APRIL'S POV
" Non avevo idea di dove mi avrebbero portata, al solo pensiero di dover passare altro tempo con questi ragazzi mi si gelava il cuore, avevo sentito minuti prima che Mark mi stava cercando, ancora non capisco tutto questo inutile mistero, dovevo capire per quale motivo io ero il mezzo d'intermediazione tra di loro, cosa aveva Mark da nascondere a mia insaputa? Ogni giorno mi facevo sempre domande sbagliate, sbagliate perchè ero sicura che una risposta sarebbe arrivata a fatica, forse avrei dovuto insistere un po' di più in questi giorni da "prigioniera", ma la paura di trovarsi una pistola alle tempie era davvero tanta. Il mio sguardo era totalmente assente, guardavo fuori dal finestrino sporco, il cielo era di un solo colore, non c'erano nuvole che potevano coprirlo, il sole ti accecava gli occhi, non riuiscivi a guardarlo per più di un secondo che già ti faceva chiudere gli occhi; pensavo molto, pensavo a come avrei dovuto passare le mie vacanze estive e alla fine dell'anno scolastico, ormai non c'era più nulla da fare, non sarei più tornata a scuola, sarei stata sostituita da quella zoccola di Meg a fare da rappresentate per il ballo di fine anno, magari tutti penseranno che io sia morta, nonguardavo la televisione da più giorni ormai, non sentivo un telegiornale da una vita, chissà come mi vedevano gli altri adesso, morta? Viva? Dispersa? Scappata? Nemmeno io sapevo se ero viva o meno, certo respiravo e camminavo, ma dentro com'ero in realtà? Avevo già programmato il mio itinerario per questa estate, avevo già stampato mappe, mi ero organizzata come solo io sapevo fare e adesso mi ritrovavo in un vicolo cieco. Stavo di nuovo odiando ciò che era la mia vita. In quella macchina c'era un terribile odore di fumo e di alcool, era disgustoso dover convivere li dentro, non ero abituata a tutto ciò e mi era stato anche vietato dai medici di dover stare a contatto con fumatori, mi duole dirlo, ma ora ci convivevo. Sebbene sapevo di non dover respirare quella amara sostanza non potevo smetteredi respirare,nonvolevo morire così. Guardai in basso, facendo così mi sembrava di respirarne di meno. - T'impasticchi adesso Chris?- Justin voltò il suo sguardo verso l'amico che stava prendendo dalla borsa una piccola boccetta contenenti delle pasticche di vario colore. - Sai che effetto mi fanno la mattina- rispose atono mandandola già con un sorso d'acqua. Fissavo quella scena con ribrezzo, come poteva drogarsi di prima mattina? - Cos'è?- chiese Dylan sporgendosi in avanti, potevo vedere che Cody mi stava guardando, non voltai lo sguardo semplicemente perchè non volevo leggerli nel pensiero, non volevo capire ciò che voleva intendere con quello sguardo, perciò restai sul mio, attenta a sentire la risposta. - Ecstasy, ne vuoi?- Chris porse all'amico una pasticca di colore giallo, ero terrorizzata dagli effetti che poteva provocare, a scuola avevamo studiato i vari tipi di droghe e se non ricordavo male l'ecstasy provocava effetti collaterali non piacevoli; Justin guardava attentamente ogni movimento dei ragazzi, ero per certa che ancheluinevolesse una. - Non me la offri?- disse il ragazzo che poco prima stava fissando voglioso la scena. - Neanche se mi punti una pistola contro, sai come diventi dopo una di queste, tira fuori la tua stupida sigaretta e fatti un tiro di quella- Justin si arrese a quella risposta e tirò fuori dalla tasca una sigaretta, chissà da quanto tempo non si drogava. L'ecstasy era una di quelle sostanze che ti provocava insonnia, inquietudine e aggressività , ora capivo perchè Justin non ne faceva più uso, sarebbe diventanto aggressivo in meno di tre minuti e già lo era di suo, non avrei voluto vederlo ancora più arrabbiato di come lo era tutti i giorni. Per fino Cody alla fine è caduto alla tentazione di Chris, anche lui prese una pasticca, questa volta azzurra e con un piccolo sorso d'acqua mandò giù quella sostanza. Un po' ero delusa ma me lo sarei aspettata per fino da lui. Dopo un paio d'ore di viaggio sentivo l'aria più pulita, non eravamo più in una grande strada o vicino ad una città, ora eravamo dispersi nel nulla più totale, più uccelli liberi e più pace, anche se con loro la pace era difficile da assaporare. Mi guardai attorno una volta scesa dalla macchina, l'aria che si respirava era davvero pulita, il sole che ti picchiava contro il viso era rilassante e nonostante facesse così caldo, io stavo bene. Non ero mai stata in questo posto, ricordo che l'avevo studiato un geografia a scuola, non era una meta turistica, era soltanto un luogo di pace, dove pensare era all'ordine del giorno. Chris era in uno stato pietoso, camminava come se stesse dormendo, sapevo che avrebbe causato certi effetti. Il panorama era affascinante, eravamo circondati da fitti alberi che presto si sarebbe aperti e avrebbero lasciato spazio ad un ampio lago. Justin parcheggiò la macchina in uno spazio pari e la lasciò li, seguivo i loro movimenti pur non sapendo dove stavano andando. - Che fai, ci segui?- mi chiese Dylan con piena attenzione da parte degli altri tre ragazzi. - Non devo?-- No se in questo momento stiamo andando a fare i nostri bisogni, oppure sei interessata a questo?- indicò con un dito le sue parti intime, lo guardai con ribrezzo e mi voltai lasciandoli fare ciò che avevano programmato. M'incamminai verso il lago, avevo un buon senso di orientamento fortunatamente, non aveov bisogno di mappe nè bussole, sentivo col naso il profumo dolce dell'acqua, m'incamminai verso quella direzione e ciò che trovai fu un paesaggio ancora più bello di quello visto prima. Un enorme pozza color verde acqua impadroniva quel panorama; era accerchiato da una piccola riva impregnata di sassolini e all'inizio dell'acqua c'era un piccolissimo molo da attraversare, percorsi quel tratto e mimisia sederesull'orlo togliendomi le scarpe e bagnando i miei piedi, era una sensazione di libertà, era da giorni che non mi facevo una doccia e i miei capelli erano più rovinati del solito, avevo bisogno di sentirmi di fresca, più pulita e non so quando avrei provato questa sensazione. Da dietro sentivo gridolini e schiamazzi, i ragazzi si stavano rincorrendo per quel molo svestendosi e lasciando gli indumenti a terra, mi spostai nell'angolino per lasciarli passare. Justin si tuffò per primo schizzandomi adosso tutti gli schizzi provenienti dal suo pesante tuffo, a sua volta anche gli altri si tuffarono e dovetti nuovamente coprirmi con una mano la faccia anche se per un secondo era stato piacevole sentire quelle piccole gocce d'acqua sul corpo. Non l'avessi mai detto, era buffo vederli giocare così, li guardavo ogni giorno e in loro vedevo solamente la parola criminali, erano ragazzi abituatia giocare con una sporca vita, ad uccidere, ad impasticcarsi e a fumare, ma in quel momento mi sembrava di essere ad una gita scolastica, erano solamente una combriccola di amiciche sidivertivano facendo il bagno nel lago; sorrisi nel vederli così. A Chris era tornato un po' l'animo, si era svegliato. L'aria era desolata, non c'era nessuno oltre a noi che disturbava la quiete, oltre agli uccelli che canticchiavano spaesati nel cielo era una sensazione magnifica poter stare li seduta e rilassarsi fissando il vuoto. - Avanti April, buttati!- urlò Cody verso di me, feci segno di no con la testa ed abbassai lo sguardo. Avrei voluto fare il bagno anche io, avrei voluto sentire l'acqua impossessarsi di me, ma avevo paura degli sguardi una volta che mi fossi presentata in intimo, non ero una top model ma neanche un obesa, il mio corpo non faceva impazzire nessuno e neppure me, ho passato mesi della mia vita ad odiarmi, ad odiare tutto di me e mi duoleva dirlo ma avevo paura di un'altra presa per il culo da parte di Justin, le sue parole facevano particolarmente male, ti ferivano in una maniera così semplice che solo lui era capace di fare, pronunciava cattiverie come se fosse il suo lavoro e non potevo permettere di stare male nuovamente. Avevo parti del corpo che non amavo far vedere, come smagliature sulle mie cosce e poca cellulite sui glutei. Sapevo di non essere grassa, non ero in sovrappeso o quant'altro ma avevo un po' di pancetta, e quella pancetta mi faceva stare male, provavo un senso di vergogna a farmi vedere in costume. "
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DESTROY
أدب الهواةPochi sapevano chi era, tanti conoscevano il suo nome, Justin. Annientava, uccideva e provava ad amare.