Shailene
La sveglia suonò prima del solito interrompendo un meraviglioso sogno in cui vestivo i panni di un unicorno azzurro.
Mi guardai intorno intontita prima di realizzare che era il grande giorno, in cui saremmo andati a Londra.
Uscii con un balzo dal letto e andai a svegliare Theo e Robert ipotizzando che non avessero sentito la sveglia.
Theo era seduto sul letto, dalla sua espressione assente era evidente che si era appena svegliato anche lui.
Dovetti svegliare Rob, un'impresa.
<Vai via! Voglio dormire!> protestò tirandosi il lenzuolo fin sopra la faccia.
Lo colpii con il cuscino di Theo urlandogli di alzarsi.
Theo venne in mio aiuto tirandolo per un braccio fino a farlo cadere dal letto.
<Dobbiamo partire prima che ci sia traffico per strada, ergo, MUOVI IL CULO> gli disse Theo.
Mugolando imprecazioni, Robert decise di alzarsi.
In un'ora fummo pronti.
A quell'ora faceva abbastanza freddo,ma niente e nessuno avrebbe potuto rovinare il mio buon umore.
Salimmo in macchina, nonostante fosse domenica, molta gente era già sveglia.
<Cavolo, quanto sono mattinieri gli Inglesi> pensai ad alta voce.
<Vedrete quanta gente c'è a Londra>
Durante le due ore di viaggio in macchina ascoltammo un CD di un cantante inglese di cui non ho capito il nome.
Quando finalmente scorsi il London Eye e il Big Ben attaccai il naso al finestrino della macchina e rimasi a guardare estasiata la città mentre Theo cercava disperatamente un parcheggio.
<Dove andiamo prima?> mi chiese Theo una volta scesi dalla macchina.
<Perché lo chiedi a me?>
<Dato che sei così felice di essere qui mi sembrava carino che scegliessi tu dove andare>
<Oh, non saprei>
<Io farei un giro sul London Eye> suggerì Robert.
<Vada per il London Eye> conclusi battendo una volta le mani.
Camminammo una ventina di minuti prima di arrivarci, c'era già una discreta fila di turisti, ma, al parere di Theo, poteva essere molto, molto peggio.
Quando arrivò il nostro turno notai che Theo era leggermente teso.
<Va tutto bene?>
<Soffro un po' di vertigini>
<Perché non lo hai detto? Non saremmo venuti qui>
<Ma non preoccuparti, ci sono salito un milione di volte qui, posso sopportare. E nulla può competere col guardare la tua faccia appiccicata al vetro in uno sguardo di ammirazione, sai, come una bambina che guarda la neve scendere a Natale> sorrise.
<Come hai fatto a vedermi?>
<Esiste un oggetto chiamato specchietto retrovisore> sentenziò Robert in tono saccente.
<Oh...>
<Sapete, ho dato il mio primo bacio ad una ragazza su questa ruota> raccontò Theo.
<Uh, com'era lei?> chiese Robert molto interessato.
<Era molto bella...ma anche molto stronza, quindi sono felice di averne perso i contatti>
<Ti ha lasciato lei? Ahi, che cosa orribile>
<Mi ha lasciato per uno dei miei migliori amici>
Appena salimmo abbastanza da vedere i tetti dei palazzi decisi di ignorare i ragazzi e attaccarmi letteralmente al vetro della cabina, asciugando ogni tanto la condensa che si formava alitando sul vetro.
<Ed eccola di nuovo attaccata al vetro> mi prese in giro Robert.
<Dai, lasciala stare, io la trovo carina quando fa così> commentò Theo.
Finsi di non aver sentito.
Londra è bellissima vista da là sopra.
Robert continuava a sfottermi, Theo era troppo zitto.
Non sentivo la sua voce da parecchi minuti.
Decisi di voltarmi a vedere come stava, era fermo immobile, dritto con la schiena e guardava il vuoto di fronte a lui.
Scorsi di posto e mi avvicinai a lui.
Gli presi la mano.
<Sto bene, torna a guardare il panorama>
<Posso guardarlo anche stando qui accanto a te>
Smise di guardare il vuoto e mi guardò negli occhi per un momento prima di appoggiare la testa all'indietro sul metallo della cabina sorridendo.
Il giro finì presto, io lasciai la mano di Theo.
<Beh non sembravi così spaventato> obbiettò Robert.
<Shai mi teneva la mano, non ti sembrerà vero, ma mi è stata davvero d'aiuto. Mi concentravo solo su di lei e non sulla paura>
<Beh è una cosa che ho imparato da te> dissi sorridendo soddisfatta.
Decidemmo di fare un salto al British Museum.
Per carità, è davvero bello, ma nulla mi entusiasma come un panorama, quindi mi annoiò un po' in confronto al giro sulla ruota.
Usciti dal museo era già ora di pranzo.
<Perché non mangiamo al McDonald's?> propose Robert.
<Troppo cibo spazzatura> obiettai.
<Non ti sarai mica messa a dieta, vero?>
<No, ma preferirei pranzare da un'altra parte>
<Che ne dite di questo?> ci interruppe Theo indicando alla nostra destra la grossa insegna "Pizza Hut" scritta in rosso.
Accettammo la proposta.
<Sapete una cosa? È tutta la vita che sogno di fare un viaggio in Italia> disse Theo addentando una fetta di pizza.
<Promettimi che quando riuscirai a realizzare questo sogno mi porterai con te>
<Certo, Shai, come farei senza di te?>
Sorrisi.
<Ehi, e io? Non sono indispensabile?> protestò Robert.
<Certo, lo sei>
<Ah ecco, infatti sono il più simpatico>
<Su questo ho qualche dubbio, caro cugino>
Robert mise un finto broncio.
<Piuttosto, dove andiamo dopo pranzo?>
<A vedere il Big Ben?>
<Theo, ma se soffri di vertigini perché proponi di salire su una torre molto alta? Non ti capisco...>
<Io voglio solo che voi vi divertiate, le mie vertigini possono simpaticamente andare a farsi fottere>
<Aww, ma quanto sei dolce> gli dissi strizzandogli una guancia.
<Cara mia, ti ricordo che ho diciotto anni, non otto>
<Beh in teoria ne hai ancora diciassette> lo provocai.
<È uguale>
<Non gli piacciono molto le dimostrazioni d'affetto> mi informò Robert.
<Dovrà sopportarmi>
<Solo perché sei simpatica...e carina> acconsentì Theo.
<Visto? Sono speciale!> mi vantai con Robert.
<Ti posso chiedere una cosa, Theo?>
<Dimmi, Shai>
<Perché ieri sei scappato alla casa abbandonata appena è arrivato Rob?>
<Volevo prendere una boccata d'aria>
<Tu sei strano> affermai additandolo.
<Quindi, fammi capire, io sarei dolce ma anche strano?>
<E testardo> aggiunse Robert.
<Oh, lo prendo come un complimento>La fila per il Big Ben era chilometrica, ci toccò aspettare per ben più di due ore per salire, ma ne valse la pena.
Ancora una volta Theo si dimostrò piuttosto nervoso e, per tranquillizzarlo, gli strinsi la mano.
<Che bella coppietta, da quanto state insieme?> ci chiese un signore piuttosto anziano in giacca e cravatta vedendoci camminare mano nella mano.
<Oh, no, noi non...non stiamo...> balbettai.
<Siamo amici, lei mi tiene la mano perché io soffro di vertigini> spiegò Theo sorridendo al vecchietto.
Robert intanto se la rideva dietro di noi.
Non capisco che abbia tanto da ridere, non dovrebbe essere geloso?
<Beh, giovanotto, io credo che tu dovresti invitare la tua amica ad un appuntamento>
<Sicuramente lo farò>
Appena l'anziano ci sorpassò sussurrai a Theo:<L'hai detto per farlo andare via, vero?>
<Cosa?>
<Che mi inviterai ad un appuntamento>
<Oh, certo>
<Meno male> sospirai.
<Perché? Non usciresti con me?>
<Beh, in altre circostanze...cioè se uscissimo insieme sarebbe...strano>
<Perché siamo parenti?>
<Beh più o meno> dissi diventando nervosa.
<Ma noi non siamo parenti, ricordi?>
<Si, beh, insomma sarebbe strano e basta>
Non sapevo neanche io perché fossi nervosa, ma da quando avevo parlato con Robert ogni discorso vago che Theo faceva mi innervosiva.
Seguì un attimo di silenzio prima che lui dicesse:<Io uscirei con te>
<Oh guarda! Il panorama!> esclamai cambiando discorso.
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Parlami Di Te
FanfictionShailene ha sedici anni, vive in un paesino della California con il fratello minore e la madre che si fa in quattro per pagare le spese e mantenere i figli da quando il marito se n'è andato di casa senza dare più sue notizie. Il suo migliore amico...