Capitolo 34

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Ho spiegato tutto a Cameron è andato su tutte le furie incolpando gli agenti postati ovunque parlando della loro incompetenza nel lavoro.
Quando é tornato Samuel ed ha visto Cameron su tutte le furie all'inizio Non capiva, ma alla fine appena vide le mie gambe fasciate capí tutto.
Si catapultó immediatamente su di me chiedendo spiegazioni ed andando su tutte le furie alla fine anche lui.

Non abbiamo cambiato città come abbiamo fatto le ultime due volte, hanno preferito farmi rimanere qui a Parigi.
Hanno capito che qualcosa non va, e che ovunque noi andremo verremo rintracciati comunque.

Ed ecco perché la sicurezza è aumentata.
Io vorrei solo capire cosa sta succedendo.
Sto rischiando la vita ogni singolo momento e non so nemmeno il perché questo mi fa impazzire.
In tutto questo oggi mi hanno riferito che mi faranno uscire, ma sempre sotto sicurezza .
Ed ecco perché mi ritrovo ora a mangiare cinese con accanto Samuel e di fronte Cameron che non tocca ancora cibo pensieroso.
Samuel cerca di allggerire l'aria con le sue battute squallide ma non ne ho proprio voglia, con tutta la confusione che si sta creando, ci si mette anche Cameron con la sua assurda mania di baciarmi e non dare nessuna spiegazione.

"Se continui così penso che dovró pagare tutto il set di bacchette cinesi esistenti in questo ristorante" afferma Samuel dal nulla .
Solo ora mi accorgo di star stringendo fortissimo la bacchetta, la poso sul tavolo e decido di andare un attimo in bagno.
Mi manca l'aria qui mi sento molto controllata e sotto pressione, tante sentinelle sono nascoste per il quartiere, e per il perimetro del ristorante.
"Dove vai?" Scatta subito Cameron, alzo gli occhi al cielo e Rispondo:" tranquillo vado solo in bagno" .
Lui annuisce e si risiede sulla poltrona rossa.
Sento il suo sguardo sulla schiena che mi segue fino a quando non chiudo la porta del bagno per poi poggiarmici sopra.
Mi avvio verso uno dei bagni assicurandomi che non ci sia nessuno.
Mi appoggio sopra al lavandino e guardo negli occhi il mio riflesso. Penso di stare impazzendo tra spie, agenti, sicurezza, la morte dei miei genitori che forse non sono nemmeno i miei genitori.
Mi sciaquo la faccia, ma quando guardo le goccioline d' acqua scendere ed infrangersi per terra capisco di non essere sola in questa stanza.

Cameron's Pov

La aspetto silenziosamente al tavolo, mi passo la mano tra i capelli portandoli all'indietro.
La capisco, si sente rinchiusa. Un pó di tempo fa era libera di fare tutto quello che voleva, usciva indisturbata, ma appena abbiamo scoperto con chi avevamo a che fare dovevamo agire immediatamente.
"Ci tieni tanto a lei." E quella di Samuel non era una domanda.
Odio tantissimo i ficcanaso ma non posso farne a meno È il mio migliore amico, quello che trovi una volta sola nella vita.
Grugnisco in risposta e lui ridacchia.
"Non mi importa un bel nulla di quella ragazzina ma devo proteggerla da come sai". Dico.
"Bene allora quando riusciremo a trovare tutti i membri non ti dispiace se le chiedo di uscire?" Dice lui.
Alzo di scatto lo sguardo.

Stringo i pugni da sotto il tavolo e continuo a guardarlo.
Vorrei tanto rispondergli che deve rimanere al suo posto e fare il solito coglione ma non posso impedirglielo. Lei non é nessuno per me. È solo un dettaglio capitato nella mia vita, e che sono stato costretto a proteggere.
Lei è un lavoro, un lavoro che devo portare a termine.
Decido di convincermi di questa cosa e farmene una ragione. Lei non è nessuno. Lei è solo un lavoro che devo portare a termine. Lei non é mia.

Finito tutto questo le nostre strade si divideranno per sempre.
Io dimenticherò lei, lei non si ricorderá nemmeno di me.
"Fa un poco come ti pare" Rispondo alzandomi dalla poltrona ed andando verso i bagni.
Busso a quello delle donne e dico:" Michelle tutto bene? Ci stai mettendo troppo tempo." Sento la sua dolce e piccola voce rispondere.
"Si arrivo il tempo di lavarmi le mani" annuisco anche se non può vedermi e me ne ritorno a posto.
Intravedo Meredith entrare nel posto e cercare qualcuno con lo sguardo.
Cosa ci fa qui?.
Scatto in piedi sbattendo i pugni sul tavolo per poi fiondarmi sul suo braccio e senza che le dica niente la trascino via dal ristorante.
"Cosa ci fai qui? Dovevi rimanere nascosta e non uscire per nessun motivo al mondo cazzo" dico furioso strattonando i miei capelli.
"Devi ritornare da me per la tua bambina, devi immediatamente lasciare questa cosa pericolosa e tornare da me." Dice tutto ad un fiato.
"Ti ho giá fottutamente detto che mi prenderó cura della mia bambina. Ma tu non ti devi intromettere Non sei nessuno per me.
Tu sei solo la donna che porta in grembo la mia bambina." Sputo acido verso di lei.

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