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Theo

Dormii fino all'ora di pranzo, finché mia madre non irruppe in camera mia alzando le tapparelle e spalancando tutte le finestre.
<Buongiorno Theo> disse piegandosi sulla mia fronte a darmi un bacio.
<Buongiorno mamma>
Ci fu un attimo di silenzio.
<Come mi hai chiamata?>
Aprii gli occhi capendo cosa avevo appena detto e quale sarebbe stata la sua reazione.
<Mamma> ripetei.
Scoppiò in lacrime davanti a me, da quando ero entrato in questa casa l'avevo vista piangere solo un'altra volta, quando suo marito le aveva regalato un'auto nuova il giorno dell'anniversario di matrimonio.
Mi abbracciò talmente stretto che faticai a respirare.
<Non ci speravo più ormai> ammise asciugandosi le lacrime con il fazzoletto di stoffa che tiene sempre in tasca.
<Non sarai la mia vera madre, ma dopo tutto quello che hai fatto per me in pochi mesi questo è il minimo che io possa fare per ricambiare>
Scoppiò in singhiozzi un'altra volta.
<Cosa sta succedendo qui?> chiese Robert affacciandosi dalla porta aperta.
<L'ho chiamata "mamma">
Lui sorrise scuotendo la testa.
Quando mia madre smise di singhiozzare e ci lasciò da soli Robert si sedette sul mio letto.
<Ho guardato nei suoi cassetti e anche in quelli di papà, non ho trovato niente>
<Parli dei documenti di cui ti ha raccontato Dylan?>
<Si>
<Sei sicuro che non fosse uno scherzo?>
<No, non ne sono sicuro, ma non credo che Dylan sia tanto interessato a perdere del tempo con scherzi del genere>
<Hai guardato nei computer?>
<Non ancora>
Sbadigliai.
<A che ora siete tornati tu e Shai?>
<Stamattina alle cinque>
<Avete fatto sesso tutta la notte?>
<Ma no! Ci siamo addormentati sulla spiaggia>
<Vacci piano con mia cugina>
<Non preoccuparti>

Quella mattina fu traumatica, appena vidi Shai mi avvicinai per darle il consueto bacio del buongiorno, ma lei mi fece notare che eravamo a casa e che in quella stanza c'erano tutti.
Non so come definire la mia piccola dipendenza da lei.
Era come se mi si fosse insinuata sotto il petto e avesse piantato bene le sue radici.

Nel pomeriggio restammo a casa, io Shai e Robert, mentre tutto gli altri erano in spiaggia.
Decidemmo di controllare i computer dei nostri genitori nella speranza di far luce sul mistero che dominava i pensieri di Robert da giorni.
<Trovato qualcosa?> gli chiesi dopo una buona mezz'ora di "setacciamento cartelle".
<Niente, solo documenti di lavoro. E tu Shai?>
<Niente, ma ho trovato dei preservativi nel cassetto di tuo padre...>
<Meraviglioso, ora so a chi rubarli> dissi.
<E se se ne accorgesse?>
<Dirò che li ha presi Robert>
<Ma io esco con un maschio!>
<Non si usano nei rapporti gay?>
<CI POSSIAMO CONCENTRARE SU QUELLO CHE STIAMO FACENDO PER FAVORE?>
<Ragazzi...qua sotto c'è un baule con scritto "non aprire"> disse Shailene infilando un braccio sotto il letto e trascinando un grosso baule impolverato verso di se.
<Che stai aspettando? Aprilo!>
Dentro c'erano dei fogli, innumerevoli fogli.
<Robert qui c'è scritto che sei stato adottato...>
<Fammi vedere. "La sottoscritta Ann...> cominciò a leggere ad alta voce <Prendere in adozione...nato il...figlio biologico di...COSA?>
<Chi è tua madre?> urlò Shai in preda alla curiosità.
<Shailene siamo fratelli...>
<Cosa?>
<Io sono stato partorito da tua madre...>
<E perché Ann ti ha preso in adozione?>
<Non lo so...>
<E tuo padre chi è?>
<Sono figlio di tua madre ma anche di mio padre>
<No aspettate, non ho capito> dissi mentre mi immaginavo il mio cervello fumare come nei cartoni animati.
<Papà e la zia hanno fatto sesso, la zia è rimasta in cinta di me e poi mamma mi ha adottato. COSÌ TI È CHIARO?>
Rimasi qualche momento a fissare il vuoto.
<Io credo che dovresti chiedere spiegazioni>
Era distrutto. Si accasciò sul letto. Guardando il pavimento.
<Perché non me l'ha mai detto?>
<Avrà avuto un buon motivo>
<Non c'è mai un buon motivo per mentire su chi sia tua madre>
<Ragazzi?> la voce di mio padre mi fece tremare, non sarebbe dovuto tornare così presto.
Non ho ricordi di lui arrabbiato, è una persona di indole molto calma, ma quando tuonò un "Cosa state facendo in camera mia!?" con un'espressione a metà tra stupita e delusa dipinta sul volto mi sentii di nuovo come da bambino quando mi beccavano rubare le merendine dalla mensa dell'orfanotrofio.
<Perché non me l'ha detto?> ripetè Robert prima di uscire dalla stanza a grandi passi e rifugiarsi nella sua camera sbattendo violentemente la porta.

Parlami Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora