CAPITOLO 1

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L'INCONTRO

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L'INCONTRO

Era una delle tante mattine all'orfanotrofio.

Mi svegliai e mi preparai per la solita visita di controllo.

Convivere con una malattia cardiaca non era facile.

Tante erano le cose che non avevo ancora potuto fare. Per esempio non avevo mai visto l'oceano. Una cosa stupida ma nonostante avessi diciassette anni, non ero mai stata in spiaggia.

Desideravo poter nuotare, scherzare in acqua con i miei amici, fare quello che tutti gli altri adolescenti potevano fare. I dottori dissero che sarebbe stato troppo pericoloso, il cuore si sarebbe affaticato.

Avevo dei sogni che a causa del mio debole cuore, non sarebbero mai diventati realtà.

Da piccola, in una delle case famiglia, c'era una bambina poco più grande di me che praticava danza. Spesso ero presente alle prove e rimanevo affascinata da tanta grazia e leggerezza. Per qualche anno, prima di scoprire la malattia, riuscii a ballare e adoravo farlo. Potevo essere felice per qualche piccolo istante, mi isolavo da tutto e da tutti. Pensavo che se la mia vera madre mi avesse visto, sarebbe stata fiera di me e mi avrebbe portata a casa con lei. Erano sogni di una bambina, tutto ciò non si avverò mai.

Cacciai via i vecchi ricordi e mi diressi nel piccolo studio del Dottor Smith.

Bussai un paio di volte.

"Entra pure Veronica."

Non appena oltrepassai la porta notai una figura accanto a lui.

"Ehm... Salve." Salutai imbarazzata.

Il dottor Smith era seduto sulla sedia dietro la sua scrivania e in piedi di fianco a lui un uomo, un bellissimo uomo.

Al massimo poteva avere trent'anni. Alto, capelli castani che cadevano sugl'occhi azzurro cielo, barba ben curata e fisico coperto da un camice bianco.

Lo fissai per qualche secondo domandandomi la ragione della sua presenza.

Avrebbe potuto benissimo fare il modello. Pensai.

Non avevo mai visto un uomo così affascinante.

Mi osservava con un mezzo sorriso sulle labbra.

Sarà per cortesia.

"Vieni, accomodati. Probabilmente ti starai ponendo delle domande ma non preoccuparti, adesso ti spiego."

Mi misi seduta sulla sedia, non proferendo parola.

"Ecco vedi Veronica," Cominciò il Dottor Smith "sono stato selezionato tra i cinquanta medici del Paese che andranno ad aiutare in Africa. Partirò tra un paio di settimane e potrei rimanere via per un anno o due."

Lo guardai allibita.

"Il Dottor Williams sarà il tuo nuovo medico." Finì.

"Ma..."

Cercai di dire qualcosa. La verità era che non me l'aspettavo.

Il Dottor Smith mi aveva praticamente cresciuta, non lo consideravo solo il mio medico ma un padre e per una ragazza che non ne aveva mai avuto uno, significava molto.

Lui mi conosceva più di tutti, spesso anche più di me stessa.

Per questo alla notizia dovetti trattenere le lacrime.

"Ora, so bene che ti fidi soltanto di me dal momento che ti ho seguita da quando sei arrivata qui però con lui sarai in ottime mani. Non farti ingannare dalla giovane età o dal suo aspetto, è molto più in gamba di quanto tu creda."

Guardai per una frazione di secondo quello che sarebbe stato il mio nuovo medico.

"Io mi fido di lei Dottor Smith e non ho dubbi sul fatto che il Dottor Williams sia un ottimo medico. Sono solo un po' sorpresa dalla novità e abbastanza spaventata. Sa che non sono brava a gestire i cambiamenti."

"Veronica puoi stare tranquilla. Ho studiato la tua cartella clinica e il Dottor Smith mi ha messo al corrente della tua situazione, mi ha parlato di te. So bene che sarà difficile abituarti ad un nuovo medico, per questo procederemo per gradi. Impareremo a conoscerci giorno per giorno, in modo da poterci fidare l'uno dell'altro. Che ne dici?"

Si, ci sapeva davvero fare con le parole.

E con i fatti?

Una cosa era certa, non riuscivo a staccare gli occhi da lui. C'era qualcosa che diceva di potermi fidare.

Annuii e abbozzai un sorriso che ricambiò. Fu un gesto che mi infuse sicurezza.

"Nel fine settimana passerò a prendere le ultime cose così ci potremmo salutare come si deve. Adesso che abbiamo chiarito le questioni, che ne dici di cominciare la visita?"

Fu così che passai la prima ora della giornata. Avevo solo una parola per definirla: Destabilizzante.

Stranamente in mensa non incontrai né Alex né Matt. Mi chiesi dove fossero.

Dopo aver aiutato i bambini con la colazione, mi diressi nell'aula per l'ora di matematica.

Lì incontrai i miei migliori amici.

Occupavano dei posti in penultima fila, i nostri preferiti.

"Hey stranieri! Che fine avete fatto stamattina?"

"Il dormiglione non voleva alzarsi, così ci siamo persi pure la colazione! Meno male che i ragazzi hanno avanzato qualcosa e non siamo morti di fame!"

Alex lo fulminò con lo sguardo, che lui ricambiò con un alzata di occhi.

"Mea Culpa." Alzò le mani.

Risi.

"Poco fa è successa una cosa strana." Dissi.

Entrambi mi guardarono facendo un cenno per spiegarmi meglio.

Nel frattempo Miss Gomez era entrata in classe e aveva cominciato a spiegare qualcosa riguardante a delle espressioni da eseguire.

Nessuno di noi capiva nulla di quella materia.

Parlai a bassa voce in modo che Miss Gomez non potesse sentirci.

Spiegai loro delle ore precedenti e del Dottor Williams.

"Ecco chi era quel figo! Ieri devo averlo incrociato nei corridoi dei dormitori, sarà venuto per una visita prima di presentarsi. Wow! Sei davvero fortunata se quell'uomo è il tuo nuovo dottore, insomma l'hai visto?"

Alex era su di giri.

Mentre Matt sembrava stralunato, un po' come il suo solito.

"Spera solo che sia bravo quanto dicono e non solo così figo." Questa fu la sua risposta, calcando su "figo" imitando la voce di Alex.

"Se Smith ha scelto lui tra tanti, un motivo ci sarà! E poi conosce bene V., non le farebbe mai un torto!"

"Spero tu abbia ragione Alex. Sono un po' perplessa al momento."

E lo ero davvero.

Non mi restava altro che aspettare e vedere come si sarebbe evoluta la situazione.

Ritornai alla realtà e tutti e tre rimanemmo in silenzio per tutto il resto della lezione.





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Buongiorno! Eccovi il primo capitolo della storia, spero vi piaccia.

Fatemi sapere che ne pensate

BE BRAVE, LIVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora