Shailene
<Posso dirti un segreto?> mi chiese.
<Si>
<Credo che quando torneremo a La Paz comincerò a chiamare i miei nuovi genitori mamma e papà, Robert e Dylan saranno i miei fratelli, tua madre sarà mia zia, Cody sarà mio cugino. Ma tu... tu non sarai mia cugina>
<Perché?>
<non posso dirtelo>
<Non capisco>
<Sento che fra noi due ci sia qualcosa di più forte che un legame di parentela, sei la prima persona con cui mi sento libero di confidarmi. E credimi, non sono mai stato una persona aperta>
<Credo sia lo stesso per me> risposi pur non riuscendo a trovare un filo logico a tutto il suo discorso.
Non riesco MAI a trovare un filo logico ai suoi discorsi. E la cosa mi sconcerta.
<Andiamo a prendere un gelato?> propose spezzando la tensione che si era creata.
<Buona idea>
Theo si alzò dal letto e tirò la maniglia della porta.
<È bloccata, siamo chiusi dentro> affermò con tono calmo dopo qualche tentativo di aprirla.
Il mio respiro cominciava a farsi più pesante, mi guardai ossessivamente intorno.
<Stai bene?>
<Sono claustrofobica>
<Perché non me lo hai detto? Non ti avrei mai portata qui!>
<Non credevo rimanessimo bloccati!>
Provò a tirare qualche spallata alla porta, era resistente nonostante avesse almeno un secolo.
<Okay, calmati. Ora chiamo i pompieri>
<Fai presto, ti prego> sussurrai in mancanza di aria.
Mentre Theo parlava al telefono mi sedetti per terra con la schiena appoggiata al letto e mi coprii gli occhi.
<Okay, arrivano a tirarci fuori. Oddio stai proprio male>
<Mi manca l'aria>
<È un attacco di panico>
Lo sentii infilarsi tra la mia schiena e il letto, mi ritrovai seduta tra le sue gambe, con la schiena appoggiata al suo petto.
Tolse le mie mani da sopra i miei occhi e incrociò le dita alle mie.
<Concentrati sul mio battito>
Tum. Tum. Tum. Tum.
<Shai, va tutto bene>
<Tutto bene> ripetei.
<Raccontami qualcosa, come si chiama la tua migliore amica?>
<Non ne ho una>
<Okay, allora a quanti anni hai avuto il primo fidanzato?>
<Tredici, se non ricordo male>
<Quanto siete stati insieme?>
<Sei mesi>
Mi stavo calmando. Ma a calmarmi non furono le parole di Theo che cercava di distrarmi, ma il senso di sicurezza che mi dava il suo corpo contro il mio.
<Theo...> lo fermai prima che faccesse altre domande.
<Dimmi>
<Abbracciami...>
Avvolse le braccia robuste attorno a me, eravamo talmente stretti che saremmo potuti sembrare una cosa sola.
Sentivo il suo respiro lento sopra il collo.
<Ora va meglio?>
<Si, non lasciarmi andare, per favore>
<Tranquilla sono qui>
Sentii ancora il suo battito contro la mia schiena.
Tum. Tum. Tum. Tum.
Finalmente sentimmo le sirene dei pompieri, in un attimo scardinarono la porta.
<Grazie davvero Theo> gli dissi una volta fuori da quel rottame di casa.
<Non ringraziarmi>
Mi abbracciò, più mi dimostrava affetto e più ne avrei voluto da lui.
<Prometti che non lo diremo a nessuno?>
<Promesso> mi sorrise.
Mi sentivo in imbarazzo.
<Tutto quello che abbiamo appena passato mi ha fatto dimenticare di mio padre, è merito tuo>
<Beh io sono stato bene abbracciato a te>
<Anche io> ammisi sorridendo.
<Beh immagino che sia tardi per il gelato adesso, faremo un'altra volta>
Tornammo in hotel per il pranzo.
<Che avete fatto oggi?> chiese Robert.
<Un giro> dicemmo all'unisono io e Theo guardandoci.
Non mangiai molto, dopo tutto quello che era successo in quelle poche ore il mio stomaco si era totalmente chiuso.
<Sarebbe meglio comprare dell'acqua, in camera è finita e non ho intenzione di bere dal lavandino> disse Robert.
<Ci andiamo io e Shai dopo pranzo>
<Posso uscire anche io>
<Stamattina avevi la febbre, meglio se non esci fino a domani>
<Sembri mia madre...>Dopo pranzo Theo ed io ci dirigemmo verso il market più vicino.
<Sai che ho voglia di fare stasera?> disse affondando le mani nelle tasche dei pantaloncini.
<Cosa?>
<Barricarmi in camera, guardare la TV ma soprattutto dormire>
<Devi ancora recuperare ore di sonno da ieri notte?>
<Beh, abbiamo dormito tre ore e mezza...>
<In effetti...>
Realizzammo troppo tardi che non era stata una buona idea andare fin lì a piedi, trasportare un'intera cassa d'acqua per tutta la strada del ritorno fu un delirio.
<Non c'è la farai da solo, Theo>
<Ma dai, guarda che bicipiti!> scherzava mostrando i muscoli.
Provammo anche a convincere senza successo il cassiere del negozio, un uomo piuttosto basso dai tratti orientali, a lasciarci portare la cassa in un carrello.
A tornare all'hotel impiegammo il doppio del tempo, però con Theo tutto sembrava più divertente.
<Ecco la tua acqua Rob, è stata una fatica portarla fino qui>
<Grazie, che avete intenzione di fare adesso?>
Io e Theo ci guardammo come a cercare un'intesa, e poi rispondemmo: <Dormire>
<Vedo che andate d'accordo, Theo mi stai rubando la cugina?>
<Non è mia cugina, ma credo di starle più simpatico io> mi sorrise fiero.
<Oh su, non litigate> risi.
Mi ritirai in camera mia per fare una bella dormita.
Mi lanciai sul letto a pancia in giù rimbalzando qualche volta prima di fermarmi sul materasso.
<Hey, per caso hai un po' di posto anche per me?>
<Theo, non c'è l'hai un letto tu?>
<Robert l'ha riempito di roba e sono troppo pigro per spostarla. Allora, hai un po' di posto?>
Per quanto non mi entusiasmasse l'idea che Theo dormisse con me acconsentii spostandomi da un lato del letto, abbastanza grande da ospitarci entrambi.
<Grazie>
<Prometti di non farmi il solletico?>
<Promesso>
<Posso chiederti una cosa?>
<Dimmi>
<Come fai a stare in pantaloncini e canottiera? Io sto congelando!>
<Sono abituato al freddo, come un orso polare>
<Tu non hai la pelliccia>
<Sarei bellissimo anche ricoperto di pelo bianco, non credi?>
Mi misi a ridere.
<Comunque se hai freddo vado a prenderti una mia felpa, devi ammettere che le mie sono più calde delle tue inutili felpine estive>
<Inutili?>
<Non scaldano un accidente>
<Beh hai ragione in fondo>
<Io ho sempre ragione>
<Ma tutta questa autostima da dove salta fuori?>
<Non so, stare con te mi aumenta l'autostima. Sei magica, puoi vantartene>
<Fatti curare, sei completamente matto!> risi.
Notavo che la distanza che c'era tra noi diminuiva.
<Ma sei tu che si avvicini o sono io senza accorgermene?>
<Sono io>
<Ah, e perché?>
<Voglio guardarti da più vicino>
<Perché vuoi guardarmi da più vicino?>
<Perché non chiudi la bocca e ti riposi?>
<Uffa, va bene>
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Parlami Di Te
FanfictionShailene ha sedici anni, vive in un paesino della California con il fratello minore e la madre che si fa in quattro per pagare le spese e mantenere i figli da quando il marito se n'è andato di casa senza dare più sue notizie. Il suo migliore amico...