CAPITOLO 24

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"A proposito di questo..." Cominciò David. Sembrava in difficoltà, come se fosse indeciso nel continuare. Aspettai qualche secondo, nella speranza che proseguisse quella strana frase.

"Si?" Domandai infine, curiosa e preoccupata allo stesso tempo.

Odiavo le attese, specialmente in un discorso, a volte le parole riuscivano a mettermi ansia come poche altre cose. Non capivo perché fosse così titubante, cosa nascondeva?

"Ci sono alcune cose che dovresti sapere Veronica. Prima però, promettimi due cose: primo che ascolterai senza interrompere, così che possa spiegarti meglio, poi potrai chiedermi tutto quello che vorrai; secondo che rimarrai calma, arrabbiarti non ti farebbe bene, d'accordo?"

"Lo prometto. Ma perché dovrei arrabbiarmi? Cosa stai cercando di dirmi? Mi stai spaventando."

Fece cenno di sedermi nuovamente sulla sedia davanti a lui.

Mi accomodai, mentre lui prese un respiro profondo e iniziò a parlare.

"Ricordi che, qualche tempo fa, ti ho parlato di quando mi hanno assegnato questo incarico mentre lavoravo al General Hospital di Manhattan, come mia madre?" Annuii, riportando alla mente i nostri primi incontri in cui aveva raccontato di sé.

"Io già sapevo chi eri, ancora prima di incontrarti qualche mese fa. Ecco, vedi... Mia madre è Brianna Williams, ma il suo cognome da nubile era Summers." Continuò.

Mi mancò il respiro e sgranai gli occhi, non capendo ancora cosa volesse significare quel piccolo, ma ugualmente grande, dettaglio.

"Summers...C-Come me? Cosa...?" Mi sentii pronunciare sconvolta, non riuscendo a formulare una frase di senso compiuto. Ricordai di aver promesso di non interromperlo, ma in quel momento, fu più forte di me. Cosa stava dicendo? Io e sua madre eravamo in qualche modo legate? Non era proprio possibile, non si sarebbe esposto tanto con me e non mi avrebbe mai baciata, sapendolo. Ma allora cosa stava succedendo? In pochi secondi, mille pensieri e dubbi si insinuarono nella mia testa.

"Respira e non agitarti. So a cosa stai pensando, non siete assolutamente imparentate. Lei era presente il giorno in cui sei nata, era l'infermiera della donna che ti ha messa al mondo; si è presa cura di lei prima del parto e poi di te. Sapeva che aveva deciso di darti in adozione, ha provato anche a dissuaderla, non capiva come qualcuno potesse abbandonare la propria figlia così. Alcune adozioni prevedono che, dopo la nascita, il bambino venga subito allontanato dalla madre; così ti hanno portata nel reparto speciale, insieme ad altri neonati come te. Non avevi neppure un nome, mia madre ha voluto donartene uno, Veronica, come la sorella che aveva perso quando era ancora una bambina. A quel punto però, non poteva negare di essersi affezionata a te, ha pensato allora di darti il suo cognome da nubile, Summers. Ogni giorno, per quasi un mese, è venuta a trovarti e si è presa cura di te; poco dopo però, sono intervenuti i servizi sociali e lei non ha potuto più fare niente. Non si è mai dimenticata di te, tanto che questo episodio, l'ha spinta poi a diventare una pediatra e ad occuparsi dei bambini meno fortunati." 

BE BRAVE, LIVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora