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Shailene

Restammo abbracciati a lungo, non ci accorgemmo che la porta di camera mia era rimasta socchiusa.
<Ragazzi?> ci chiamò mio zio entrando senza bussare. <Cosa state facendo?>
Cazzo. Dovevo chiudere. Pensai.
<Abbiamo litigato prima...> disse Theo girandosi.
<E per fare pace ci siamo abbracciati> finii la sua frase.
Lo zio si chiuse la porta alle spalle entrando del tutto.
<Pensavate che non me ne sarei accorto?>
<Di cosa?> tentai di non sembrare il più sorpresa possibile.
Abbassò un po' il tono della voce.
<Numero uno: andate in giro insieme, mano nella mano. Numero due: vi ho visti baciarvi. Numero tre: sono spariti dei preservativi dal mio cassetto> spiegò con tono calmo.
<Beh i preservativi potrebbe averli presi Robert, no?> azzardai.
<Lui esce con un ragazzo, so anche quello>
<Ma...>
<Shai> mi interruppe Theo <Siamo stati beccati>
<Non lo dirò a nessuno, però qualunque cosa facciate state attenti, non voglio dover spiegare a mia moglie che suo figlio ha messo in cinta sua nipote>
<A te non dà fastidio che noi stiamo insieme?>
<No, non siete propriamente cugini. E poi vi ho visti, siete una bella coppia. Anche io sono stato adottato e per un periodo ho avuto una storia con una mia cugina di secondo grado>
<Non sapevo fossi stato adottato> disse Theo.
<Ora lo sai. Comunque, ora torno di là, occhio a quel che fate> sorrise e uscì.
Io avevo ancora il batticuore, quella sensazione di quanto ti scoprono a fare qualcosa di proibito.
Theo sorrideva.
<A che pensi?> gli chiesi.
<Almeno lui è dalla nostra parte>

Non litigammo più per i due mesi di vacanza che ci restavano, andavamo molto d'accordo, quasi mi spaventava l'idea che ci fosse una persona così diversa da me eppure così...uguale. Non so se mi spiego.
Per me era estremamente strano anche non discutere mai con lui, risolvevamo tutto parlando tranquillamente.
Theo era diventata la mia routine, faceva parte della mia vita e spesso, solitamente sotto la doccia, mi ritrovavo a cercare di ricordarmi la mia vita prima di conoscerlo e accorgermi che tutto quel tempo ora mi sembrava così grigio...
Però a una cosa non avevo mai pensato: quando le vacanze sarebbero finite e saremmo stati separati da chilometri di distanza.
Non che non ne fossi consapevole, ma ero ormai abituata ai ritmi di La Paz, ai ritmi di Theo. E da un lato non volevo neanche pensarci, rimandavo sempre questo pensiero, come si fa con i compiti delle vacanze.


Quel momento però arrivò e mi trovai assolutamente impreparata su cosa fare.
<Theo...> gli dissi due giorni prima di tornare a casa, mentre mi aiutava a fare le valigie.
<Dimmi>
<E adesso? Cosa facciamo?>
Capii che neanche lui ci aveva mai pensato da come corrugò la fronte.
<C'è Skype> mi rispose.
<Tra vederci tutti i giorni e parlare su Skype ogni tanto c'è una differenza abissale. Theo, non posso non rivederti fino a Natale>
Annuì, lui era solito a non mostrare più di tanto i sentimenti, perciò avevo imparato a leggere i messaggi che il suo corpo mandava inconsciamente.
Non era triste, era più...turbato, forse spaventato.
<Se c'è una cosa che nessuno può impedirmi è quella di prendere il treno e venire da te. Tutte le volte che vorrai> disse facendo tornare l'espressione dolce di cui mi ero innamorata.
Poi si alzò, controllò che la casa fosse vuota e torno in camera chiudendo la porta a chiave.
Mi prese dalle mani un paio di magliette che stavo piegando, cioè in realtà le stavo accartocciando, io non sono brava a piegare i vestiti.
Comunque, si sedette sul letto e mise le mani sulle mie spalle spingendomi piano finché non fui completamente sdraiata.
Non avevo voglia di fare sesso, avevo troppi pensieri. <Theo, non credo sia il caso di...>
<Voglio solo dormire> mi interruppe sdraiandosi accanto a me, abbracciandomi forte.
<Ti amo> farfugliò con le labbra appoggiate alla mia guancia subito dopo avermi dato un bacio.


***
CIAO PERSONE.
ALLORA. No, allora un cazzo.
Come avete passato questo fantastico lunedì?

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