CAPITOLO 5 parte 2

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"Com'è andata la seduta?" Chiesi ad Alex appena Matt se ne fu andato.

Mi sedetti sul suo letto guardandola negli occhi.

"Solito. Parla praticamente solo lui."

Poco prima era stata dal suo psicologo. A volte mi parlava un po' di ciò che si dicevano in quelle ore. Lei spesso se ne stava zitta, immersa nei pochi ricordi che aveva o, specialmente, nei suoi incubi. Nonostante il suo essere così spontanea, sorridente e attiva, dentro era a pezzi. Lo sapevo bene, sia perché la conoscevo da tanti anni sia perché in parte era quello che provavo anche io.

Le mancava una famiglia, una vera famiglia e lei fino a cinque anni ne aveva avuta una. Un maledetto incidente gliel'aveva portata via e non sarebbe mai riuscita a farsene una ragione, malgrado tutti gli anni di terapia.

"Mi ha domandato se avessi sognato qualcosa, o meglio, se avessi avuto un altro dei miei incubi. Io ho detto che non ricordavo. L'ho fatto perché non volevo parlargliene e sapevo che se gli avessi anche solo accennato qualcosa, mi avrebbe chiesto come mi sentivo e le solite stronzate. Non ne avevo voglia."

"Capisco. Ma non ti fa stare meglio parlare con qualcuno?" Chiesi.

"Dipende. A volte odio che mi si chieda almeno dieci volte come stia o non stia e se ho qualcosa da dire. E' stressante parlare costantemente dei miei problemi."

"Lo so." La potevo capire.

"Penso che il Dottor Stevens abbia paura che possa avere un crollo emotivo da un momento all'altro. Ha ribadito più volte che la mia è solo una maschera e che prima o poi dovrò fare i conti con quello che provo davvero. Ma io già lo faccio, tutti i giorni, non se ne rende conto?" Continuò lei.

Ero una delle poche persone che la vedeva per come fosse realmente: una ragazza che soffriva, ma forte come nessun altro.

Se un giorno era triste, non si abbatteva ancora di più, bensì si faceva forza e reagiva. Metteva da parte il suo dolore e lo trasformava in aiuto per gli altri.

Non le avevo mai confessato però, che anche io avevo paura che prima o poi potesse crollare. Lei affrontava i problemi a modo suo ma avrebbe avuto bisogno di lasciarsi andare e permette a se stessa di sfogare i propri sentimenti e paure più spesso.

E parli proprio tu? Tu che nascondi le emozioni più di chiunque altro?

Scossi la testa.

"Basta parlare di me. Piuttosto, tu?" In un secondo era tornata sorridente e a pensare a qualcun altro che non fosse lei.

"Io cosa?"

"Cosa? Non essere ridicola. Racconta tutto del tuo bel dottore, avanti!" Si mise a pancia in giù e mi fissò.

Panico.

Cosa potevo dirle? Raccontare le strane sensazioni che mi faceva provare il mio dottore che conoscevo soltanto da pochi giorni? No, non riuscivo ad ammetterlo nemmeno a me stessa.

"Ah sì. Bè è diverso dal Dottor Smith."

"Ma dai? Non l'avrei mai detto, V!" Mi interruppe lei.

"Lasciami finire. E' diverso perché ha voluto portarmi a fare una passeggiata fuori. Si, esatto. Anche io ho fatto la tua stessa faccia." Dissi vedendo l'espressione sorpresa di Alex. "Mi ha spiegato che lui la considera come una visita e che se voglio posso uscire quando voglio a patto che lo avvisi prima."

"Quindi finalmente potrai uscire con me, che bella notizia! Era ora! Sai che ho sempre adorato il Dottor Smith ma era davvero pesante a volte, non ti permetteva di fare niente. Ci voleva proprio questo cambiamento. Magari imparerai a sorridere di più invece di essere sempre così musona."

Alzai gli occhi al cielo.

Le dissi delle ore passate con lui, omettendo alcuni dettagli come le emozioni che avevo provato stando in sua compagnia e la strana atmosfera che si era creata durante il controllo.

Non sapevo la reazione che avrebbe potuto avere sapendo queste cose, perciò mi limitai a descrivere oggettivamente la mattinata.

"Pazzesco. Assolutamente pazzesco. Perché non è capitato anche a me un medico così? E' bello, intelligente, simpatico, sa il fatto suo e vuole davvero aiutarti a vivere la tua vita. Posso conoscerlo?"

Risi.

"Non cambierai mai. Certo che lo puoi conoscere ma ricorda che è il mio dottore e non un amico. Sii discreta."

"Perché non lo sono?"

Mi tirò una cuscinata in faccia.

"Si! Si! Lo sei." Risposi scoppiando a ridere.

Con lei era sempre così, ti faceva dimenticare qualsiasi problema.

Non la consideravo solo una migliore amica ma mia sorella.

"Tu pensi che se ci fossimo conosciute fuori, saremmo diventate così unite?"

"Che domande fai, V? Certo! In qualsiasi vita ti avrei scelto come sorella. E tu mi avresti mai sopportata?"

"Assolutamente sì. Se penso alla mia vita senza te o Matt mi sento morire. Non potrei esistere senza voi. Mi avete aiutata e tutt'ora mi aiutate, siete parte del mio cuore, la famiglia che non ho mai avuto. E se mai ce ne andremo da qui, sarà insieme. Insieme. Sempre e per sempre."

Era il nostro motto e il nostro patto. Lo avevamo stretto poco tempo dopo esserci conosciuti. Da allora ad ogni difficoltà, paura o tristezza, si pronunciava quella semplice frase e sapevamo che sarebbe andato tutto bene.

"Insieme. Sempre e per sempre." Ripeté lei.


♣♣♣♣♣♣♣♣♣♣♣♣

Buonasera! Ecco la seconda parte del capitolo, che ve ne pare? Vi piace Alex? Preferite lei o Matt?

Fatemi sapere con un commento e una stellina :)

Grazie a chi segue e mi aiuta a migliorare questa storia,

al prossimo capitolo ♥

BE BRAVE, LIVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora