Capitolo 30

28 4 2
                                    

Sento la sveglia suonare, e non può  essere che io debba alzarmi per la scuola no, per il lavoro? No. Sono in Canada.
Apro prima un occhio, e poi un altro a metá guardando l'orario.

Sono le 6 Non é possibile.
Rimango altri 5 minuti sdraiata con la voglia matta di dormire di nuovo.
Sbuffo, e alzo gli occhi al cielo.
"Se continui ad alzare gli occhi al cielo cosi frequentemente diventerai strabica" dice.
Mi giro di scatto notandolo appoggiato alla porta con quel suo ghigno fastidioso.
"Strabico diventerai tu se non esci immediatamente da questa stanza" dico sbuffando.

Sembro un bollitore automatico tanto dalle volte che sbuffo.
"Buongiorno anche a te". Dice lui ridendo.
Rimango imbambolata a guardare la sua figura alta, i capelli all' aria spettinati, e i suoi insoliti jeans neri, la maglia aderente nera che gli fascia i pettorali a maniche corte.
Ma dico io no? Perché a maniche corte io sto praticamente congelando dal freddo.
Ieri faceva caldissimo... questa cosa é fastidiosa.
Faccio quello che mi dice la testa e mi butto all'indietro portando le dolci coperte fino alla testa.
Non sento nessun rumore, strano..
Forse se ne é andato.
Meglio per me.
Dopo qualche minuto mi ritrovo sollevata.
Pensavo gli alieni ma quando sento sue mani sorreggermi vado su tutte le furie.
"Lasciami immediatamente odioso ragazzo!" Dico accoccolandomi al suo petto sempre di più.
Mi sto contraddendo da sola lo so.
Ma ho troppo sonno.

All'improvviso un gelo pazzesco mi cade sopra alla testa a forma di goccioline giganti.
Non ci credo mi ha buttato nella doccia fredda senza ne avvisare, e con tutti i miei vestiti addosso.

Scoppia a ridere come un bambino.
Cerco di togliermi i capelli bagnati dal viso.
"CAMERON ALEXANDER DALLAS VIENI IMMEDIATAMENTE QUI!" Dico con l'intenzione di picchiarlo e fargli molto male.
Lui chiude la porta del bagno salutandomi e sorridendo.
Ci vediamo dopo tranquillo.
Oramai sono dentro alla doccia.
Regolo l'acqua e mi tolgo tutto quello che ho addosso oramai grondante d'acqua.
Dopo 20 minuti esco rilassata dalla doccia calda.
Mi metto le cose più comode é calde per affrontare un viaggio molto lungo.
In uno zainetto prendo tutte le cose che i ragazzi mi hanno comprato e le quali hanno insistito che io portassi con me, e le cose che ho comprato quando siamo andati al centro commerciale.
Parigi. Francia. Il mio sogno fin da piccolina. Si sta per avverare. Parigi, Marseille, Lion, non ci credo.
Un sorriso spontaneo compare sul mio volto. Non vedo l'ora,l'unica cosa d'intralcio é cameron.
Alzo gli occhi al cielo per l'ennesima volta.
Ho paura di diventare veramente strabica come dice Cameron.

Prendo tutto controllando se ho dimenticato qualcosa.
Tutto apposto, posso andare.
Mi mancherai stanza.
É stato bello conoscere il tuo letto comodissimo. Di letti così comodi Non ne conosco.
Fingo una lacrima é poi mi metto a ridere chiudendo la stanza.
Sono di buon  umore e non capisco la motivazione, in fondo non é stato un risveglio bellissimo.
"Cenerentola ha deciso di muoversi finalmente" sbuffa Cameron.
"Dovrei essere io il bollitore automatico" dico lanciandogli una frecciatina per infastidirlo.
Alza gli occhi al cielo.
"Eh no caro Cameron, attento o se no diventerai strabico" dico camuffando la mia voce a una possente é maschile.
Gli scappa una risatina.
"Sei pronta? Dobbiamo prima andare all'aeroporto di Toronto" dice.
Decido di fare una cosa prima di andarmene, un piccolo ricordino per i ragazzi.
Vado prima in quella di Jeremy con un secchio d'acqua ghiacciata.
Glielo butto addosso, secchio compreso, se devo fare una cosa la faccio per bene NO?.
Si sveglia all'istante imprecando, poi quando mi vede vestita viene a salutarmi abbracciandomi.
"Jeremy  sei bagnato!". Dico staccandomi da lui.
"Mi mancherai peste ci rivedremo in una piscina più grande e profonda" dice alludendo al fatto di buttarci in piscina a vicenda.
Vado dai ragazzi e Non li trovo nella loro stanza.
Li cerco per tutta la casa e li trovo tutti in cucina.
Me li ritrovo tutti addosso.
Alla fine dopo aver abbracciato, pizzicato, buttato la colazione su logan....., mi ritrovo accanto alla porta.
Come ci si puó affezzionare così tanto a delle persone in così poco tempo?
I dubbi della vita.
Saluto di nuovo i ragazzi e rido per la faccia di Jeremy che mi sorride ampiamente.
Samuel invece non si trova...
Non capisco ieri andava tutto bene, ora lui non ce a salutarmi. Mi sento, non so dispiaciuta, mi aspettavo fosse il primo ad abbracciarmi prima di partire.
Ci avviamo verso la Range Rover di Cameron.
Entriamo dopo aver posato i bagagli.
Dopo un pó di tempo nessuno di noi  parla così decido di intraprendere io una conversazione.
"Allora la Maserati? Che fine ha fatto?" Gli chiedo.
"É nel garage di casa mia, non conveniva portarla fino a qui".
"É dove la lasciamo questa?" Dico
Lui sorride ampiamente. Non ne capisco il motivo.
"La prenderá Samuel, e a Parigi ci aspetterá il mio autista". Dice
Samuel? Quel Samuel?
"Rispondo io alle tue domande silenziose, si quel Samuel, è dietro di noi con La macchina". Dice.
Mi giro immediatamente, si è lui.
Mi fa segno due volte con le luci della macchina, accanto a lui Shawn.
Sto per alzare gli occhi al cielo,  ci penso e scoppio a ridere.
Non voglio diventare come Dora l'esploratrice.

A Beautiful Beast 💛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora