosa per lei, ma non avevo mai permesso ai miei sentimenti di prendere il sopravvento sul resto. Per quanto mi fosse risultato difficile, e fino a quel momento lo era stato davvero tanto, avevo sempre cercato di essere il più professionale possibile, dopo quella notte avevo provato ad essere emotivamente distaccato, fallendo miseramente non appena incrociavo il suo sguardo.
"Shh, non piangere. Sono le parole più belle che abbia mai sentito." Le sussurrai.
Ero a pochi centimetri dalla sua bocca, avrei potuto baciarla e porre fine alla tortura di quei giorni.
Una volta, anzi nemmeno tanto tempo fa, non mi sarei fatto scrupoli a baciare una ragazza e passarci la notte, avevo trent'anni e non ero di certo un santo, ma lei aveva completamente cambiato il mio mondo.
Quanto avrei voluto si vedesse nel modo in cui la vedevo io.
Lei era così piccola e fragile, nonostante volesse far credere il contrario, eppure era anche così combattiva, curiosa, piena di vita, le si poteva leggere negli occhi la voglia di vivere e di fare esperienze, era dolce, gentile, altruista.
Mi aveva appena confessato di essere confusa e di non capire cosa provasse quando stava con me. Se l'avessi baciata avrei potuto fare chiarezza nei suoi sentimenti, ma anche crearle più caos e indecisione o metterla sotto pressione, non potevo decidere per entrambi, non le avrei fatto una cosa simile.
Avrei aspettato il momento giusto, se e quando avesse ricambiato i miei sentimenti, doveva volerlo anche lei.
Così, a malincuore, mi spostai lievemente e le baciai la fronte.
La sentii appoggiarsi al mio petto, le accarezzai la schiena, sentendo i singhiozzi rallentare e pian piano scomparire del tutto.
"Ti senti meglio?" Le chiesi delicatamente.
Annuì.
"Mi dispiace." Disse infine.
"Di cosa? Non dirlo neanche. Era da tanto che volevi sfogarti, vero?" Annuì nuovamente. "Credo sia stata una bellissima cosa, dovresti sentirti meglio ora. È importante esprimere i propri sentimenti, tenerseli dentro per troppo tempo non fa bene. Insieme possiamo trovare delle soluzioni, posso aiutarti a capire, ma dobbiamo farlo insieme. Io aiuto te e tu aiuti me, ci stai?"
"Io aiutare te? Perché? E come?" Chiese confusa.
"Si, credimi, anche io ho bisogno di far chiarezza su alcune cose. Io dico di vivere giorno per giorno e vedere che succede, d'accordo?" Ammisi, cercando di non far trasparire qualche emozione che mi tradisse.
Davvero coerente David, dici a lei di esprimere le proprie emozioni, quando tu sei il primo a non farlo. Complimenti!
Parlo anche da solo adesso! Che casino!
Il suo cellulare squillò, costringendo entrambi a staccarsi l'uno dall'altro.
Si asciugò gli occhi ancora bagnati dalle lacrime, si schiarì la voce e rispose.
"Ciao Alex. No... Si e no... Perché?"
La guardavo mentre parlava al telefono con la sua migliore amica, a volte faceva delle strane facce, era buffa e sembrava le fosse ritornato quel bellissimo sorriso.
Mio fratello aveva ragione, assomigliavo davvero ad un adolescente alle prese con la sua prima cotta, dovevo sembrare un vero coglione ma poco mi importava. Era da troppo tempo che non provavo certe sensazioni, era come se mi fossi risvegliato dopo un lungo sonno, finalmente vedevo uno spiraglio di luce e non ci avrei rinunciato per niente al mondo.
"Ah va bene, allora ci vediamo più tardi." Disse, mettendo fine alla conversazione telefonica.
"Alex e Matt non riescono a raggiungerci, Miss Gomez ha detto loro di badare alla classe dei più piccoli, quindi sono costretti a restare all'istituto." Mi informò.
"Peccato, sono sicuro che sarebbe piaciuto anche a loro questo posto."
In realtà ero quasi felice, mi piaceva passare del tempo solo con lei. In più, per quanto me ne parlasse bene e li vedessi molto gentili e simpatici, mi sentivo a disagio sotto il loro sguardo indagatore, era come se fossi sempre sotto esame e che aspettassero un mio passo falso.
"Vuoi tornare?" Domandai.
Guardò l'Oceano con occhi sognanti, poi spostò lo sguardo su di me.
"Possiamo sempre tornarci un altro giorno, insieme ai tuoi amici, se vuoi." Aggiunsi.
"Va bene. Torneremo di sicuro." Annuì entusiasta.
Eravamo ancora seduti sulla sabbia, il tempo era volato e non me ne ero reso conto, con lei era sempre così.
Mi alzai e le porsi una mano per aiutarla, lei la strinse senza esitazione.
La riaccompagnai alla mia moto, salimmo e poco dopo eravamo in viaggio verso l'istituto.
Si voltò indietro, osservando la spiaggia che si allontanava pian piano.
"Direi che è stata una giornata emozionante, per diversi aspetti. Non so come ringraziarti." Disse al mio orecchio.
Stavo per risponderle quando, per l'ennesima volta, fece una cosa inaspettata: strinse la presa sulla mia vita, quasi come un abbraccio, appoggiando la testa sulla mia schiena.
Un brivido mi scosse.
Qualche istante più tardi accostai, scendendo.
La osservai, lei ricambiava incuriosita.
Non aveva staccato i suoi occhi da me, continuava a guardarmi come se fossi l'unico sulla faccia della Terra. Percepivo la sua agitazione, insieme alla reciproca voglia di baciarci.
La mia mente andò in panne, non riuscivo più a pensare lucidamente.
"Dannazione!" Imprecai.
Le presi il viso fra le mani e guardandola negli occhi, appoggiai le labbra sulle sue, mandando in frantumi tutti i buoni propositi fatti.
Con qualche esitazione ed inesperienza, mi permise di baciarla.
L'avevo baciata.
Avevo commesso la cazzata più grande della mia vita.
Allora perché mi sentivo così tanto bene?
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Buonasera lettori! Come state? Sentite anche voi la tristezza della fine dell'estate?
Che ne pensate del capitolo? E' stato piuttosto intenso, non trovate? Dite che il nostro David abbia fatto bene a baciarla o avrebbe dovuto aspettare, come si era inutilmente detto all'inizio? Come starà Veronica? E ora cosa succederà? Tutto nel prossimo capitolo, vi aspetto!
Al prossimo aggiornamento ♥
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BE BRAVE, LIVE
RomanceVeronica Summers diciassettenne. Vive in orfanotrofio da quando ha dieci anni. Soffre di una patologia cardiaca che non le permette di vivere come vorrebbe. Ha lottato per tanti anni. La vita è dura e la voglia di mollare è tanta. Ed è proprio in...