CAPITOLO 10

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APRIL'S POV

" Continuavo a guardarlo, il mio sguardo verso di lui era come un incoraggiamento, lo incoraggiai a continuare a parlare, volevo mi dicesse tutto e non lo facevo per me, ma soprattutto per lui. Aveva un tale bisogno di doverraccontare ciò che gli era attorno e ciò che gli stava succedendo, per troppo tempo, forse, aveva tenuto dentro di sè qualcosa che aveva bisogno di essere raccontato e glielo leggevo i quei occhi color miele, che sotto quella luce scura risultavano solamente di un unico colore, marrone. Era troppo strano vederlo in quelle condizioni, faceva fuoriuscire davvero troppe lacrime, chissà da quanto tempo non piangeva. Sapevo che non voleva farsi vedere da me in quello stato d'animo, era triste e privo di parole, avrei voluto abbracciarlo e dirgli che tutto sarebbe andato per il meglio, ma sapevo anche che un mio azzardato movimento avrebbe fatto scattare le sua ira perciò mi limitai a fissare il vuoto davanti a me e sentirlo singhiozzare fino all'ultima lacrima. Quelle lacrime, così inconfondibili avevano uno strano sapore, erano piene di tristezza,sensi di colpa e lo potevo capire sentendo il suono stanco della sua voce. Ero sempre stata brava a capire le persone nonostante non le conoscessi, ma vedevo quando c'era qualcosa che andava per il verso sbagliato e adesso Justin mi sapeva di quella persona pronta ad ammettere i suoi sensi di colpa e ammettiamolo, era pieno. Con la coda dell'occhio fissai ogni suo movimento. Si stronfinò gli occhi con la felpa e tirò su col naso, infine guardò dritto davanti a sè. - Vuoi sapere davvero qualcosa di me, April? Ti accontento, mio padre è morto e non ne so il motivo, fin da bambino sono stato abbandonato perchè mio padre trafficava con la droga e mia mamma è in un centro di riabilitazione contro il fumo e l'alcool, non chiedermi perchè anche io sto facendo questa vita perche credimi, non lo so nemmeno io e tantomeno non so perchè ti sto raccontando tutto ciò, non dovrei perchè ti detesto, oggi in macchina ho spento la radio perchè quel cantante mi ricordava mia madre, quando sei con me non fai altro che questo, mi ricordi sempre tutto quello che non voglio ricordare. Non voglio avere rapporti con te di nessun genere, finirei con l'ucciderticomehofatto con Shila-- Chi è Shila?- il mio sguardo era rivolto completamente verso di lui e la curiosità mi stava uccidendo viva. La sua vita era talmente misteriosa e piena di odio che volevo scoprirne ogni particolare pur non avendone i diritti, ma quel ragazzo aveva fascino. - Non te lo direi nemmeno se volessi- rispose atono fissando i miei occhi - smettila di farmi queste domande, non sei nessuno per sapere chi sono io o cosa ne è del mio passato, quindi tappati la bocca e limitati a seguirci- era stronzo quanto presuntuoso. Per quanto quelle parole potessero farmi male cercai di mantenere la calma perchè se mi agitavo anche io sarebbe finita male e avrei smesso di respirare. Non capivo perchè con me era così, cercavo solamente di trovare una logica soluzione con lui ma ogni mio tentativo era vano e lui sembrava davvero non volere avere rapporti con me ma non potevo stare zitta e fare finta di niente e lasciare che lui mi spalasse merda d'insulti addosso. - Devi cercare di rapportati con lagente,Justin-cominciai tenendo un tono basso di voce - non farlo solamente con la gente che conosci,ma comehaidetto tu raccontare qualcosa di estremamente segreto ad una persona che detesti è assolutamente vietato, no?- detta quella mia frase restò immobile a fissare nuovamente i palazzi di fronte a noi, non emetteva alcun suono se non il suo respiro. - Tu non capisci- cominciò abbozzando ad un sorriso - e poi mi sembra di averti detto già troppo prima-- Ovvero che tuo padre è morto,chetua madreè inun centro di riabilitazione e che hai ucciso Shila? Beh si, qualcosa mi hai detto, ma ti sto spronando a raccontare ciò che hai dentro, non voglio sapere la tua vita ma lo sto facendo per te. Se non vuoi farlo con me apriti con un pezzo di carta-- Che stai dicendo?-- Scrivi, scrivi quello che senti su un pezzo di carta, per esperienza posso dirti che funziona-- Tu sei stupida per non dire altro- e quell'offesa mi pugnalò alle spalle. - E' vero, forse sarò anche stupida... ma preferisco essere questa che una presuntuosa e arrogante che sputa solamente insulti addosso alla gente senza rendersene conto come te e ora posso anche andare, ma voglio ricordarti che se vuoi parlare sai dove trovarmi-mi voltai e lo sorpassai per poi aprire le ante della piccola porta del balcone, non era vero che Cody mi aveva chiusa fuori anzi, mi aveva vietato assolutamente di andare a parlare con Justin in quelle condizionima ero testarda e facevo le cose a modo mio quando ritenevo che fossero importanti. Purtroppo il mio obbiettivo era ritornare dentro quella stanza avendo saputo la verità su Justin, ma tutto quello che avevo saputo erano solamente tre indizi e insulti. Sarei andata fino in fondo e l'avrei conquistato. Mi scacquai il viso con l'acqau fredda del lavandino in bagno e mi fissai per due secondi allo specchio per poi rinfrescarmi di nuovo, tutta quella aria sporca che respiravo mi dava alla testa e ognuno di quei ragazzi puzzava di fumo ed era una cosa disgustosa, se avessi avuto soldi avrei regalato ad entrambi un profumo, forse anche due. Ripensai alla nostra discussione avuta pochi minuti fa. Quel ragazzo era il mistero fatto in persona e non lo biasimavo se non voleva raccontarmi niente ma era improponibile il fatto che avesse così tanto odio dentro da non confidarsi con nessuno e per quanto facevo finta che non me ne importasse nulla era ossessionata dal fatto di sapere chi era Shila e del perchè l'aveva uccisa. Mi asciugai con un piccolo asciugamano posto di fianco al lavabo e poi uscì dal bagno. Justin era sdraiato sul letto che stava guardando la televisione fumando una canna, quella non era una semplice sigaretta. Aveva incominciato di nuovo a drogarsi? E io avrei dovuto dormire con quella puzza per tutta la notte? Sentivo che gli occhi mi si chiudevano da soli, ero davvero troppo stanca per iniziare una nuova discussione ma non ero nemmeno pronta per mettermi sotto le coperte e dormire sentendo quell'odore nell'aria. - Non potresti andare a fumarti quella cosa fuori? I medici mi hanno vietato di respirare quella roba- lo dissi con un tono calmo ma lui sembrò fregarsene. - Non so cosa dirti- era stronzo forte. Ore prima miaveva chiesto scusa perchè non era al corrente della mia situazione e ora fa finta di non saperla. Se lui odiava me, io odiavo lui. Lo mandai a fanculo con la mente, non potevo permettermi di urlarlo o mi avrebbe fatto del male e si, avevo ancora un po' paura di lui. Uscì dalla stanza e m'incamminai in quella di fianco, sperai che Cody fosse ancora sveglio. Bussai più volte per farmi sentire e poi mi venne ad aprire incitandomi ad entrare. Con lui c'erano anche Chris e Dylan. Andammo vicino alla finestra, la camera di Cody era più piccola e non aveva il balcone, evidentemente Justin pensava di essere il re in questa comitiva ma si sbagliava, eravamo tutti uguali. - Avrei giurato fossi morta- rise dicendo quella frase e io feci lo stesso - allora com'è andata?-- Male è troppo riduttivo, non mi ha detto niente se non che suo padre è morto, che sua madre è in un centro di riabilitazione e che ha ucciso Shila-- Queste sono cose che ormai sanno tutti-- Tutti chi?- era evidente la mia curiosità perciò lo incitai a continuare. - La polizia e i giornali locali di Bainville, nello stato del Montana- ero ancora più confusa e lo guardai perplessa -anni fa Justin trafficava droga per conto del padre, una volta la polizia lo scoprì ma lui uccise uno dei poliziotti e fu mandato nel carcere minorile, ci rimase per qualche settimana quando il padre si decise a raccontare la verità e cioè che la droga era la sua, così Justin venne rilasciato e il padre messo dentro, ma Justin non aveva nessuno siccome la madre era in un centro di riabilitazione fu trasferito a Stratford in una specie di convitto ma lui scappò ognisera quandolo trovai io e siccome vivevo con mio fratello più grande decisi che poteva rimanere con noi e da quel giorno lui è il mio migliore amico- ascoltai attentamente ogni sua parola per cercare di immaginarmi Justin nel suo piccolo paese a trafficare con la droga, me lo immaginai per fino in carcere. Era una storia particolarmente brutta e non avevo idea di quanto avesse sofferto, aveva perso entrambi i genitori e non era una cosa da poco. Soffrivo per lui e adesso avevo tremendi sensi di colpa, fargli raccontare tutto era fargli rivivere ciò che era stato cancellato e odiavo aver insistito così tanto, mi odiavo particolarmente tanto. Mi scese una piccola e innoqua lacrima e fissai il cielo blu davanti a me. - E come mai sei finito a fare la sua stessa vita se l'avevano trasferito lontano da tutto ciò?-- Purtroppo non solo spacciava ma aveva incominciato a fumarsi quella roba fino a drogarsi pesantemente perciò una volta arrivato a Stratford a mia insaputa aveva trovato ragazzi con cui divertirsi ed erano Dylan e Chris, quando lo scoprì mi minacciò di uccidermi e dovetti stare al gioco con lui fino a quando anche io non incominciai a fumare e a drogarmi fino ad ossessionarmi a quella sostanza- era terribile ciò che era successo a Cody e mi chiedevo se non fosse arrabbiato un po' con Justin, per colpa sua aveva incominciato a fare la brutta vita, quella sbagliata. - Quindi tu sei qui per un terribile sbaglio?-- Non lo chiamerei sbaglio, sono qui perchè ho lasciato che Justin mi comandasse-- Non sei un po' arrabbiato con lui?-- No e sai perchè? Era terrorizzato quando è venuto a Stratford che l'unica cosa che lo faceva stare bene era minacciare la gente di ucciderla e lui era l'unico amico che avessi mai avuto. A scuola ero un vero sfigato così ho pensato che inominciare la vita che faceva Justin poteva farmi sentire meglio-- Torneresti mai indietro?-- No, odiavo la mia vita-- E ami questa? Voglio dire, ami seguire quello che fa Justin e continuare a drogarti fino a stare male?-- No certo che no, ma è sempre meglio questa vita piuttosto che essere l'emarginato sociale che non era mai invitato da nessuna parte, almeno adesso posso dire di avere dei veri amici-Non condividevo il suo pensiero, di certo avrebbero potuto trovare qualcos'altro da fare tutti insieme piuttosto che continuare a fare quella vita, ma quando sei dentro ad un brutto giro era difficile uscirne fuori e io parlavo per esperienza. Era difficile immaginare Cody come lo sfigato di turno fra i banchi di scuola, era davvero inconcepibile che lui era quella persona che la gente non voleva e mi dispiaceva per lui, a scuola non ero proprio una sfigata e quindi non sapevo come si sentiva Cody. - Come mai ha ucciso Shila?- mi chiedevo se lui potesse dirmelo, in fondo mi fidavo di lui e mi stava svelando segreti che Justin non avrebbe fatto. - E' un argomento troppo privato questo, se non è Justin stesso a dirtelo io farei solo la figura del falso amico, ti ho detto le cose che sanno praticamente tutti e anzi, ti ho svelato particolari che non avrei dovuto dirti e mi fido di te solo in una piccola parte- inarcai un sopracciglio, anche quella conversazione stava finendo male se non peggio. - Allora sono io la stupida che si fida di te- mi spostai all'indietro per poi voltarmi e chiudermi la porta della camera alle spalle. Chi aveva ragione? Justin. Aveva ragione quando prima mi aveva dato della stupida perchè effettivamente io ero questo, mi fidavo troppo delle persone e poi lasciavo che mi pugnalassero alle spalle. Volevo solo tornarmene a casa e vivere una vita normale, a discapito di Cody che odiava la sua vita da scolaro io l'amavo e se avessi potuto esprimere un desiderio avrei sicuramente espresso quello di tornare a casa"

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