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Shailene

Mi svegliai molto lentamente, capii di essere sveglia quando tastando il letto a fianco a me non sentii il corpo di Theo, ma solo il lenzuolo di cotone morbido.
Ero girata sul fianco sinistro. Faticavo a muovermi, ero tutta anchilosata e dolorante. Dato quanto ci si muove, si potrebbe sostituire lo sport con il sesso.
<Sei sveglia?> la voce di Theo mi parve lontana, come fosse al di là di un muro spesso di vetro.
<Forse>
Aprii un occhio, lui non c'era.
<Dove sei?>
<Dall'altra parte della stanza>
<Non riesco a girarmi>
<Aspetta>
Pochi istanti dopo comparve nel mio campo visivo.
Era vestito...no, non del tutto, non indossava la maglia.
<Come ti senti?>
<Distrutta>
<Vuoi una mano ad alzarti?>
<Si>
Infilò un braccio tra le mia spalla e il materasso, poi mi alzò piano la schiena finché non mi ritrovai seduta. Dio quanto è bello.
Ero ancora nuda, quando la coperta mi scivolò via rabbrividii dal freddo.
<È normale sentirsi così?>
<Si>
<Profumi> dissi sorridendo quando si avvicinò a darmi un bacio sulla guancia.
<Ho fatto la doccia, e ho usato il tuo shampoo>
<Non vorrei togliermi il tuo odore di dosso. Ma anch'io dovrei fare la doccia>
Senza dire una parola mi prese in braccio e mi portò in bagno. Era meraviglioso, io con le braccia allacciate al suo collo, la testa appoggiata al suo petto nudo.
Lui che mi teneva come fossi una piuma attento a non mettere le mani in posti sbagliati.
So che avrebbe voluto farlo, glielo si leggeva nel sorriso.
Mi lasciò all'entrata del bagno.
<Ce la fai da sola?>
<Spero>
<Se hai bisogno chiamami, io sono qua>
L'acqua calda mi accarezzava i capelli, il collo, le spalle, rilassava i miei muscoli.
Solo in quel momento ricominciai a pensare lucidamente.
Mi venne in mente una cosa.
Il materasso non era sporco di sangue. Non avevo perso sangue.
Mi sembrò così strano pensarci...
Scossi la testa per scacciare quel pensiero, mi insaponai i capelli il più lentamente possibile respirando a pieni polmoni il profumo della lavanda.
Ogni volta che chiudevo gli occhi ritornavo a quel momento in cui ho capito che Theo sarebbe stato il "lui" con cui sarei andata a letto la prima volta. 
<Shai? Tutto bene?> chiese a Theo dopo aver bussato alla porta del bagno.
<Si>
Decisi che avevo meditato a sufficienza ed uscii dalla doccia avvolgendomi in un telo.
<Mezz'ora? Pensavo fossi svenuta>
<Mi piace stare sotto l'acqua a pensare>
<E a cosa hai pensato?>
<A tante cose... Una in particolare>
<La posso sapere o è un segreto tra te e i flaconi di shampoo e bagnoschiuma?> rise infilandosi la maglietta.
<Ho pensato al fatto che non ho perso sangue>
<Non è una cosa strana, capita>
<Lo so, ma fino a poco fa non credevo che mi sarei mai posta questo tipo di problemi>
<Almeno non abbiamo dovuto trovare una scusa per spiegare alla donna delle pulizie il sangue sul lenzuolo>
<Secondo te dov'è Robert?>
<A provarci con la ragazza alla reception o fuori a farsi un giro, credo>
<Dovremmo chiamarlo? Non lo vediamo da più di due ore...>
<Lo chiamo io, tu vestiti> mi disse squadrandomi.
Mi infilai i primi vestiti che mi capitarono a tiro senza curarmi del fatto che non fossero minimamente abbinati.
Avevo freddo, vidi la felpa di Theo appoggiata allo schienale di una sedia.
La tentazione fu troppa e finii per mettermela mentre era distratto a parlare al telefono.
Dio quando è calda. La adoro perchè è sua. E perchè è enorme. Ma principalmente perchè è sua.
<Robert è fuori, torna fra una ventina di minuti> mi disse Theo subito dopo aver chiuso la telefonata, poi mi guardò e piagnuccolò <Possibile che la mia felpa stia meglio a te che a me? E poi ti sta talmente enorme che sei adorabile, PIÙ ADORABILE DI ME, così non vale!>
<Non ti dispiace se la tengo addosso, vero?>
<Se a te non dispiace sembrare ancora più "piccola Shai" di quanto tu non lo sia già...>
<Mi va bene essere "super piccola Shai". Anche perchè non ho alcuna intenzione di togliermela>
Notai che aveva smesso di guardarmi negli occhi, stava guardando me, ma non capivo cosa di me.
<Cosa guardi?>
<I lividi che hai sul collo...>
<Lividi?>
Non mi ero ancora guardata allo specchio da quando mi ero svegliata.
Abbassai leggermente il tessuto della felpa di Theo scrutando la mia immagine riflessa nel grande specchio che predominava la parete a sinistra della mia stanza.
Eh si, due bei lividi di un viola scuro, tendente al nero. Personalmente è un colore che mi rilassa molto. Non so perché.
Uno aveva una forma pressoché ellittica, l'altro si presentava come una macchia scura informe.
<Mi dispiace, avrei dovuto evitare di farti dei succhiotti> si scusò interrompendo le mie anormali riflessioni sulla forma e il colore dei lividi.
È una cosa che faccio spesso, riflettere sulle cose più improbabili.
Guardai il riflesso di Theo, lui stava guardando me, strinse le labbra distogliendo lo sguardo.
Non voglio che lo faccia, nè che stringa quelle labbra meravigliosamente carnose, nè che smetta di penetrarmi nella mente con quegli occhi grandi e scuri.
Mi voltai e lo baciai, gemette quando strinsi piano tra i denti il suo labbro inferiore, cosa che non sapevo nemmeno di saper fare.
<Quindi non ti dispiace?> sussurrò abbozzando un sorriso.
<Affatto>
Piegò la testa sul mio collo e tracciò una riga immaginaria di baci aumentandone costantemente la pressione.
Toc toc toc
Ritornai alla realtà.
Theo sbuffò, ma stava sorridendo. Andò ad aprire la porta.
Io avevo ancora un'espressione a metà tra sognante e inebetita.
<Ho interrotto qualcosa?> chiese Robert entrando in stanza.
Come posso descriverlo... Immaginate che l'ossigeno fosse stato sostituito da un'aura di desiderio, mettiamo che sia viola scuro, come il colore dei lividi. La immaginate? Ecco, ora immaginate Robert entrare nella stanza rompendola in mille piccoli pezzi e riportando l'ossigeno.
Orribile, no?

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