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<<Cosa sono queste facce?>> chiesi a Jaxon ironica,mentre gli facevo il solletico.
I due fratellini,nei letti vicino al suo,ci guardavano e ridevano all'unisono.
<<Buonanotte!>>dissi a tutti e tre.
Dopo aver dato un bacio in fronte ai bimbi,spensi la luce ed uscii dalla camera ,girandomi un'ultima volta prima di andar via per controllare che fosse tutto ok.
Continuai a sorridere per qualche secondo dopo essere uscita da li,pensando a quanto fossero dolci e di una felicità contagiosa quei marmocchi così teneri e piccini.
<<ridi da sola? >> chiese la cornacchia,spuntando da una camera.
Sobbalzai per lo spavento e le feci un' occhiataccia.
Fingendosi sorpresa,aggiunge. <<nervosa? >>.
Ma che voleva?che strega.
<<non sono affari tuoi. >> dissi acida.
Si piazzò davanti a me con le braccia conserte.
<È una mia impressione o mi sa che ti stai preoccupando un po' troppo per la faccenda del mio ragazzo? >> chiede,marcando la parolina Mio.
Ma che sfacciata.
Dopo quello che aveva osato fare,continuava a sentirlo così suo?
Non che fossi gelosa,ma insomma,questa ragazza era proprio una vipera!
<<Si,è solo una tua impressione. Non mi frega niente né di te né di lui. Siete della stessa pasta. Due stronzi senza cuore. Ed ora,se non ti dispiace,vorrei farmi una doccia. Con permesso.>> dissi secca,cercando di non apparire agitata.
La sola idea che circolasse ancora per casa indisturbata, senza essere punita per quello che aveva fatto,mi dava un fastidio tremendo. Questo peggiorava solo il mio senso di colpa.
Non che volesssi difendere quell'essere,ma ero semplicemente dalla parte del giusto.

Accantonai quei mille pensieri e mille immagini dalla mia testa e,dopo aver recuperato la mia biancheria ed una tuta,andai in bagno.
Non era ancora tardissimo,e non mi andava di mettere già il pigiama.

Stetti 20 minuti,consolandomi con il getto d'acqua sul mio corpo,che mi rilassava e mi portava in un'altra dimensione. Il profumo del bagnoschiuma,mi inebriava e si diffondeva in tutto il piatto doccia.

Dopo un po',a malincuore,uscii e tornai mentalmente sulla terra.
Ricordai che ero in quella casa.
Ricordai del battibecco con la cornacchia.
Ricordai di Justin.
Di me. Di oggi.
Delle mie colpe.
Di Jamie.
Ricordai quanto la mia vita fosse un casino.
E niente,sospirai.

Mentre scioglievo i miei capelli cercando di domarli, perché ormai avevano vita propria,sentii lo squillo del telefono.

<<perché non lo lascio in camera??>>

urlai stizzita,mentre il pettine prese un nodo ed emisi un gridolino di dolore.
Dopo essermi ridata un contegno, posai l'arnese,e presi il cellulare.
Sbiancai leggendo sul display quel numero che,seppure non lo avessi memorizzato,ricordavo benissimo di chi fosse.
E cosa vuole ora?
Un'altra ramanzina?
O si sarà addolcito e vorrà confondermi le idee?
Forse non sarà nemmeno lui,mi sarò solo confusa.
<<pronto?>> dissi,decidendomi a rispondere.
Mille paranoie anche per rispondere al telefono. Ero un caso perso.
Sentii dall'altra parte,tossire forte.
Sbarrai gli occhi.
<<Justin??>> chiesi decisa,non sapendo nemmeno se fosse lui.
<<Selena..>> sentii in un sussurro.
Inarcai le sopracciglia.
Sentivo il cuore in gola.
<<vieni>> pronunciò con calma.
<<ma dove ??ma quando? Cosa è successo,Justin??>> dissi con tono piu alto.
Sentii le gambe tramare. Capii che era una situazione di pericolo.
<<fuori la pensione...ti prego..>> ascoltai attentamente,essendo la sua voce molto bassa.
<<aspettami. Non muoverti da lì. >> dissi d'impulso. Qualcosa era come se mi comandasse. Di sicuro non era la testa.
Non stavo ragionando lucidamente.
<<Si.>> disse, poi tornò a tossire.
Mise giù.
Oh mio Dio.
Che avrà combinato?
È in pericolo seriamente.
Devo muovermi.
In un battibaleno misi le scarpe,poi scesi giù,prendendo la borsa solo per assicurarmi che ci fossero documenti e soldi. Non sapevo cosa aspettarmi,era meglio portarli con me.
<<Pattie...io,io vado a fare un giro. Okkay?>> chiesi con voce tremante ed insicura.
Jeremy,intento a scrivere al pc,alzò il capo.
<<A quest'ora?>> chiese incredula.
Annuii,incapace di dire altro.
<<sicura di stare bene?>> chiese avvicinandosi.
Oh,merda.
Non dovevo farla preoccupare.
Non dovevo avere altri problemi.
Inoltre mi stava facendo perdere tempo.
<<certo,Pattie. Sta tranquilla. Devo soltanto andare a prendere un caffe con Demi.>> dissi cercardo di essere seria e tranquilla.
<<vuoi che ti accompagni?>> domandò Jeremy.
<<non c'è alcun bisogno. Grazie lo stesso. A dopo.>>
A stento ascoltai i loro saluti, e mi recai fuori.
Il venticello mi soffiò sulla pelle,mentre leggeri versi di animali notturni di iniziavano a sentire.
Non era ancora spenta la città, c'era ancora un bel via vai.
In ogni caso,inizia a camminare a passo molto svelto.
In dieci minuti,riuscii a raggiungere il posto,con un bel po' di fiatone.
D'istinto guardai la grande porta.
Ma poi il mio campo visivo si spostò e venni catturata da una figura accasciata a terra.
Mi portai una mano sulla bocca. E sentii il cuore spappolarsi e le lacrime salirmi agli occhi.
<<Justin...>> esclamai in un sussurro,mentre la voce mi morì in gola.

Al di là degli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora