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Theo

Arrivò il giorno del ritorno a casa, mi dispiaceva lasciare Oxford.
Arrivati al check-in Shailene sbiancò dalla paura.
Il viaggio fu parecchio monotono e stressante: Robert che spremeva le meningi per capire perché suo fratello gli avesse detto che non era figlio di sua madre, Shailene che a ogni vuoto d'aria mi piantava le unghie nel braccio, io che cercavo di far stare calmi entrambi.
A un'ora dall'atterraggio Shailene toccò un argomento di cui non avrei mai voluto parlare.
<Quando saremo a casa dovremo fingere di essere solo amici, vero?>
<Magari non per sempre. Faremo passare un po' di tempo e poi confesseremo>
<Detto così sembra che stiamo commettendo un reato>
<Per la gente di oggi questo è un reato, o almeno una cosa che non si dovrebbe fare>
<Ma noi non siamo parenti>
<Per fortuna> sorrisi dandole un bacio su una guancia.
<Quindi non potrò baciarti, morderti il labbro, abbracciarti sotto le coperte, guardarti mentre ti togli i vestiti, mentre dormi...>
<Potrai, solo di nascosto>
<Mi fa quasi male dirlo ma...vi aiuterò> disse Robert rivolgendomi il più amichevole dei sorrisi.
Odio tornare, la sola idea di tutta quella gente che vuole abbracciarti, chiederti come stai, com'è andata, se ti sei divertito, cos'hai mangiato, bevuto e fatto, mi da la nausea.
E infatti venni strangolato da mia madre non appena ebbi messo piede in aeroporto.
<Com'è andato il viaggio?> mi chiese mio padre dopo avermi dato una sonora pacca sulla spalla.
<Bene> decisi di dire dopo aver ripensato a quanto disastrose fossero state le ore precedenti.
Notai una certa riluttanza nello sguardo di Robert quando guardava nostra madre, che forse non era più la sua.
Era circa mezzo giorno, il sole era talmente bollente che sembrava tirarmi continue frustate di calore su tutto il corpo e decisi che non mi interessava pranzare, ma volevo solo andare in spiaggia e tuffarmi in acqua.
Shailene mi seguì camminando a un paio di metri di distanza da me.
<Guarda che puoi parlarmi e non c'è bisogno che mi stai così lontana>
<Se ti stessi più vicino avrei tanta voglia di baciarti che non mi tratterrei>
Risi schizzandola con l'acqua.
<Perché ridi?>
<In che cosa ti ho trasformata Shai...>
<Perché?>
<Una settimana fa sembrava che non ti importasse avere un ragazzo, sembravi una bambina innocente e senza fretta di crescere>
<Dove vuoi arrivare?>
<Da nessuna parte>
<Ero meglio prima?>
<Ti amavo prima e ti amo anche adesso> sussurrai per non farmi sentire.

Quella sera uscimmo, volevamo andare in spiaggia.
Robert camminava un metro avanti a noi, ma ero sicuro di averlo visto sorridere guardandoci insieme.
<Vi porto in un posto> disse senza girarsi.
Lo seguimmo senza fare domande fino a una piccola rientranza in mezzo agli scogli che sembrava una piccola caverna.
Non c'era nessuno, solo noi, la sabbia, le rocce e il rumore del mare.
<Qui ci venivo con tutti i miei ex>
<A fare cosa?> chiese Shai.
<Me lo stai davvero chiedendo?>
<Perché ci hai portati qui?>
Abbassò la testa un secondo, sorrise e disse:
<Divertitevi>.
Credo che sia stato il regalo più bello che mio fratello mi abbia mai fatto, lo abbracciai ringraziandolo almeno venti volte.
Quel ragazzo aveva avuto una forza incredibile nel portare l'uomo di cui era innamorato in un posto tanto importante per farlo stare con qualcun altro.
<Io ho un appuntamento> disse affondando le mani nelle tasche<Devo rimettermi in gioco>
Poi se ne andò fischiettando e guardando il cielo.
Quella sera non c'erano nuvole, le stelle erano talmente tante che se avessi voluto contarle non ce l'avrei fatta prima che il sole sorgesse di nuovo.
Shai stese il suo orribile telo azzurro a fiori rosa e si sedette cominciando a giocare con la sabbia.
Mi sedetti di fianco a lei e la guardai per un momento.
<Cosa stai aspettando?> chiese.
La strinsi a me baciandola, la feci sdraiare e diedi sfogo alle mie più segrete perversioni, che da quando l'avevo conosciuta erano rimaste chiuse a chiave nella mia mente.
Rimanemmo sulla spiaggia fino a mattina, ricordo di averle accarezzato i capelli mentre si addormentava e poi di aver chiuso gli occhi con un sorriso.

Mi risvegliai all'alba quando un gabbiano si mise a fare quel fastidioso verso a pochi metri da noi.
<Shai>
<Buongiorno> disse piano tenendo gli occhi chiusi.
<Dovremmo andare a casa forse>
<Forse>
<Shai, davvero>
Si era riaddormentata.
Quando la convinsi ad alzarsi tornammo a casa, dormivano ancora tutti e camminammo in punta di piedi per non farci beccare a tornare alle cinque del mattino dopo essere stati "chi sa dove" tutta la notte.
Tornammo a dormire nelle nostre stanze e la sognai per l'ennesima volta.

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