CAPITOLO 22

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JUSTIN'S POV

" Ormai eravamo quasi giunti al lago, mancavano giusto venti minuti e saremmo arrivati a destinazione. L'aria fuori era bollente per non dire altro, luglio era un mese troppo caldo per i miei gusti ed io ero un ragazzo che amava particolarmente il freddo. Il sole sbatteva ferocemente contro i finestrini e nonostante li avessimo aperti, da fuori entrava solo aria calda e il freddo era anniluce avanti a noi. Mi sentivo impotente davanti al tempo atmosferico, anche se mi fossi spogliato il caldo avrebbe preso la meglio e odiavo l'estate anche per questo motivo. L'aria afosa, il sudore costante e la stanchezza di ogni giorno, era tutto troppo fastidioso per me. Guardavo fuori e la voglia di buttarmi in quel lago o comunque in un luogo dove potermi rinfrescare era massacrante, troppo vogliosa. Ero talmente accaldato che mi sentivo vulnerabile, nervoso e solo una sigaretta avrebbe calmato quel momento. Afferrai dalla tasca dei jeans il pacchetto di Marlboro rosse e da esso ne estrassi una. - Chris, l'accendino- quasi l'obbligai e passarano troppi secondi da quando avevo parlato. Guardai nello specchietto dell'auto ed era molto attento a sniffarsi qualche strana sostanza da lui conosciuta - adesso ti metti a sniffare?-chiesi disgustato ma voglioso. - Scusa amico era da troppo che non lo facevo comunque tieni- mi diede finalmente l'accendino e potei accendere la sigaretta dopo averla portata alla bocca. Iniziai a fumarla con gusto, tirando da essa per poi mandare giù con leggerezza il fumo e ispirando dal naso l'aria sporca che fluttuava all'interno dell'auto. Quel momento era così appagante che riuscivo a non pensare ad altro, ai miei problemi e a chi avevo intorno. Era il mio momento, dove riuscivo a pensare solamente a me stesso e nient'altro. Guardai April che era affacciata al finestrino abbassato per non respirare quell'aria quasi omicida. Odiava assaporare quell'odore così cattivo, lo riteneva disgustoso e non ne capivo il motivo. La comprendevo per il fatto che respirare quella sostanza per lei era quasi nocivo per l'intestino ma si perdeva la cosa più buona del mondo e anche se fumare recava danni al mio interno, ai miei polmoni, era la cosa più soddisfacente del mondo. - Non sei per niente curiosa di provare a fare un tiro?- le chiesi attirando la sua attenzione che sembrava assente. Fece di no con la testa per poi tornare a fissare fuori. I capelli si muovevano sinuosamente grazie al vento caldo che li faceva muovere - non provi perchè non ti piaceo perchè non puoi?- chiesi nuovamente. - Semplicemente perchè non voglio- rispose atona. Feci spallucce per poi tornare a guardare la strada. - Hai mai provato a fumare?- chiese Dylan affacciandosi nell'incavo dei due sedili davanti. April si girò indietro per poi incrociare lo sguardo dei tre ragazzi, incluso Cody. Sembrava così triste e spensierato ma poco m'importava siccome non mi andava molto a genio in questi giorni. - Ho provato parecchio tempo fa ma non mi piace-rispose abbozzando un sorriso. Mi piaceva metterla in gioco con se stessa e ci riuscivo anche molto bene. - Quindi non hai problemi se ti chiedo di fare un tiro-chiesi guardandola per poi sorridere - oppurerischi di morire perchè può danneggiarti l'intestino?- risi a quella domanda e Chris e Dylan risero dietro di me. - No scemo, un tiro non mi fa mica morire- rispose intrecciando le braccia - ti dimostro che un tiro non mi farà niente- mi porse la mano come per voler afferrare la sigaretta dalla mia bocca e l'assecondai. Ero certo che non sapesse da dove iniziare a fumare data la rigidità con cui teneva la sigaretta in mano. La guardò con aria disgustata e aspettò altri cinque secondi prima di portarla alla bocca. - Si è spenta- disse divertita. Risi anche io riprendendo la sigaretta dalla sua mano ed accendendola nuovamente. - Mi sbrigherei se fossi in te- dissi rimettendo l'accendino in tasca. La guardai delineandone i suoi movimenti, era così incerta nel cosa fare. Successivamente e dopo momenti d'incertezza, la portò alla bocca per poi stringere gli occhi e tirare subito dopo. Incominciò a tossire per poi ridarmi quel poco di sigaretta che era rimasto. Da dietro sisentirono forti risate e non potei non cominciare anche io, era davvero buffa e a stento riusciva a smettere di tossire. Mandò giù la saliva che aveva in bocca e prese da terra la bottiglia d'acqua e con essa prese anche una pastiglia. - E' disgustosa- disse riferendosi alla sigaretta fumata poco prima e mandò giù un'altro sorso d'acqua. - Sapessi quello che fuma Chris, la sigaretta che hai fumato adesso non è niente in confronto- dissi accellerrando la presa sul volante. Buttai la sigaretta finita fuori dal finestrino e mi concentrai principalmente sulla strada. Il mio nervoso si era calmato, mi sentivo più pacifico di prima e mi sembrava che il caldo si fosse attenuato. - Posso accendere la radio?- mi chiese April e anticipai i suoi movimenti, l'accesi e il canale era impostato su quello delle notizie. La voce proveniente da quel trasmettitore fece rabbrividire ognuno di noi, specialmente me. Mi misi composto quasi a voler spegnere quell'aggeggio ma April arrestò le mie mosse perchè lei voleva ascoltare. << Dope le dichiarazioni fatte alla stampa è ancora in corso la ricerca di April Dawson, la ragazzina diciassettenne rapita da dei ragazzi non più grandi di lei settimane fa. Dope le dichiarazioni fatte dalla madre giorni fa è sicuro che uno dei rapitori è il ragazzino di Bainville, Justin Bieber che già anni prima era stato arrestato per violenza sessuale e droga trovata sulla sua auto. Non sappiamo se April Dawson è viva ma i poliziotti sono sulle sue tracce>> April rimase a bocca aperta per poi spegnere la radio una volta che la notizia giunse al termine. Mi morsi il labbro cercando di distogliere il pensiero da quella falsa notizia che avevano appena dato al notiziario. In passato avevo violentato una ragazza ma non ero mai finito in carcere per questo e nonostante le mie dichiarazioni, ancora la gente pensava che io fossi questo, un assassino. Strinsi la presa sul volante e i miei sbalzi d'umore stavano tornando quasi da voler uccidere qualcuno. Voltai il mio sguardo verso April che aveva un'espressione persa, quasi assente. Ero sicuro che quella notizia alla radio l'avrebbe sconvolta e non solo perchè nessuno sapeva se era viva o morta ma anche per quello che avevano detto sul mio conto. - Non sono finito in galera per aver violentato una ragazza- dissi alzando il tono di voce. - Ma la ragazza l'hai violentata, no?- mi urlò contro facendomi alterare notevolmente - che fine ha fatto?-- L'ho uccisa subito dopo... ma April è successo anni fa, avevo la tua età e da lì non ho più fatto del male a nessuno- mentii ma era l'unico modo per tenere a bada la sua ira e la sua preoccupazione. - Può essere successo anche un mese fa ma comunque sia hai violentato una ragazza e non lo sappiamo solo noi, lo sa tutto il Canada chi sei e che cosa fai per vivere-- Sono anni che la gente sa cosa faccio e non è quella notizia alla radio che ha fatto traboccare il vaso. La gente sapeva già da prima chi ero, ok?-- Non riesco a fidarmi di te- mi disse con aria triste come se volesse mettersi a piangere. - Non ti ho chiesto di fidarti ma ti chiedo solo di provare a guardare in faccia alla realtà. Ti fermi solo su quello che dicono le persone ed è vero, ho fatto del male alla gente, mi drogo, bevo ma non ti ho mai fatto del male se non quello schiaffo e basta. Se fossi stato la persona di anni fa a quest'ora saresti già morta ma sei di fianco a me- conclusi e rimase in silenzio fissando fuori dal finestrino. Non sapeva cosa dire e rimase senza parole lasciandomi con un enorme peso sulle spalle. Il mio compito era quello di non mettermi più in cattiva luce e lei, nonostante fosse con me da settimane ancora non riusciva a capire che non ero il ragazzo tremendo di anni fa. Potevo essere stronzo, bastardo ed altro ma anni fa avevo commesso troppi sbagli, ero solo un ragazzino che amava giocare e tutto gli sembrava un videogioco in 3D ma adesso ero cresciuto e diciannove anni pesavano. I miei sbagli non erano statiancora perdonatida nessuno, forse solo dai miei amici. Dovevo veramente dare un taglio al mio passato ma ogni giorno qualcuno mi faceva tornare in mente i ricordi, le mie disavventure e il passato era sempre dietro di me come se fosse un demone dal quale dovevo uscirne da solo.

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