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Butto giù il telefono,scagliandolo sul divano con un po' troppa forza. Sbircio un secondo,facendomi prendere dal panico. Sospiro quando vedo che fortunatamente l'iPhone è intatto.
È frustrante parlare ai miei genitore e mentirgli.
Dire che sto bene.
Dire che sono dai Bieber.
Dire che la mia vita procede nel migliore dei modi.
Tutto ciò è una lunga assurda e orrenda menzogna. Perché niente,ormai,va come deve andare.
È incedibile come riesca a passare dall'agonia alla felicità. E il tutto ripetuto almeno dieci volte al giorno.
Mi guardo intorno e mi sento sperduta. Quell'enorme senso di malinconia è ritornato a farmi visita,dopo anni.
Mi sembra di aver perso il controllo della mia vita. Le mie certezze le sento crollare,distrutte ed ormai inesistenti.
Come si può essere così?
Da circa due settimane ho un grande modo alla gola,una miriade di sentimenti e sensazioni,che mi si incastrano all'interno dello stomaco..riescono anche a salire ma poi ad un certo punto si fermano. E restano bloccate dentro di me,senza che io possa esternarle. Non so di cosa si tratti,ma vorrei tanto capirci qualcosa.
Per quanto possa essere una cosa negativa,preferisco saperlo. Perché la mia mente immagina cose sicuramente più terribile di quanto possa essere la realtà. Ecco,questo vorrei. Smetterla di torturarmi a fantasticare.

Mi alzo e cerco di dare invano una svolta alla mia stupida vita,vado in cucina e metto a preparare qualcosa.
Riempio un panino col burro d'arachidi ed intanto metto in frigo una fanta.
Dopodiché salgo sopra e mi faccio una doccia velocemente,cercando di non prendermi in altri inutili pensieri.
L'odore del bagnoschiuma mi inebria le radici,e già va meglio.
"Se venissi a trovarti,domani dopo scuola e studiassimo insieme?"
Sorrido mentre leggo il messaggio di Maya appena ricevuto.
È bello sapere ogni tanto di avere qualcuno che ti vuole bene.
Le rispondo con un semplice si,rimandando a domani ogni sorta di dialogo o discorso.
Ignoro il fatto che la bibita non si sia rinfrescata più di tanto,ed apparecchio il piccolo spazio che occupo per cenare.
Passano alla TV un film d'amore, faccio immediatamente zapping e mi fermo su un cartone animato,l'unica cosa che può non nuocermi alla salute.
Poggio i piedi sulla sedia al mio fianco e mi godo la mia cena. Per quanto la solitudine ed il mio stato d'animo possano permettermi.
D'un tratto,mente sbuccio una mela,sento il telefono squillarmi.
<<pronto?>> dico annoiata,tentando di masticare il mio primo pezzo.
<<mai possibile che vai via e non mi dici niente?come devo fare con te,Selena! Ti sembra questo il modo di fare?cavolo,e se stavi male!?>> allontano d'istinto il cellulare dall'orecchio,non sopportando le urla di un Jamie alquanto nervoso.
<<Ciao anche a te.>> dico ironica.
Lo sento borbottare.
<<Jamie sta calmo,innanzitutto. Sono soltanto a casa mia,non c'è nulla da allarmarsi.>> spiego tentando di non sembrare scorbutica.
<<E devi star sola?non potevi chiamarmi,vero?!perché fai sempre di testa tua?>> domanda con un tono più calmo.
Roteo gli occhi.
<<forse perché deciso io della mia vita!?>> rispondo innervosita.
Lo sento sospirare.
<<facciamo così,vengo da te. Okay?>> dice sicuro.
<<No,Jamie!rispetta le mie decisioni. Non ho bisogno di nessuno,davvero. Ho tutti i miei vicini e sono al sicuro,sta tranquillo. Ci vediamo domani.se ci riesce,okay?>> dico mantenendo la calma.
<<D'accordo,come vuoi. >> lo sento dire con tono arrendevole.
<<A domani.>> dico in modo dolce.
<<Hm,ciao piccola. Buonanotte.>>
Metto giù godendomi quelle sue parole.
Poso il telefono sul tavolo ed addento finalmente il mio frutto.
Guardo le mie unghie bianche e lucide e penso a quanto sono diversa dalle mie coetanee. Insomma,loro vanno almeno una volta a settimana dall'estetista. Io,si o no,ci sarò andata tre volte in tutta la mia esistenza.
"Una signorina come te dovrebbe curarsi un po' di più" erano le parole di mia madre.
Costanti,insistenti e fastidiose che almeno tre o quattro volte al mese si lasciava sfuggire. Pochi attimi dopo si rendeva conto di avermi 'offesa',e tornava a cambiare discorso.
Come se le parole si potessero dimenticare,lasciar perdere.
Come se una parole potesse far sparire il marchio che ti ha lasciato dentro,buono o cattivo che sia.
Come se ci fosse un limite per ogni cosa,e allo stesso modo,un muro da dover abbattere.
Sei una ragazza?devi per forza truccarti.
Sei magra?devi per forza metterti vestitini corti.
