CAPITOLO 31

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MARK'S POV

" 05.00 am

La sveglia mi rimbombò nell'orecchio sinistro e tutto stava prendendo forma. Aprii gli occhi rendendomi conto che quello non era un giorno ma il giorno e sapevo perfettamente a cosa stavo andando incontro. La luce dell'alba non penetrava a fondo nella mia stanza nonostante avessi lasciato le finestre aperte. A fianco a me era rimasta appoggiata sulletto la cartina di Winnipeg con all'interno il nostro subdulo piano da mettere in atto. Ero sicuro che Justin fosse già partito, dovevo solo dargli qualche minuto di distanza per poi raggiungerlo e farlo fuori. Ero abbastanza intelligente su questo, sapevo i suoi punti deboli perché, sfortunatamente per lui in tutti questi anni avevo imparato a conoscerlo veramente a fondo. Sentii bussare alla porta ed ero sicuro fossero Robby e Stefan. Una volta entrati, appoggiarono i loro zaini sul pavimento e con aria assonnata si sdraiarono sul letto. Incominciai a prepararmi, indossando i vestiti adatti per quell'occasione. La mia pistola era saldamente dentro i pantaloni e la tenni al sicuro. Era l'arma con cui avrei fatto fuori Justin e quell'arma era la mia unica salvezza per sopravvivere. Chiusi lo zaino e lo portai dietro la schiena per poi dire addio a quella stanza d'albergo. Misi dentro la tasca dei Jeans la piantina della città e mi chiusi la porta alle spalle. L'aria di quell'albergo era davvero silenziosa, a quell'ora tutti stavano dormendo ed evidentemente gli unici svegli eravamo noi e il ragazzo alla reception. Fortunatamente non era nemmeno caldo, l'arietta di quella mattina era soddisfacente e questo era anche un mio vantaggio. Lasciai le chiavi della stanza al bancone e il ragazzo dietro mi fissò con aria dubbiosa - Come mai andate via a quest'ora?- chiese. In effetti era una domanda abbastanza sensata. - Ci piaceviaggiare molto presto- risposi salutandolo con la mano. Fuori l'alba era ancora più radiante di come l'avevo vista in camera. Gli uccelli svolazzavano nel cielo come se non ci fosse un domani e si sentivano veramente liberi. Le persone erano poche lungo le strade, i viali e i marciapiedi. Le macchine viaggiavano a passo d'uomo per Winnipeg e quel silenzio era appagante per uno come me. Misi in moto l'auto nonappena fui pronto e tirai fuori dalla tasca l'ultima sigaretta. - Sicuro che questo è l'orario giusto per partire?- mi chiese Robby voltandosi verso di me. - No non sono sicuro ma stando ai miei calcoli Bieber deve essere partito prima delle cinque, quindi noi gli siamo dietro e a debita distanza- conclusi assaporando il tabacco. In pochi minuti eravamo fuori città,sulla strada che portava verso Hinton o meglio dire, verso la morte di Justin. Negare che avevo paura era da stupidi, in quel momento mi sentivo positivo ma allo stesso tempo incontrollabile. C'erano abbastanza possibilità che il piano andasse in fumo e per quanto fossi intelligente avevo paura che Justin ci avesse fregato un'altra volta. Non lo conoscevo solo come il ragazzo stupido ma anzi, era il ragazzo più furbo di Stratford e a malincuore a volte sapeva essere più furbo di me. Pregavo che quel giorno la fortuna girasse dalla mia parte, avevo bisogno che April tornasse a casa sana e salva. In zona e sulle strade non c'era assolutamente nessuno se non pochi camion e furgoni di vario tipo. Stavo andando alla velocità stabilità e non mi preoccupavo se c'era traffico o meno. Stavo andando ad intuito e avrei potuto sbagliare le mie supposizione sulle mosse di Justin ma ero pronto anche a prendermi le colpe...l'unica cosa che non volevo mi succedesse, era quella di morire. - Ce l'hai un drum?- chiesi a Stefan che sembrava assente. - Ma hai appena fumato una sigaretta- mi disse tirando fuori dal pacchetto un drum appena fatto. - Preferisco fumarmi dieci sigarette in questo momento piuttosto che essere così ansioso. Non ti preoccupare-l'afferrai porgendo la mia mano verso i sedili posteriori e subito dopo la portai alla bocca - avete preso tutto con voi? Pistole?- continuai. - Quelle ovvio- rispose ridendo Robby e in quella risata ci trovai un minimo di paura. Sapevo che avevo costretto i ragazzi a farmi da spalle e loro erano consapevoli dei rischi che avrebbero corso ma non mi avevano abbandonato. Erano qui con me nonostante la loro mancata voglia. Justin sapeva uccidere e lo faceva anche bene ma qualcosa mi diceva che noi eravamo più avanti di lui. Evidentemente Bieber non si sarebbe mai aspettato questo colpo di scena così improvviso e probabilmente non avrebbe con sé il materiale per combattere. Eravamo avantaggiati ma questo non voleva dire avere la vittoria in pugno ed era questo che maggiormente mi preoccupava. Respirai a fondo limitandomi a guardare la strada avanti a me e il traffico si faceva sempre più intenso. I minuti passavano e il giorno era alle porte, le persone andavano a lavorare e questa era l'unica strada da poter percorrere per andare a Hinton e nelle zone industriali.

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