CAPITOLO 20

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JUSTIN'S POV

" Mancava veramente poco a Burlington e ancora non avevamo un obbiettivo preciso. Il nostro viaggio era una sorta di tappa e sembrava che Burlington fosse capitata per sbaglio. Eravamo partiti da Stratford consoldi,droga e fumo, mentre adesso eravamo quasi a metà del nostro viaggio senza soldi, senza fumo e senza droga. Il tempo fuori sembrava incerto, come i miei pensieri. Nuvole grigie si stavano impossessando del cielo lasciando solo per pochi minuti spazio al sole. Questa era l'estate in Canada, non ti dovevi mai fidare dei metereologi. A volte ci prendevano per culo e a volte riuscivano anche a beccarci. Era come in montagna, non potevi mai sapere quando sarebbe arrivato il diluvio e in Canada era la stessa cosa. A distanza di pochi chilometri il cielo era in grado di cambiare, un po' come se fosse stato bipolare anche lui. Il mio stato d'animo in questo momento era un misto di grandine e pioggia. Ero arrabbiato ma allo stesso tempo confuso. La figura di April mi mandava in confusione, un giorno mi stava simpatica e il giorno dopo mi mandava letteralmente in tilt. C'erano quei giorni che avrei preferito ucciderla da non sentire più la sua voce ed altri in cui mi piaceva stringerla a me nel letto e farla sentire al sicuro. Principalmente erano questi i pensieri o meglio, i dubbi che m'intasavano buona parte del cervello. A poca distanza dai miei occhi vedevo la cittadina di Burlington e ancora non sapevamo che cosa fare. Dovevamo assolutamente procurarci dei soldi, comprare l'alcool ma soprattutto provvedere a cercare un po' di droga ed essendo " i benvenuti" a Burlington non sapevamo a chi chiedere aiuto. Io e i ragazzi avevamo un estremo bisogno di sentire quella sostanza in corpo. April era comodamente distesa sul sedile a fianco a me e dormiva beatamente. Potevo delinearne le labbra quasi perfette, erano cosi rosee che lasciavano desiderare. La maglia larga ma scollata nella zona del seno lasciava notare un perfetto - lo era per davvero- seno. I capelli le ricadevano sugli occhi e con la poca luce che c'era fuori risaltava il suo colore naturale, il castano scuro. Accellerai la presa sul pedale dell'auto e maledissi i miei pensieri su quella ragazza. Mi sembrava così dannatamente proibito poter pensare certe cose su di lei e mi ero promesso per gran parte del viaggio di non fantasticare più con la mente e pensare solamente al mio obbiettivo finale, uccidere Mark. Frenai quasi bruscamente al semaforo davanti a me, ero talmente accecato dalle mie riflessioni che avevo dimenticato di essere in strada. Svegliai April con il mio azzardato movimento che si compose guardando fuori. Accellerai nuovamente una volta verde il semaforo. Mi guardai attorno per osservare in ogni minimo dettaglio quella piccola e monotona cittadina e mi sembrava così simile a Bainville che per pochi istanti mi sembrava quasi di essere a casa. Continuai a guidare a passo d'uomo, fortunatamente dietro di me non c'era nessuno e potevo osservare tranquillamente il paesaggio e non ero l'unico. April guardava fuori dal finestrino, le piacevano le case. Tutte attaccate l'una all'altra, colorate con accoglienti giardini. Sembrava di entrare in uno di quei posti ben apprezzati. - Justin mi dici dove troviamo un negozio in periferia?-m'interruppe Cody - voglio dire, non riusciremo mai a rubare qualcosa- concluse provocandomi fin troppo nervoso. La droga era l'unica cosa che riusciva a distrarmi. - L'abbiamo sempre fatto, anchenellecittà più grandi. In periferia ci sarà sicuramente qualche negozio da derubare. Non solo perchè Burligton è molto accogliente vuol dire che negozi di scarso livello non ce ne sono-conclusi io dirigendomi all'esterno della cittadina. Man mano che mi allontavano dal centro di Burlington sembrava esserci speranza per trovare anche un negozio di poco valore e le aspettative non mi illusero. Parcheggiai l'auto ad un paio di metri dal piccolo Market che c'era a fianco a noi. - Tirate fuori i passamontagna e le pistole- dissi afferrando la mia pistola dal cruscotto. Presi anche il cellulare in caso April avesse fatto un'altra delle sue e la fissai - tu resti dentro e tranquilla, non ci sono modi per chiamare tuo fratello perciò trattieni le lacrime- le dissi ed abbassò subito lo sguardo. Mi voltai verso i ragazzi che mi passarono un passamontagna - Allora il piano è semplice, entriamo come se dovessimo comprare qualcosa. Io, Dylan e Chris ci allontaneremo e tu Cody fai quello che hai sempre fatto e ricorda di essere furbo. Una volta presi i soldi corri in macchina, noi ti saremo dietro. E' mezzogiorno, orario di chiusura quindi non dovrebbe esserci nessuno- conclusi aprendo lo sportello. - Justin... - sentii chiamarmi da April perciò mi voltai nuovamente verso di lei. Il suo tono di voce era così triste e preoccupato che quasi provavo pena - mi servirebbero degli assorbenti- risi a quella richiesta. Mi ero quasi scordato del periodo femminile, quello dove le donne erano al massimo della loro aggressività. Shila era così arrogante nel suo periodo di mestruazioni. - Scendi, prenditeli da sola io non posso pensare anche alle tue cose - dissi afferrando gli occhiali da sole che tenevo in tasca - e mettiti questi, non vorrei che ti riconoscessero-mi guardò con aria torva, lei non aveva mai derubato un negozio e ora le stavo chiedendo di farlo. Doveva mettersi alla prova e mi sembrava così stupido che ancora non glielo avessi fatto fare. Convivere con noi voleva dire anche questo. Si mise i Ray-Ban sugli occhi e se dovevo essere sincero stava piuttosto bene. Rivolsi un ultima parola ai ragazzi che erano già pronti ad entrare. - Io, Dylan e Chris ci occuperemo del bere mentre tu Cody mettiti il passamontagna solo quando sei sicuro di attaccare il commesso. Non sono ammessi errori o ci fanno fuori. Tenete un profilo piuttosto basso, non devono vedere i nostri volti e non dobbiamo uccidere nessuno, ok?- mi fecero segno di si con la testa mentre April si tirò indietro ma l'afferrai per un braccio prima che potesse cedere - April non sono ammessi errori. Giuro che se combini qualcosa me la pagherai, non voglio finire di nuovo nei casini- conclusi mandandola avanti. Rimasi l'ultimo della fila e una volta entrati nel negozio fummo sorpresi nel vedere due commessi in quel piccolissimo negozio. Le cose si sarebbero complicate. Mantenemmo lo sguardo rivolto verso il basso e una volta lasciato Cody vicino alla cassa mi diressi con April nel reparto " donna". Tremava e non poco, si guardava intorno ogni tre secondi e mi faceva salire il crimine. Non era abbastanza intelligenteda capire che facendo così alimentava i sospetti. - Porca puttana smettila di guardarti attorno o aumenti i sospetti. Prendi quei cazzo di cosi per la figa, io devo andare a prendere l'alcool adesso. Non posso trattenermi qua per più tempo. Infilali dentro la felpa e raggiungimi appena hai finito, intesi?- le dissi fissandola per bene negli occhi. Sembrava non esserne molto convinta ma doveva farcela o saremmo finiti nei guai. - Non ce la faccio Justin, mi scopriranno- continuò a parlare con sguardo teso. Le presi le mani senza stringerle troppo e continuai a fissarla negli occhi. - T'insegno un segreto che poi tanto segreto non è. Per rubare qualcosa devi fare tutto con disinvoltura come se stessi veramente comprando. Non devi mai guardarti attorno e sembrare colpevole. Prendi quello che devi prendere e sii sicura di te stessa. Ora devo andare e mi raccomando appenai hai finito vieni da me- conclusi accarezzandole una guancia e così facendo le incrementai il livello d'autostima. Acconsentì con il capo e andai verso Dylan e Chris che mi aspettavano, misi il passamontagna in testa per coprirmi il viso.

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