Sei grassa?hai bisogno di vestiti che ti coprano.
Più ascolto queste stupide e false affermazioni e più mi convinco che la libertà è la cosa più bella al mondo.
Essere liberi mentalmente.
Liberi di sentirsi se stessi. Liberi di andare al supermercato con un kg di trucco.
Liberi di mettersi una minigonna pur portando una 46. Liberi di vestirsi dai cinesi o da coco chanel. Liberi di amare una persona del nostro stesso sesso.
Liberi di fare quel che ci pare e piace.
Se solo tutti la pensassimo così,saremmo di sicuro più felici.
(...)
<<Mi metto a letto che ho sonno,parliamo domani,okay?>> dico con un enorme sorriso sul volto,pensando ancora al racconto assurdo di poco prima.
<<Perfetto..anche io crollerò a breve. Domani ti passo a prendere ed andiamo a scuola insieme,baby??>>
risponde Charlie con voce suadente.
<<Leva quel nomignolo orrendo e si,ma prima mi porti a bere un buon caffè. Qui a casa fa schifo,non so usare bene le cialde.>>
mi spiego scrollando le spalle.
Sento una risatina di sottofondo.
<<non oso immaginare..potrei mandarti a "mille modi per morire" con i tuoi caffè.>>
Poggio una mano sul fianco e tamburello il piede a terra,come se poi potesse vedermi.
<<Hey..vedi di non sfottere! Mi bullizzi troppo!>> dico offesa.
<<Pardon mia miss,non volevo recarle alcun dispiacere.>> risponde con finto tono elegante mentre io armeggio con la sola mano libera per scoprire il letto.
<<Dai su,ora vado che altrimenti metto sotto sopra tutta la camera. Fai bei sogni. Non erotici,mi raccomando.>> dico schietta.
<<Goooomez!Non è un modo consono di parlare. Per niente adatto ad una signorina come lei.>> risponde rimproverandomi.
Rido.
<<Già,dimenticavo..buonanotte coccodrillo.>> dico ridendo da sola per il nome.
Lo sento ridere dall'altro lato,ma metto giù prima che possa iniziare un'altra discussione.
Con lui è difficilissimo smettere di parlare.
Sorriso rimuginando il tutto e piano piano mi infilo nel letto.
Respiro forte non appena il mio volto si poggia sul cuscino. Mi giro su un lato e mi godo la sensazione fresca e pulita della fodera del cuscino.
Mi faccio sempre più piccola come mio solito e mi avvolgo le coperte intorno.
Mentre sto per posare il cellulare sul comodino dopo aver sbirciato vari social,sento un porte rumore sulla porta. Sobbalzo per il frastuono.
Saranno sicuramente i bimbi del piano di sotto che giocano nonostante sia passata mezzanotte.
Per questo odio la primavera  e l'estate. Perché i poppanti si danno alla pazzia gioia.
Dopo pochi secondi sento nuovamente  quel rumore.
Dopo ancora.
Ed un altro colpo dopo due secondi.
Mi alzo di scatto,terrorizzata.
Chi è ?
Cosa succede?
Non so chi controlli il mio corpo,ma mi alzo e trovo il coraggio di affacciarmi.
JUSTIN.
Justin che mi guarda con due occhi grandi e tenta di arrampicarsi da qualche parte.
Il mio cuore inizia a battere tremila volte più veloce.
Lo fa,ci riesce. In dieci secondi me lo ritrovo davanti.
<<fammi entrare prima che cada.>> sussurra a volto basso,reggendosi alla finestra.
<<Ma insomma!cosa ti prende?sei pazzo,per caso?mi hai fatto morire dalla paura!accidenti a te e a quella testa vuota che ti ritrovi,dannazione!>> impreco contro di lui,tentando di calmarmi.
Insomma,questo ragazzo è assurdo.
Respiro profondamente.
<<non sono stata abbastanza chiara oggi?Devi sparire!>> lo guardo.
Ha gli occhi lucidi e mi guarda senza alcuna espressione.
Dopo pochi secondi si alza e si incammina verso di me.
Lo sento sempre più vicino,e resto immobile.
Mi tira con un polso e mi trascina sul letto.
Poi mi si butta addosso,facendomi distendere.
Lui,fa lo stesso su di me.
Sembra sia posseduto,ma che gli prende?
<<Justin!ma che f..>> dico prima che mi interrompa.
<<sh..per favore fammi stare con te..>> dice scandendo piano ogni parola.
Mi acciglio e lo guardo,cercando di reggere il confronto.
<<sei ubriaco?>> chiedo sincera,sperando di capirci qualcosa.
Si regge sui gomiti posizionandoli ai lati della mia testa,ed è assurdo quanto i nostri corpi siano a contatto.
Ride soltanto.
Deduco che sia un si.
<<devo fare una cosa,ti prego.>> dice abbassandosi.
Appena sento il suo respiro sul collo,mi blocco completamente.
Sono incapace di fare qualsiasi cosa. Ed anche di ragionare.
Poi mi alzo di sbotto,sentendo un impulso. Mi libero dalla sua presa.
