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Robert

Da quando Shai se n'era andata Theo non era più lo stesso. Ero contento che si fosse preso il weekend libero per andare da lei, lo avevo accompagnato io in stazione, vederlo così felice dopo quasi due mesi in cui l'unica cosa che era capace di fare era andare in palestra, mi diede la giusta energia per cominciare la giornata.
Theo non c'era e volevo cogliere l'occasione per dire ai miei genitori che ero bisessuale.
Si, erano ormai due anni che ero a conoscenza del mio orientamento sessuale e non lo avevo mai detto a nessuno che non fosse Theo o Shailene.
Quella mattina andai in officina ad aiutare Steve, un vecchio amico di mio padre, a riparare un'"orribile catorcio", come lo chiamava lui.
Non era gran chè come lavoro, ero certo che avrei potuto trovare di meglio, ma la paga era buona, era vicino a casa e potevo arrivarci a piedi e non era troppo faticoso.
Insomma, mi divertivo.
Il mio turno finì alle quattro del pomeriggio, non avevo pranzato perchè ero troppo occupato a trovare le parole giuste per dire una cosa simile alla mia famiglia.
Tuttavia era necessario farlo, le cose tra me e Dave stavano andando molto bene, più andavamo avanti con la nostra storia e più mi pesava dover uscire di nascosto solo per vedere la persona di cui ero innamorato. Perchè si, ne ero innamorato.
Non c'era nulla che mi desse fastidio di lui, e se c'era, non me ne importava.
Io e Dave parlavamo molto, nonostante lui non sia il proprio il tipo con cui fare due chiacchiere.
Però per me faceva un'eccezione, e quando ero turbato, preoccupato, arrabbiato o anche solamente stanco, faceva quella magia che mi aveva mostrato al nostro primo appuntamento su quella terrazza che dava sul mare.
Ci eravamo tornati spesso, era il nostro punto d'incontro ogni volta che uscivamo.
Ci bastava dire "lì, a quell'ora" e ci capivamo, avevamo inventato una sorta di linguaggio in codice.
Quando tornai a casa mi buttai sotto la doccia gelata, mi aiutava a non pensare. Poi aspettai le otto, attesi con pazienza di vederli tutti seduti a tavola.
<Visto che siamo tutti qui vorrei dire una cosa> dissi a metà della cena, dopo che mio padre ebbe visto le notizie sullo sport al telegiornale.
<Dicci> rispose mi madre addentando una fetta di pane.
<Non vuoi che ci sia anche Theo?>
<Lui sa già quello che sto per dirvi>
Presi un respiro profondo.
<Mi sono fidanzato con un ragazzo> dissi in fretta liberandomi di quella frase che mi pesava sullo stomaco da giorni.
<Sei omosessuale?> chiese mia madre con tono neutro.
<Sono bisessuale, mamma, l'ho scoperto qualche anno fa>
<Io lo sapevo già, vi ho visti insieme, Rob> mi confessò mio padre sorridendo.
Lo guardai male. <Lo sapevi?>
<Lo so da un po'>
<Chi te lo ha detto?>
<Vi ho visti insieme> ripetè.
Non mi convinceva, ma lasciai perdere. <E per voi va bene?>
I miei si guardarono per qualche frazione di secondo.
<Ti amiamo qualunque orientamento sessuale tu abbia> disse mia madre. Non sembrava per niente sorpresa.
<Ma lo sapevi anche tu?>
<Lo immaginavo, è un po' che esci di nascosto e torni a casa felice come una Pasqua. E siccome so anche che non sei un drogato o un alcolizzato ho avuto quasi subito l'idea che fossi gay>
<Sono bisessuale> ripetei. 
Dylan, che si era limitato a tacere per tutto quel tempo, si alzò da tavola e disse prima di andarsene: <A me basta che tu sia per sempre il mio fratellone>
Rimasi piacevolmente sorpreso davanti alla loro indifferenza. Per me significava che mi volevano bene ugualmente.
Non la immaginavo così questa serata. La immaginavo...in realtà non lo so, ma non così.
Scrissi a Theo "non ho più segreti", sapendo che avrebbe capito subito cosa intendessi, poi andai a dormire stremato dalla giornata.

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