CAPITOLO 4

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APRIL'S POV

" Ormai era giunta sera ed ero più stanca del solito, essere stata imbattuta in tutto questo era davvero stressante, non potevo più tornare a casa, era come se avessi fatto un contratto con questi teppistelli, mi avrebbero lasciata andare solo se avessero finito il loro piano, ancora da me sconosciuto. La notta mia faceva paura, saper di non essere sotto il mio comodo piumone mi faceva star male e per di più dovevo condividere i miei sogni con Justin, avevo il terrore. Non riuscivo a controllare ogni mia paura, per quanto fossi stanca non riuscivo a prendere sonno, davanti a me c'era il vuoto; solo la televisione accesa, oltrettutto andava a scatti e mi sembrava di vivere in un film thriller. Fissai Justin che stava dormendo ad occhi aperti, fissava quello schermo senza un obbiettivo preciso. Facendo meno rumore possibile m'infilai sotto le coperte, stando attenta a non toccarlo, fortunatamente il letto era abbastanza grande, ma chissà cosa avrei potuto fare la notte, solitamente sono una ragazza che ama muoversi, che quando dorme lascia spazio ai sogni che prendono il sopravvento, potevo dare calci e prendermi tutte le coperte. Questa sarà una notte indimenticabile, in senso negativo, ovviamente. Justin spense la televisione e si mise sul fianco destro dandomi le spalle; quel ragazzo non aveva un minimo di educazione, ma cosa mi potevo aspettare da uno come lui? Di certo non mi avrebbe sorpresa. Chiusi gli occhi e mi misi sul fianco opposto, dandogli anche io le spalle. Non volevo fare un azzardato rumore, respiravo piano ed ero rannicchiata su me stessa; non volevo tirare su col naso, mi serviva un fazzoletto, merda. In quel momento avevo troppe cose da buttare fuori che solo un pianto avrebbe colmato, oppure un semplice pezzo di carta con un penna, volevo scrivere sul mio Diario, mi sentivo vuota quando non lo facevo.

Mi svegliai di soppiatto, ero sicura di aver sentito un leggero rumore provenire da fuori. Voltai il mio sguardo impaurito verso Justin, dormiva beatamente, lui non aveva sentito nulla. Non sapevo se avessi avuto un allucinazione o quel rumore provenire da fuori era vero; sembrava tutto calmo, dalle tapparelle della finestra riuscivo ad intravedere qualcosa, ma non c'era niente se non camion parcheggiatie lampioni che a fatica andavano. Tremavo, tremavo come non mi era mai successo, l'intenzione di svegliare Justin m'intasava il cervello, ma questo avrebbe comportato ad una sua cattiva reazione e avrei preferito essere in stanza con Cody, di lui in un certo senso mi fidavo. Mi distesi nuovamente sul fianco sinistro e chiusi di nuovo gli occhi, ora non ero per niente stanca e non avevo nemmeno la minima idea di che ore fossero, il buio non me lo faceva capire e quel colore così scuro e cupo incuoteva sempre terrore. Feci un piccoli respiro, attenta a curarne ogni possibile suono e mi rimisi comoda, all'esterno sembrava tutto normale. Avrei avuto bisogno di uno psichiatra, questo viaggio stava compromettendo il funzionamento normale del mio cervello. Ero rilassata, quando ancora una volta, un romore colpì le mie orecchie, mi alzai di scatto, stesse mosse di prima e stessi risultati, Justin ancora dormiva, evidentemente i rumori li stavo sentendo solamente io. Quel rumore era cessato nello stesso istante che mi alzai di scatto, fissai di nuovo la finestra, fuori sembrava tutto normale, eppure sentivo che qualcosa non andava e che puntava nella nostra direzione. Ora sentivo qualcosa di più accentuato, passi scattanti che si avvicinavano ogni secondo di più, vedevo l'ombra traspirare attraverso la finestra. Mi tappai la bocca, non dovevo urlare. L'ombra rimase immobile per alcuni istanti e poi tornò indietro come se nulla fosse lasciando quell'area nuovamente deserta. Non potevo stare tranquilla in una situazione del genere, ma ero quasi sicura che l'ombra se ne fosse andata e non sarebbe tornata. La pancia mi stava tormentando anche se i dolori erano più sopportabili, era come se ad ogni emozione che provavo, la pancia doveva farmelo notare incominciando a farmi provare del male. Quanto estremo odio. Non aveva più senso provare a dormire, il sonno sarebbe venuto da sè, mi misi in posizione eretta sedendomi sul cuscino morbido e portai le ginocchia al petto conficcando la testa nell'incavo. Sentivo i respiri di Justin farsi più profondi, a volte muoveva persino le gambe, era buffo. Abbozzai ad un piccolo e innoquo sorriso e rimisi la testa fra il petto e le ginocchia finchè un rumore bastardo non provenì dalla porta, la serrattura si stava muovendo, qualcosa stava cercando di romperla e qualcuno avrebbe voluto entrare dentro. Ero terrorizzata, spaventata e ansimavo. Il rumore si faceva sempre più intenso, più acuto. Come cazzo faceva Justin a non sentire nulla? Sentivo di non avere scelta. Lo scossi più volte cercando di svegliarlo e finalmente ci riuscì. - Justin c'è qualcuno la fuori- dissi quando lui voltò lo sguardo verso di me - non sto scherzando, credimi non avrei motivo più sincero di svegliarti-- Non c'è nessuno April, vedi di lasciarmi dormire- detto ciò ritornò nella sua posizione attuale-tu sei pazza-- Non sono pazza Justin, c'è qualcuno la fuori-Non proferì parola e nuovamente lo sentì respirare. Diedi un pugno al cuscino e qualche lacrima fuoriuscì dai miei occhi, niente singhiozzi, solo lacrime silenziose. Fuori sembrava tornato come prima, perchè non l'avevo svegliato due minuti prima? Stupida April. I minuti passavano e tutto taceva, dentro di me sembrava ci fosse più tranquillità e mi sentivo meglio, fortunatamente, ma nulla è fatto per durare. La serratura cominciò di nuovo a provocare rumore e Justin drizzò in posizione eretta, non accese nessuna luce, non voleva far vedere che nessuno era in quella camera. Mi fece segno di stare muta posando l'indice sulla sua bocca. Premetto che non stavo capendo niente, lui sembrava dannatamente tranquillo, al posto suo avrei incominciato ad urlare.

JUSTIN'S POV

" Non avevo nessun presentimento, purtroppo non avevo idea di chi potesse essere alla porta, maneggiava non curando quello che stava facendo, Mark non poteva essere, lui era molto più furbo e avrebbe escogitato un altro modo per entrare dentro la stanza. April aveva ragione, qualcuno all'esterno c'era. Era impaurita, di certo non mi dispiaceva per lei ma questa situazione era troppo difficile, non l'avevamo programmata, l'unica cosa che doveva fare, era stare zitta. Il rumore non smetteva, la serratura presto si sarebbe rotta e io avrei potuto uccidere quello stronzo che stava al di fuori, non solo aveva interrotto il mio sonno, chi avrebbe poi dovuto tranquillizzare April? Alzandomi dal letto presi la pistola sul comodino e la puntai in direzione della porta, non avevo per niente paura, queste sono cose che capitano e ogni giorno dovevo conviverci. Caricai l'arma e di nuovo la puntai contro la porta, sentivo che ormai chi stava facendo quel lavoro era giunto quasi al termine, presto sarebbe balzato dentro e presto avrei potuto ucciderlo. Voltai il mio sguardo verso April, gli occhi spalancati e le coperte fin sopra la testa. Nel momento in cui mi rivoltai la porta si spalancò, ormai stavo premendo il grilletto, ma l'immagine che avevo davanti mi fermò. - Oh fratello, che cazzo mi punti la pistola addosso?- Chris entrò dandomi il pugno. - Chris? Cazzo ci fai qua?-- Non ti serviva un terzo della banda che ti aiutasse col viaggio?- Chris mi era mancato davvero tanto, era quell'amico con cui ho fatto le più grandi cazzate. Erano mesi che non lo vedevo. - La morettina la dietro è una delle solite?- mi voltai verso April, ancora era incredula. - Nah, è solo la sorella di Mark-dissi voltandomi nuovamente verso di lei - tranquillo, non me la voglio scopare, sai che lei ci serve-- Pensavo di dormire qua ma sarei solamente il terzo incomodo, vado a disturbare o Cody o Dylan-- Falli tremare di paura come hai fatto con lei- dissi indicando April. - Scusa dolcezza, non era mia intenzione-Chris uscì da quella stanza e io mi rimisi sotto le coperte anche se il sonno era scomparso, accesi la tv e ovviamente non c'era nulla d'interessante. Non sapevo nemmeno che ore erano, guardai nel mio cellulare, segnava le tre di notte, fantastico. - Guarda che puoi rilassarti ora-dissi ad April continuando a guardare le televisione. Potevo sentirla muoversi, potevo sentire le coperte inalzarsi per poi abbassarsi. - Lui chi era?- la guardai. - Sai che non ti risponderei comunque- dissi facendole l'occhiolino - quindi evita di fare domande-- A questa puoi rispondermi, perchè sei così fastidiosamente odioso?-- Ti ho detto anche di non provocarmi-- Avanti, non mi uccideresti neanche se volessi, infondo avete bisogno di me, no?-- Potrei sorprenderti-Spensi di nuovo la televisione e mi misi sul fianco sinistro, rivolto verso April, ma lei fece il contrario, si posizionò in posizione contraria, dandomi le spalle, e poi l'odioso sarei io. Ora che Chris era tornato, potevamo definirci al completo. Eravamo i soliti quattro, i miei migliori amici, quelli con cui avrei condiviso per il resto della vita questo viaggio.

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