<<Justin vattene è tard..>> dico toccandomi i capelli nervosamente mentre lui non mi da il tempo di finte che si alza di sbotto dopo aver piagnucolato qualche lamento infantile e mi raggiunge.
Con forse troppa forza mi costringe  a girarmi verso di lui e mi blocca al muro.
Sento il cuore in gola e le gambe fermarmi.
<<non scapparmi.>> dice con tono severo.
Si avvicina cautamente.
<<Basta!va via!>> urlo a pochi centimetri da lui girata dall'altra parte.
Non sosterrei il suo sguardo.
Seguono pochi secondi di silenzio in cui,seppur girata,posso vedere benissimo che mi sta guardando.
Poi,in quella che è una frazione di secondi,mi gira il volto con due dita.
E nel mentre ritorno a guardarlo,prima che possa farlo,attacca le sue labbra sulle mie,schioccandomi un sonoro bacio.
Forse sarò svenuta,perché i secondi successivi quasi non li ricordo.
Un esplosione di elefanti nel mio stomaco.
<<non sia quanto vorrei farti mia.>> dice prima di tornare a baciarmi.
Stavolta lascio che mi conduca,ed allaccio le mie braccia al suo collo mentre lui mi tira su le gambe,facendole intrecciare intorno al suo bacino.
Sento la sua lingua sulle mie labbra e lascio che acceda,mentre il mio cuore non regge più l'emozione.
Mi tiene una mano salda dietro la nuca mentre con l'altra mi sposta i capelli dal volto.
Si stacca per prendere fiato e mi da dei leggeri baci sul collo.
<<sei bellissima>> dice mentre mi provoca troppi brividi.
<<e tu sei ubriaco>> dico con la poca voce che mi resta e ad occhi chiusi,mentre cerco di realizzare tutto.
<<Ma tu sarai sempre bellissima. Ed io sono stato uno stronzo. Ma tu sei lo stesso bellissima. E sei lo stesso mia,anche se ti ostini a stare con quello scoiattolo dai capelli ricci.>> sussurra e quasi rido per il nome.
È palesemente ubriaco. Ma forse non mi importa.
Forse dopo questo bacio ho firmato la mia condanna a morte.
Perché forse,ma dico forse,non ho mai smesso di essere innamorata di lui.
Ritorna a prendermi in braccio,e mentre mi chiedo dove abbia preso questa sacrosanta forza,mi butta sul letto.
Io se prima ero un fascio di nervi,ora sto scoppiando per tutte le emozioni che sento.
Per tutto l'amore che provo in questo preciso istante.
Mi bacia,ed io gli accarezzo i capelli.
Infila una mano sotto il pigiama e mi tocca la pancia.
Un brivido mi passa per tutta la schiena e mi fa venire la pelle d'oca.
Continua a baciarmi,dopodiché posa le sue labbra sul mio collo.
Io sono sotto il suo totale controllo,incapace di contrariarlo.
Mi morde,facendomi stringere il labbro inferiore con i denti.
Lecca e morde il mio collo.
Avverto una sensazione nuova e piacevole li sotto,e forse è il momento di smetterla.
Forse ha intuito anche lui qualcosa,e si ferma. Respira fortemente,senza mai staccarsi dalla mia pelle.
Istintivamente gli bacio il volto,una cosa che desidero fare da troppo.
Gli accarezzo  la nuca mentre lui ritorna a posizionarsi nell'incavo del mio collo.
E  mentre  guardo il soffitto delle lacrime escono involontarie.
Lascio che scendano,che si moltiplicano. Tanto lui non può vedermi.
Poi d'un tratto si alza di sbotto e si tiene la testa tra le mani,mentre io con uno scatto veloce  spazzo via i rimasugli del pianto dalle mie guance.
Alza il capo e mi guarda.
Uno sguardo che mi fa tremare.
Uno sguardo che non potrei descrivere. 
Troppo forte,troppo intenso.
Uno sguardo che sana tutte le ferite dentro di me,l'antidoto a tutti i miei mali.
Torna a guardare il vuoto,come se stesse riflettendo.
<<forse è meglio che vai.>> sussurro a distanza di sicurezza,guardandolo timidamente.
Annuisce semplicemente,si alza ed io lo seguo.
Manco dovessi accompagnarlo alla porta.
Dopo tutto questo è impossibile spiccicare parola.
<<A domani.>> dice senza guardarmi.
Saluto con un sorriso lieve nonostante non mi stia guardando.
Dopo si gira ed avvicinandosi velocemente,mi stampa un bacio sonoro.
Poi mi passa l'indice sullo zigomo,accarezzandomi la guancia,mentre sorride.
Potrei morire. Ora potrei davvero sentirmi male.
Deglutisco a fatica,restando ferma.
Si gira,e con un abile scatto salta fuori.
Va via,lo vedo allontanarsi man mano,fino a salire nell'auto. Mi guarda dal finestrino,affacciandosi.
Prima che possa mettere in foto,mi fa un cuore con le mani. Pochi secondi dopo,non è più nemmeno nel mio isolato.
Richiudo a rallentatore la finestra.
Inspiro ed espiro.
Ripeto la cosa per parecchio.
E adesso?

Al di là degli occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora