👆🏼👆🏼la foto qui sopra vi mostrerà brevemente le cose/persone/posti NUOVI di cui si parlerà in questo capitolo. Vedetela per avere una visione più chiara. Detto ciò vi ringrazio e vi lascio alla lettura ❤️🔆 a breve accadranno molte cose,restate sintonizzati 😂😂.Detto ciò,solo le 04:52,direi che è ora di dormire. Buonanotte e..lasciate una stellina ed un commento..altrimenti mi fate seriamente pensare di eliminare la storia 😭🙁..ci metto passione in ciò che faccio,non a caso sono sveglia per scrivere e cercare notizie VERITIERE su quanto scrivo..quindi non chiedo tanto,ma un piccolo cenno di 'apprezzamento' (che consiste nelle semplici cose che vi sto chiesto prima)lo gradirei.❤️
L'uomo imponente davanti a me mi fissa,con uno sguardo duro che appare però forzato. Avanzo nella sua direzione,fingendo tranquillità.
In realtà sono più teso di una corda.
<<mi dica.>> rompo il ghiaccio dopo essermi posizionato di fronte.
Sorvola le mie parole e si presenta dandomi la mano.
<<potrei sapere di cosa vuole parlarmi?>>
chiedo in maniera educata tanto da meravigliarmi di me stesso.
Non è così cattivo o pauroso come pensavo fosse,però c'è comunque nell'aria una tensione strana.
Si sfrega le mani e guarda un punto alla mia sinistra,forse dosando le parole da dire.
Sospira in modo teatrale.
<<per me non è semplice essere qui ora..mi dispiace per Jeremy,il mio amico di sempre. E non ti ho chiamato qui per qualcosa di losco o per aggredirti,come avresti potuto pensare probabilmente.So che non sono stato carino al telefono ma potresti essere un mio figlio,non oserei mai spaventarti o farti del male..>> dice guardandomi negli occhi.
China il capo per qualche secondo,dopodiché torna a guardarmi.
<<però c'è qualcosa che mi turba e che mi fa nutrire tanta rabbia nei tuoi confronti.>>
Stavolta il suo tono è agghiacciante,radicalmente diverso.
<<qualcosa che ho cercato sempre di ignorare,di starne fuori aspettando che il tempo guarisse tutto..ma arrivato a vedere certe cose,non riesco più a tollerare.>>
confessa rivelando un mix di delusione,preoccupazione e rabbia mentre mi fissa.
Tenendosi a debita distanza,aspetta a braccia conserte che replichi qualcosa..ma sono davvero nel panico per poter dire qualsiasi cosa.
Ma poi,cosa mai dovrei dire?
Insomma,il migliore amico di mio padre,nonché papà di Selena, mi sta parlando di qualcosa di cui non conosco nè il motivo nè il significato,in una maniera anche molto seria.
Una cosa da tutti i giorni,dai.
Nella mia testa frullano mille cose,mille immagini e tanti pensieri..tutto fuorché il signor Gomez che mi sta davanti scrutandomi ad occhi socchiusi.
<<Justin,cercherò di essere il più chiaro possibile,dopodiché questa conversazione tra noi non esisterà più. Devo muovermi,ho il pullman peer Jersey City tra meno di 15 minuti alla fermata qui vicino e non mi va di girarci intorno.>> premette dopo aver deglutito più volte.
Ci guardiamo negli occhi,mentre io col capo annuisco istintivamente,dandogli il mio consenso per parlare. Noto che prima di aprire bocca serra le labbra per qualche istante e schiocca la lingua sul palato come a darsi forza.
In 19 anni della mia vita sto iniziando a capire cos'è l'ansia.
<<Stai lontano da mia figlia.>>
Le sue parole suonano come un tuono,nonostante la frase sia breve,ogni singola lettera viene scandita così bene a tal punto che mi sembra di sentirle ancora nella mia testa,come se ci fosse un eco.
Fare un finto tondo sarebbe da idioti,sa tutto,mi prenderebbe ancora più in odio.
<<E non è un consiglio,è un ordine. >> tuona più pesantemente.
<<lei cosa sa esattamente?>> chiedo borbottando,schiarendomi la gola.
Noto che si inizia ad alterare e il controllo gli sta sfuggendo di mano. Credevo di provar paura,forse pensavo di farmela addosso..ma al contrario,sono propenso a dibattere,quasi come se la volessi difendere. Come se volessi difenderCI. Quasi come se questa cosa non mi stesse bene.
Forse è soltanto il mio orgoglio maschile.
<<Non ti importa,la cosa che conta è che tu la dimentichi.>> dice marcando su ogni sillaba.
<<ragazzo>> mi punta un dito contro. <<se solo provi ad avvicinarti a lei anche solo un dito giuro che non sarò più così buono.>>confessa con la rabbia alle stelle.
<<credo che lei mi stia minacciando.>> replico aprendo il petto verso la sua direzione,abbastanza innervosito. La mia coscienza è lì nello stomaco che mi implora di star fermo e di obbedire. Il mio subconscio,invece,mi spinge ad oppormi.
Si morde la guancia,sorpreso dalla mia replica.
<<Pensala come vuoi.>> dice raccogliendo il suo borsone da terra. <<ma sappi che nemmeno a tuo padre piacerebbe sapere ciò che è successo tra te e Selena e i modi che stai usando verso di me. Quindi,Piccolo Bieber,bada a te stesso. Io rispetto chi mi rispetta. Quindi per essere rispettato da me inizia a rispettarmi..e a rispettare Selena,soprattutto. Stammi bene.>>
Ed è così che mi lascia con una mano a mezz'aria,mentre frettolosamente prende la sua roba e va via,lanciandomi il suo ultimo sguardo cattivo.
Perché questa cosa? Tra me e sua figlia non c'è assolutamente niente.
E se c'è stato qualcosa è stato soltanto un errore. Fanculo lui e le sue maniere,nessuno mi dice cosa fare.
Me ne torno indietro,ancora scosso,ed entro in casa con le chiavi di riserva.
<<Oh,Justin sei tu..mi hai spaventata.>> commenta mia madre dopo aver trattenuto il respiro.
Deglutisce e torna a guardarmi,mentre si morde la guancia interna.
<<qualcosa non va?>> chiedo forzato,mentre ogni mia singola cellula spera che tutto vada bene e che niente non vada più secondo le regole.
Scuote soltanto il capo,posando l'arnese che ha in mano sul tavolo.
<<E a te,invece?va tutto bene?>> domanda forse un po' troppo ironicamente per sembrare una domanda innocua.
Scuoto le spalle,non sapendo nemmeno io quali parole usare.
La sento respirare forte e dopo avermi guardato più volte,tornare in cucina.
Poso le chiavi in soggiorno,mentre aprendo whatsapp ignoro i messaggi di calcio e di alcuni amici. Non posso fare lo stesso con quello di Ryan,che attira subito la mia attenzione.
Mi è stato inviato qualche minuto fa.
"Sei un caso perso. Poi un giorno mi dirai che avevo ragione."
Mi sono rotto le palle di queste frasi ambigue,se vuole spiegarsi lo fa,quando smetterà di offendermi e prendermi a brutte parole.
Visualizzo e richiudo la chat,bloccando l'iPhone dopo aver tolto la connessione.Selena's pov
<<poggiale lì,puoi star sicura. Scattare due foto non sarà una cattiva idea>> esordisce Lucas crogiolandosi nella sua amata città.
In effetti Jersey City è proprio bella,nonostante la conosca da poche ore. Ora siamo al Liberty state park.Ascolto il suo consiglio,sedendomi sulla panchina fredda al tatto,ed afferro saldamente la mia Canon. Lucas è il mio (nuovo)vicino di casa,che subito mia madre mi ha accollato.
"Andate a fare un giro. Lucas è il figlio di un amico fidato,ti farà fare una perlustrazione per la zona,lui qui ci è nato."
Aveva detto,e in breve questo ragazzo un po' troppo esuberante mi aveva preso con se come se fossi una scolaretta di seconda elementare da portare a spasso con la dovuta attenzione.
I capelli ricci e disordinati il biondo era un tipo niente male,con una personalità sicuramente molto spiccata e dei bei lineamenti.
Scorgevo nel suo viso emozioni alternate,che variavano dalla sicurezza alla timidezza,dall'imbarazzo all'orgoglio.
La cosa che però sapevo per certo era che io dovevo ancora riprendermi.
Continuai ad essere ancora più confusa quando arrivò una ragazza molto carina che lo fece voltare di colpo piombando alle sue spalle. La cosa mi ricordò come avevo conosciuto io Jamie e quindi oltre ad essere confusa ora ero anche in ansia pensando al modo poco signorile con cui ero praticamente sgattaiolata via senza avvisarlo.
Quando lo scoprirà sarà la fine.
Una vocina interna continuava a sussurrarmi questa terribile frase all'interno dello stomaco.
Deglutendo cercai di mandar via questi pensieri,e tornai a posare gli occhi sulla brunetta riccia che mi sorrideva.
Sembrava anche lei essere simpatica.
<<Io sono Thaìs,piacere!scusami se ti ho spaventata. Sono la sua miglior amica,per questo sono così morbosamente una zecca. E tu?sei una delle sue conquiste ?>> disse guardando in maniera complice il ragazzo che,all'udire di quelle parole maliziose,diventò rosso in volto.
Mi morsi il labbro inferiore,nel panico totale.
La miglior amica aveva appena confessato che era un puttaniere. Non vorrei essere al suo posto.
Dopo essersi schiarito la voce,riparò al danno ormai già commesso e spiegò tutta la situazione.
Lei dopo aver appreso,fece una faccia del tipo "scusami,ti scongiuro" e dopo che lui forzò un sorriso che aveva tutta l'aria di un "dopo ti ammazzo",portarono la conversione su tutt'altri argomenti. Poco dopo ci avviammo verso uno dei bar ,a detta loro, più conosciuti e frequentati del paese.
Se c'era una cosa che amavo di questi due ragazzi era il fatto che riuscivano sempre a metterti a tuo agio.
Per poche ore mi sentii bene,in sintonia con me stessa.
Poi tornai a percepire il senso di smarrimento che mi assaliva da quando ero partita,ben sei ore fa.
La città era bella,meravigliosa. La gente sembrava essere apposto,c'erano negozi a non finire,mercatini ogni tre o quattro isolati,parchi enormi e vista mare.Immense distese di spazi comunali,ritrovi per giovani,fast foods,metro,pullman,piste per ciclisti,marciapiedi popolati da persone di ogni tipo,ristoranti e supermercati,case in ogni dove,ville,teatri,cinema,piscine e discoteche..c'era vita ovunque guardassi. In ogni singolo angolo c'era qualcosa da osservare.
Eppure io mi sentivo in un deserto.
Le immagini del mio 'passato' tornavano a farmi visita. Pensavo al modo con cui ho lasciato i miei amici,le persone a cui volevo più bene.
<<Bellezza..c'è qualcosa che non va?>> sussultai a quelle parole,forse anche per la prima usata..e puntai i miei occhi in quelli grandi di Lucas. Mi scrutò per pochi attimi,fino a quando dopo aver accennato un 'no' mi ricomposi di colpo.
Lui mi accarezzò la gamba,come a volermi consolare,e tornò a bere il suo drink.
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Al di là degli occhi
Fanfikce"𝚃𝚘𝚛𝚗𝚎𝚛𝚊𝚒 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚝𝚞 𝚝𝚛𝚊 𝚐𝚕𝚒 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚒 𝙴 𝚖𝚒 𝚜𝚎𝚗𝚝𝚒𝚛𝚘' 𝚒𝚖𝚙𝚊𝚣𝚣𝚒𝚛𝚎 𝚃𝚘𝚛𝚗𝚎𝚛𝚊𝚒 𝚎 𝚝𝚒 𝚊𝚟𝚛ò 𝚍𝚊𝚟𝚊𝚗𝚝𝚒 𝚂𝚙𝚎𝚛𝚘 𝚜𝚘𝚕𝚘 𝚍𝚒 𝚗𝚘𝚗 𝚜𝚟𝚎𝚗𝚒𝚛𝚎 𝙼𝚎𝚗𝚝𝚛𝚎 𝚝𝚘𝚛𝚗𝚒 𝚗𝚘𝚗 𝚟𝚘𝚕𝚝𝚊𝚛𝚝𝚒...